L’aumento della longevità comporta più anni da vivere. Rispetto a un passato anche abbastanza recente, infatti, le persone vivono 20-30 anni in più. È una cosa nuova per il genere umano, che ora è alla ricerca di soluzioni sostenibili per affrontare questi “anni supplementari”. In prima linea c’è l’Italia, che è uno dei Paesi più longevi del mondo.
Per affrontare la questione bisogna però capirne bene i termini. Questi anni “in più”, scrive Michaela Camilleri su Il Punto di Itinerari Previdenziali, sono suddivisibili in due fasi: quella ancora attiva, vissuta in buona salute, e la fase finale successiva della potenziale non autosufficienza. Troppo spesso quando si parla di invecchiamento si tende però a considerare esclusivamente la seconda, ragionando soprattutto sui maggiori costi per Stato e famiglie in termini di long term care. In altre parole ci si concentra sulla White Economy, spesso equiparandola alla Silver Economy. Anche se i due concetti sono molto diversi per approccio e opportunità.
Mentre la White Economy richiama comunemente l’insieme di risorse e attività orientate alla soddisfazione dei bisogni di salute e, quindi, riguarda la filiera che ruota intorno ai sistemi di prevenzione, cura e assistenza, la Silver Economy è un concetto ben più ampio, di cui la White è nei fatti una componente. Come si spiega nel Quaderno di Approfondimento Itinerari Previdenziali dedicato al tema, l’economia d’argento include tutte le attività economiche connesse alla sfera della salute, ma considera anche prodotti e servizi della popolazione silver legati, ad esempio, a benessere, socialità, mobilità, alimentazione e abitare. Capire questo permette di allargare lo sguardo sul tema, inquadrandolo non solo come problema ma anche come opportunità economica.