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Look at all the lonely people, where do they all belong?” (“Guardate tutte le persone sole, a quale posto appartengono?”) cantavano i Beatles nel brano “Eleanor Rigby”, uscito nel 1966. A distanza di quasi sessant’anni, complici gli anni della pandemia di Covid-19 che hanno portato all’attenzione del dibattito pubblico la fragilità delle persone anziane e degli istituti ad essi dedicati, è necessario porsi ancora questa domanda. Le persone che soffrono di isolamento sociale sono infatti maggiormente presenti tra le fasce più anziane della popolazione per via delle difficoltà fisiche, psicologiche e sociali cui sono soggetti.

Altri importanti fattori di rischio sono rappresentati dai cambiamenti demografici in atto nel nostro Paese, a causa dei quali “le famiglie monocomponente over 65 cresceranno del 42% in vent’anni (Istat 2023) e, al contempo, i processi di mobilità interna e verso l’estero porteranno i figli più frequentemente lontano dai genitori”, come affermiamo nel Rapporto Abitare e anziani (fragili): evidenze e spunti per coprogettare nuove forme di housing (curato da Chiara Lodi Rizzini, Manuela Verdino e Franca Maino e promosso dalla Fondazione Filippo Turati Onlus). Il contesto italiano soffre particolarmente queste trasformazioni demografiche a causa del sistema di welfare di tipo familistico su cui si poggia, nel quale si prevede che il benessere dei singoli venga assicurato primariamente dai membri della famiglia a cui appartengono.

Per questi motivi Abitare e anziani (fragili) si è posto l’obiettivo di presentare soluzioni innovative di abitare condiviso. Fra queste rientra anche Villaggio Novoli, che non è stato inserito tra i casi studio perché inaugurato dopo la presentazione del Rapporto. Questa esperienza di senior housing è stata intitolata a Claudia Fiaschi, figura di riferimento nel Terzo Settore italiano scomparsa prematuramente lo scorso marzo e tra le ideatrici del Villaggio Novoli 1.

Villaggio Novoli: non solo un senior housing

Villaggio Novoli non è solo un senior housing situato in Via Baracca 48, nel quartiere 5 (Rifredi) di Firenze, ma è anche un progetto innovativo di rigenerazione urbana. L’immobile che lo ospita ha infatti una lunga storia di abbandono e stato di degrado e per oltre vent’anni è stato occupato da persone in difficoltà a causa degli alti costi degli affitti. Per questo la complessa operazione di recupero dello stabile ha richiesto l’intervento del Consorzio Fabrica, un sistema di imprese sociali che fa capo al Consorzio Co&So e che, occupandosi di housing sociale per le fasce deboli, ha inserito parte degli occupanti in percorsi di accoglienza. Nella stessa via si trovano altri edifici abbandonati che sono stati occupati. Rifredi, infatti, è un quartiere popolare che sta attualmente attraversando una serie di interventi di trasformazione urbanistica. L’area, in passato prevalentemente industriale, è stata convertita in una zona residenziale dotata di servizi e parchi, ed è ora attraversata da una tramvia che collega il quartiere al centro di Firenze in soli 5 minuti.

Il Villaggio Novoli è frutto di una riflessione avviata con la comunità del territorio già nel 2011, quando Consorzio Fabrica ha svolto un’indagine per capire se i cittadini over 65 e over 75 sarebbero stati interessanti ad un progetto che consentisse loro di vivere fuori dalla propria casa, in un contesto più sicuro e in grado di garantire loro servizi e relazioni sociali. La risposta è stata sin da subito positiva ma il costo immobiliare ha rappresentato un limite che ne ha impedito la realizzazione fino a quest’anno. Infatti, solo grazie alle risorse ricavate dal Bonus 110 tra il 2020 e il 2021, Consorzio Fabrica ha potuto intervenire per dare una nuova vita all’edificio, rendendolo parte del più ampio progetto “ViViSmart” (Villaggio Virtuale Smart), un’iniziativa del Consorzio finalizzata a offrire servizi integrati a favore della popolazione anziana.

Il superbonus è una misura equa?

Realizzato in collaborazione da Consorzio Fabrica, Consorzio Co&So, la cooperativa Il Girasole e con il contributo della Fondazione CR Firenze, Villaggio Novoli è distribuito su sei piani e composto da aree comuni e da 37 bilocali e trilocali che possono ospitare un numero variabile di inquilini (da 1 a 3). A ottobre verrà inoltre inaugurato un ambulatorio che sarà un valore aggiunto per la città. Infatti, presterà servizio a tutto il territorio con costi competitivi, grazie ad un accordo fatto con un soggetto fiorentino dell’area no-profit con esperienza in ambito socio-sanitario sul territorio.

I destinatari sono persone over 65 single, in coppia e talvolta anche in piccoli nuclei familiari composti da due autosufficienti a loro volta caregiver di un soggetto non autosufficiente più anziano. Per accedere al progetto non vi sono graduatorie né ambiti territoriali di residenza: chiunque può interessarsi e prendere un primo contatto conoscitivo. La selezione avviene però attraverso una verifica socio-sanitaria (che attesti la condizione di autosufficienza) e una verifica dei redditi a disposizione dei richiedenti, che devono essere in grado di sostenere i costi richiesti per garantire la sostenibilità economica del progetto.

