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Uno spazio ibrido socio-culturale. Così, secondo Andrea Rebaglio, si potrebbe sintetizzare la natura di mosso. Rebaglio è Vice Direttore dell’Area Arte e Cultura della Fondazione Cariplo e si è occupato di Lacittàintorno, programma al cui interno è nato questo progetto di comunità e rigenerazione urbana, sociale e culturale. L’abbiamo intervistato, insieme alla vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo e a diversi protagonisti di mosso, nell’ambito della prima puntata di Intrecci: creare comunità insieme, il podcast e la serie giornalistica in cui andiamo alla scoperta di iniziative che rafforzano le comunità grazie al supporto delle Fondazioni di origine bancaria.

La prima puntata del podcast, che si può ascoltare di seguito, è dedicata alla storia di mosso e alle persone che ci lavorano dentro.

In questo articolo, invece, partiamo da mosso e da Lacittàintorno per raccontare qualcosa di come le Fondazioni di origine bancaria siano cambiate nel corso degli anni, diventando attori centrali nella promozione dell’inclusione, della cultura e dello sviluppo locale.

Lacittàintorno e mosso

Lacittàintorno è un programma intersettoriale avviato dalla Fondazione Cariplo nel 2017 con l’idea, nelle parole di Rebaglio, di “dare origine a una serie di grandi interventi che coinvolgessero tutte le aree filantropiche e che le portassero a collaborare tra di loro”. Il programma si basava sulla creazione di punti di comunità all’interno di quartieri periferici della città di Milano: Adriano/Via Padova, dove appunto c’è mosso, e Corvetto/Chiaravalle.

Naturalmente per lavorare su un tema così importante e sfidante abbiamo subito ricercato l’alleanza del Comune di Milano” prosegue Rebaglio. E il Comune di Milano ha colto appieno le potenzialità di questa collaborazione. Come sottolinea Anna Scavuzzo, vicesindaco di Milano che ha seguito fin dall’inizio il progetto, “mosso e il progetto di rigenerazione che ha interessato l’ex Convitto del Parco Trotter è un bell’esempio di ciò che può nascere dalla collaborazione proficua tra pubblico e privato“.

Oltre all’alleanza con le istituzioni la Fondazione si è appoggiata al supporto di esperti: il Dastu1 del Politecnico di Milano ha realizzato una serie di ricerche per conoscere meglio i territori interessati da Lacittàintorno; inoltre, nel caso del punto di comunità che è poi diventato mosso, la Fondazione ha commissionato un primo business plan per iniziare a comprendere le possibili caratteristiche dello spazio, anche da un punto di vista economico. Il documento ha rappresentato un primo punto di partenza del percorso di coprogettazione, avviato nel 2019 dopo l’assegnazione del bando pubblicato a fine 2018 dal Comune di Milano, proprietario dello spazio in cui è nato mosso, che è poi stato inaugurato nel giugno del 2022.

Gli spazi al centro della coprogettazione: la “piazza” e l’edificio di mosso. Foto di Giulia Greppi.

La coprogettazione di mosso ha coinvolto il Comune stesso, la Fondazione Cariplo e un’ATI (Associazione Temporanea di Imprese) composta da 5 realtà del Terzo Settore: La Fabbrica di Olinda Società Cooperativa Sociale (capofila del progetto); COMIN Cooperativa Sociale; CSF, Centro Servizi Formazione; Associazione Culturale Ludwig; Associazione Culturale Salumeria del Design. Ma detto così sembra tutto semplice: secondo la vicesindaco Scavuzzo, infatti, “non è stato un percorso semplice e ha chiesto energie, determinazione e molta passione da parte di tutti i soggetti coinvolti“.

La coprogettazione, secondo Guarna e Maino (2023, 40-45) è una “modalità operativa e interorganizzativa (…) finalizzata alla definizione ed eventualmente alla realizzazione di specifici progetti di servizio o di intervento finalizzati a soddisfare” i bisogni di un determinato territorio, possibilmente dopo una rilevazione degli stessi attraverso strumenti e/o modalità strutturate (come per esempio i processi di coprogrammazione). Si tratta di una pratica che sollecita le istituzioni pubbliche e gli enti del Terzo Settore che vi prendono parte a “rivedere il modo in cui si producono gli interventi sociali, dalla loro ideazione al momento in cui si conclude la loro realizzazione” (Ibidem, 42). All’interno di queste dinamiche ogni ente partecipante è invitato a contribuire e a costruire progressivamente il proprio ruolo.

Nel caso di mosso, secondo Rebaglio, la Fondazione ha avuto un importante ruolo di facilitazione tra gli attori, in un contesto comunque di per sé molto collaborativo. La Fondazione, essendo percepita come soggetto autorevole sia dal Comune che dal Terzo Settore, ha potuto “aiutare nell’individuazione di un compromesso nell’assunzione di certe decisioni che diversamente sarebbero state più complicate”, rivelandosi “un alleato dei soggetti di Terzo Settore ma anche un buon partner per l’amministrazione pubblica”, ragiona Rebaglio.

