All’inizio del 2020 la pandemia da Covid-19 ha portato molti cambiamenti nelle nostre vite. Per bambine, bambini e adolescenti è iniziata una quotidianità fatta di computer e tablet, di email e link, e soprattutto di call su Meet, Zoom o Teams. Questi e tanti altri sono stati gli strumenti della DAD, la didattica a distanza. È stato un periodo complicato che ha suscitato molti dibattiti e, come sappiamo, ha messo in luce molti limiti della scuola italiana. Ma ha anche permesso di far emergere esperienze, idee e dinamiche innovative nel modo di insegnare.
Tali cambiamenti non sono stati estemporanei o frutto del caso. Le innovazioni a cui abbiamo assistito affondano le radici in processi di varia natura, più o meno lontani nel tempo, che si sono evoluti e spesso sovrapposti.
Con il podcast “Oltre la cattedra” vogliamo mettere in luce questi cambiamenti, andando a scoprili grazie al contributo di esperti ed esperte di pedagogia e psicologia, professionisti che si occupano di processi educativi ed edilizia scolastica, ma anche di chi sta sperimentando nuovi metodi e approcci.
La prima delle 8 puntate di “Oltre la cattedra” è disponibile dal 15 marzo su Spotify. Ogni mese aggiungeremo un tassello a questo percorso di conoscenza grazie alla guida del giornalista Francesco Gaeta, la cura editoriale di Giulia Greppi e il supporto tecnico di Dario Misano.
Episodio 1 • Maestri di didattica, chi la rivoluzione l’ha già fatta
Da quando esiste, nel sistema scolastico italiano sono stati sperimentati approcci educativi innovativi che si sono contraddistinti per il loro carattere cooperativo, popolare e collaborativo. Sono stati promossi da maestri e maestre della pedagogia italiana, come Maria Montessori, Loris Malaguzzi, Lorenzo Milani e Mario Lodi, di cui ancora oggi vediamo i frutti. Anche a tanti anni di distanza infatti, il loro pensiero, le loro esperienze e i loro approcci didattici e pedagogici influenzano il modo con cui è possibile affrontare la classe e chi la vive.
Episodio 2 • Nuove metodologie e pratiche per apprendere
Avanguardie Educative è un movimento di istituti scolastici che da qualche anno svolge sperimentazioni in tema di approcci, metodologie e tecnologie per la didattica. Nato su iniziativa di Indire, l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa, raccoglie scuole impegnate per aprire nuove strade per innovare la didattica. Tra gli istituti che ne sono parte vengono condivise informazioni, esperienze e buone pratiche che consentono alle scuole di ogni ordine e grado di fare innovazione migliorando l’insegnamento.
Episodio 3 • L’apprendimento richiede spazio: facciamo fuori la cattedra
Episodio 4 • STEM: l’innovazione conta sulla matematica (e non solo)
Viviamo in un Paese in cui le discipline STEM – acronimo che in inglese indica scienze, tecnologie, ingegneria e matematica – sono considerate secondarie. Le nostre competenze in questi ambiti sono molto più basse che nel resto dei Paesi europei, e se prendiamo i dati disaggregati per genere ci accorgiamo di un gap nel gap che penalizza le ragazze. Abbiamo provato a capire perché confrontandoci con Paola Velardi, professoressa ordinaria di informatica all’Università La Sapienza di Roma, Giorgio Bolondi, matematico e docente presso la Libera Università di Bolzano, e Antonio Danieli di Fondazione Golinelli.
Episodio 5 • Soft skills, imparare ad essere oltre il sapere
Secondo gli esperti e le esperte della Commissione Europea, chi oggi frequenta la scuola dovrebbe sapersi muovere su cinque territori: sapere acquisire ed analizzare dati; sapere comunicare e collaborare con le altre persone; sapere creare contenuti digitali; sapere preservare la propria identità digitale e proteggere i propri dati; sapere risolvere problemi attraverso gli strumenti digitali. Nella quinta puntata del podcast parliamo delle competenze trasversali. Può la scuola essere un ambiente che stimola la crescita di tutte le persone?
Episodio 6 • Valutare, non giudicare
Negli ultimi anni si è parlato molto di ansia e stress legati alla performatività negli ambienti scolastici. In parte questo nasce dal sistema di valutazione, che spesso finisce per essere recepito come un giudizio sulla persona e non sulle sue capacità. Anche perché secondo vari studi la motivazione allo studio viene fortemente minata da meccanismi che si servono di criteri “competitivi” che forniscono la posizione di un individuo in relazione alla performance del gruppo di riferimento. Oggi nel sistema scolastico italiano come funziona? Una scuola senza voti è possibile?
Episodio 7 • Insegnare agli insegnanti
Tra le sfide per il nostro sistema scolastico ci sono la formazione in ingresso e l’aggiornamento continuo di chi è in cattedra. Una recente ricerca sull’area OCSE, che riunisce i Paesi più sviluppati, dice che il 93% degli insegnanti italiani partecipa annualmente a una formazione. Quasi sempre si tratta di corsi, lezioni frontali. Otto insegnanti su dieci si dicono soddisfatti della formazione ma quasi tutti si sentono poco attrezzati sul alcuni fronti, come l’uso delle nuove tecnologie digitali, l’insegnamento in contesti multiculturali, il lavoro con studenti con bisogni speciali. Quali sono oggi i bisogni formativi dei nostri docenti?
Episodio 8 • Insegnare agli insegnanti
Tra i 7,32 milioni di alunni e alunne italiani, ce ne sono alcuni che vivono la scuola in una situazione più svantaggiata di altri. Parliamo di BES, persone con bisogni educativi speciali. E sono alunni e alunne con disabilità (il 3,6% degli iscritti totali), con disturbi dell’apprendimento diagnosticati (il 5,4%), e quasi 900.000 studentesse e studenti stranieri. La scuola pubblica ha il compito di garantire a tutti un ambiente accogliente, che curi le relazioni e le metta al centro della vita scolastica. Deve essere la sua vocazione: quella di non lasciare indietro nessuno.
Il podcast “Oltre la cattedra” è realizzato da Percorsi di Secondo welfare e sostenuto da Bolton Hope Foundation nell’ambito di Nova Schol@, la ricerca che studia l’innovazione digitale della didattica e come questa può favorire l’inclusione sociale. Dentro e fuori la scuola. |