L’affitto, che comprende le spese condominiali e i servizi erogati (esclusi quelli “su richiesta” e a pagamento), oscilla tra i 1.250 e i 1.450 euro al mese. Gli importi a carico degli utenti possono diminuire grazie a un contributo erogato da Fondazione CR Firenze, che si assume l’onere di pagare parte dell’affitto mensile in base a tre fasce ISEE. Per un ISEE compreso tra 12.000 e 21.500 euro il contributo è di 390 euro al mese2, per un ISEE tra 21.500 e 26.500 euro il contributo è di 290 euro al mese, mentre per chi ha un ISEE tra 26.500 e 35.000 euro il contributo è di 190 euro al mese. Nonostante il contributo alleggerisca l’importo finale richiesto agli utenti, i costi possono rappresentare una barriera all’ingresso, non consentendo a chi ha redditi inferiori a una certa soglia di accedere.

Il comune denominatore tra i residenti: il desiderio di stare in relazione con gli altri

Attualmente l’immobile ospita 15 nuclei familiari, alle quali se ne aggiungeranno 4 nel mese di agosto. Seppur provenienti da condizioni differenti, il comune denominatore tra tutti i residenti è il desiderio di stare in relazione con gli altri. Infatti, per quanto non esclusivamente riservato a questo target, Villaggio Novoli è stato principalmente pensato per le persone sole. Il bisogno di contrastare l’isolamento è così diffuso da aver dato al nuovo senior housing fiorentino un’attenzione mediatica inaspettata anche per gli stessi ideatori del progetto.

Come supportare il senior housing in Italia?

A dimostrazione della forte necessità di iniziative come queste, gli appartamenti verranno tutti occupati entro dicembre di quest’anno, a fronte della previsione di riempire l’edificio in due o tre anni dalla sua inaugurazione. Le persone con problemi di sicurezza, relazioni e solitudine trovano infatti in un modello innovativo come questo un riscontro ai loro bisogni.

Oltre alla possibilità di essere accompagnati da un operatore della struttura per svolgere le commissioni nella città durante la mattinata, per favorire il processo di community building e di invecchiamento attivo le attività proposte nel senior housing fiorentino vengono ideate con gli stessi abitanti settimanalmente. Le diverse personalità e competenze messe in campo dai residenti permettono di incontrare gli interessi di tutti e rendono variegata l’offerta quotidiana di socializzazione di tipo ludico, ricreativo, laboratoriale ed educativo. Ne è un esempio la donazione da parte di una residente di Villaggio Novoli che, essendosi trasferita in uno degli appartamenti della struttura, ha deciso di regalare il proprio pianoforte e di lasciarlo a disposizione dei suoi abitanti in una sala comune.

Appartenere alla welfare society

Nella prefazione del Rapporto Abitare e anziani (fragili) Giancarlo Magni, Presidente della Fondazione Filippo Turati, scrive che servono nuove soluzioni abitative e di assistenza agli anziani. Non sono molte le strade possibili: o si ricorre al mercato libero, col rischio di lasciare indietro le fasce meno abbienti della popolazione, o si promuove il passaggio dal welfare state alla welfare society, includendo le risorse garantite dalla sussidiarietà orizzontale con il Terzo Settore e dal coinvolgimento della società civile.

Modelli di senior housing come quelli del progetto di riqualificazione di Villaggio Novoli cercano di imboccare la seconda via, seppur i costi si allineino a quelli degli affitti di mercato. Oltre all’aspetto economico infatti, come sottolineato all’inizio dell’articolo, un bisogno molto diffuso è quello di contrastare il rischio isolamento. Grazie al coinvolgimento dei consorzi Fabrica e Co&So, dei volontari e della società civile, le persone sole trovano in Villaggio Novoli una soluzione abitativa che permette loro di rimanere in contatto con gli altri, secondo le proprie inclinazioni. A distanza di pochi mesi dal suo avvio, il progetto è dunque in fieri e continuerà a trasformarsi grazie alle relazioni umane che nascono al suo interno.

In sintesi, per rispondere alla domanda iniziale, la welfare society è quel sistema sociale che si attiva perché tutte le persone, anche quelle sole, abbiano un “posto” a cui sentono di appartenere e in cui possono collaborare nel trovare risposte ai loro bisogni.

 

 

Per approfondire

Note

  1. L’autrice desidera ringraziare Lorenzo Terzani, Presidente del Consorzio Fabrica, consigliere del Consorzio Co&So e coordinatore del progetto “ViViSmart”, per il proficuo confronto che ha permesso di scrivere il presente articolo.
  2. Anche chi ha un ISEE inferiore a 12.000 euro può accedere a questa fascia di contributo, a patto che la verifica preliminare abbia dimostrato la capacità di sostenere le spese richieste.