L’intervista ad Andrea Rebaglio, Vice Direttore dell’Area Arte e Cultura della Fondazione Cariplo, nella sala registrazione di mosso. Foto di Giulia Greppi.

Prendere parte al percorso di coprogettazione è stata, per Cariplo, un’esperienza arricchente. Come racconta ancora Rebaglio, la Fondazione spesso si trova a sostenere economicamente iniziative progettate da altri soggetti. L’azione di questi soggetti terzi può essere orientata e supportata in vari modi, per esempio con l’inserimento di particolari condizioni e richieste nei bandi erogativi. Tuttavia nel caso di questa coprogettazione “la Fondazione si è trovata sin dalle prime fasi ingaggiata” e ha avuto “l’opportunità di interagire strettamente con il proprietario degli spazi, cioè l’Amministrazione comunale – che poi è anche il soggetto responsabile delle politiche del territorio -, e con i soggetti di Terzo Settore”. Anche per il Comune di Milano la coprogettazione è stata un’occasione importante, soprattutto dal punto di vista del coinvolgimento del territorio. Come afferma la vicesindaco Scavuzzo, infatti, il percorso “ci ha permesso di coinvolgere la città nel suo complesso, facendo emergere anche le realtà del Municipio e del quartiere in sintonia con l’Amministrazione e con la scuola, oltre che con le associazioni e i cittadini“.

La storia di mosso e de Lacittàintorno è particolarmente rappresentativa di come, nel corso degli ultimi decenni, le Fondazioni di origine bancaria abbiano sperimentato diverse modalità di intervento per promuovere l’innovazione sociale sui propri territori di riferimento.

Le Fondazioni di origine bancaria alla ricerca di un cambiamento condiviso

Le Fondazioni di origine bancaria (Fob) sono storicamente attori centrali nella promozione delle politiche sociali e di sviluppo locale. Si tratta di enti nati all’inizio degli anni Novanta nell’ambito di un graduale processo di privatizzazione di Casse di Risparmio e Banche del Monte imposto all’Italia dalle normative europee sulla concorrenza bancaria. Attraverso diversi interventi legislativi2 le Fondazioni si sono consolidate come soggetti non profit privati e autonomi che hanno lo scopo di accompagnare lo sviluppo culturale, sociale ed economico delle comunità di riferimento e dell’intero Paese.

Secondo la letteratura le Fob tradizionalmente hanno operato secondo due paradigmi: grant-making e operating. Nel primo approccio le Fondazioni trasferiscono le risorse economiche a un soggetto terzo che realizza una determinata iniziativa; nel modello operating invece la Fondazione è direttamente coinvolta nella progettazione e implementazione delle azioni sul territorio. Mentre l’approccio grant-making è largamente diffuso fin dai primi anni di attività delle Fob, più raramente esse hanno optato per approcci puramente operating per ragioni organizzative, strutturali e di competenze. Da alcuni decenni (Bandera 2013) sono però in corso processi di “ibridazione” tra le due modalità operative, anche nell’ambito di una dinamica di consolidamento organizzativo e specializzazione professionale all’interno delle Fob. Questi processi sono sempre più ispirati all’idea di promuovere istanze di innovazione sociale e, soprattutto, un cambiamento sociale stabile e duraturo nel tempo.

Nel Quarto Rapporto sul secondo welfare 2019, proprio osservando questi cambiamenti all’interno della filantropia istituzionale, avevamo proposto un quadro analitico volto a individuare alcune specifiche condizioni da soddisfare per promuovere sui territori per il cambiamento sociale (Cibinel 2019).

Azioni strategiche
L’impostazione “strategica” e ispirata fin da subito al cambiamento non deve solo orientare le scelte delle Fob (obiettivi da perseguire, modalità di intervento, durata dei progetti), ma anche tradursi nella promozione di “spazi terzi” di confronto e coprogettazione per gli stakeholder locali.

Azioni basate sull’evidenza
Il coinvolgimento di professionisti esperti – interni o esterni alle Fob – e l’individuazione di solidi riferimenti teorici ed empirici (legati a rilevazioni e monitoraggi attenti) rappresentano per le Fob la possibilità di realizzare azioni metodologicamente fondate e più efficaci, evitando il rischio di promuovere iniziative che non rispondono a effettivi bisogni o priorità del territorio.

Azioni condivise
Il protagonismo delle Fondazioni nel campo delle politiche sociali locali è visto con preoccupazione da alcuni osservatori, che temono che le organizzazioni filantropiche arrivino a influenzare eccessivamente le politiche pubbliche, essendo libere dal “controllo” esercitato dagli elettori nei confronti degli amministratori pubblici. È dunque fondamentale che l’operato delle Fob non sia solo corretto dal punto di vista formale, ma che sia percepito come “giusto” e condiviso da parte degli attori locali. La risposta a questa sfida di legittimazione è l’allargamento della partecipazione a tutti i possibili interlocutori e l’impiego di approcci collaborativi e partecipativi.

Lacittàintorno e il percorso di coprogettazione che ha portato alla nascita di mosso rispecchiano appieno questo approccio: la scelta stessa del meccanismo della coprogettazione implica la creazione di uno “spazio terzo” in cui è possibile concepire azioni strategiche e di lungo periodo. Ovviamente questa pratica collaborativa rappresenta anche l’impegno di Cariplo a realizzare un’azione condivisa, in cui il Terzo Settore e l’amministrazione pubblica si sono confrontati fra loro, anche ricercando la collaborazione e il confronto con altri stakeholder territoriali, per progettare uno spazio che rispondesse ai bisogni e alle aspirazioni del contesto in cui è inserito. Lo sviluppo di mosso rappresenta, infine, anche un’azione fondata sull’evidenza: la Fondazione ha predisposto una serie di azioni propedeutiche alla costruzione del bando di coprogettazione (ricerche svolte dal Dastu, business plan). E poi, nel corso della coprogettazione, sono state realizzate diverse attività di rilevazione dei bisogni del territorio (come ci ha raccontato la Project Manager di mosso all’interno della prima puntata di Intrecci).

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mosso. Foto di Giulia Greppi.

La rigenerazione urbana e culturale guidata dalle Fob

Come abbiamo raccontato nel Sesto Rapporto sul secondo welfare, in generale le Fondazioni e gli enti filantropici da tempo realizzano o partecipano a percorsi di coprogettazione (ne abbiamo parlato, in particolare, in riferimento alle Fondazioni di comunità). Nel campo della rigenerazione urbana gli approcci partecipativi di questo tipo sono particolarmente importanti. Processi come quello che ha portato alla nascita di mosso, infatti, devono necessariamente essere molto radicati nel proprio contesto. Le Fondazioni di origine bancaria si impegnano spesso nella promozione di iniziative di rigenerazione urbana e sociale, alla luce della loro vocazione a promuovere lo sviluppo locale.

Un esempio è quello del Rondò dei Talenti, uno spazio riqualificato dalla Fondazione CRC (Cassa di Risparmio di Cuneo). Si tratta di un edificio degli anni Settanta, ex sede di UBI Banca, che si trova nei pressi del centro cittadino ma che da tempo era inutilizzato. È stato acquisito dalla Fondazione nel 2019 con l’obiettivo di creare uno spazio per la comunità e realizzare un nuovo polo educativo e ricreativo. Il Rondò, inaugurato nel 2022, si propone di accompagnare i giovani alla scoperta e creare incontri e percorsi per diffondere conoscenza e alimentare la crescita di tutte le generazioni, in particolare intorno a quattro obiettivi orientativi e didattici: aumento della conoscenza di sé; attività di scoperta ed esplorazione delle professioni e del mondo del lavoro; aumento delle competenze; accompagnamento nel training alle scelte. Il Rondò oggi è anche a disposizione di enti e associazioni che vogliono organizzare incontri, laboratori e attività formative ed educative.

Il Rondò dei Talenti di Cuneo. Foto: Fondazione CRC.

Un altro progetto interessante è Impronte a sud – Welfare Lab, un’iniziativa di rigenerazione urbana che ha previsto la ristrutturazione di un bene confiscato alla criminalità organizzata che si trova nel centro di Reggio Calabria. L’immobile, ristrutturato grazie al sostegno di Fondazione CON IL SUD e Fondazione Peppino Vismara, è stato inaugurato nel 2022 ed è stato restituito alla comunità per offrire servizi e attività alle famiglie, alle persone svantaggiate, alle aziende. Ospita un centro di informazioni per i lavoratori del Terzo Settore, aule di studio e di lavoro condiviso, un centro organizzativo di progettazione e gestione delle emergenze sociali, uno sportello di prossimità. Nella riqualificazione dell’immobile, assegnato al Consorzio Macramè dal 2017, è stato coinvolto il Laboratorio Landscape in_Progress del Dipartimento di Architettura e Territorio dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Gli studenti del Dipartimento hanno realizzato un processo partecipato e condiviso di progettazione, realizzazione e gestione dell’immobile riqualificato.

Sono solo due ulteriori esempi, accanto a mosso, di come le Fob si muovano sul fronte della rigenerazione urbana. Uno dei tanti ambiti in cui, come racconteremo nelle prossime puntate di Intrecci, le Fondazioni possono giocare un ruolo cruciale per fare comunità.

Intrecci è realizzato da Percorsi di secondo welfare con il supporto di Acri, l’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria. Intrecci è un progetto giornalistico ibrido: un podcast per conoscere attraverso le voci dei protagonisti i progetti di comunità e una serie di articoli di approfondimento per mettere a fuoco il ruolo della filantropia.

Riferimenti bibliografici

Bandera L. (2013), Le Fondazioni di origine bancaria: sperimentazione e sostegno alle reti, in Maino F. e Ferrera M. (a cura di), Primo Rapporto sul secondo welfare in Italia 2013, Torino, Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi, pp. 109-145.

Cibinel E. (2019), Dall’innovazione al cambiamento: una nuova sfida per le Fondazioni di origine bancaria, in Maino F. e Ferrera M. (a cura di), Nuove Alleanze per un welfare che cambia. Quarto Rapporto sul secondo welfare in Italia 2019, Torino, Giappichelli, pp. 211-234.

Guarna A.R. e Maino F. (2023), La coprogettazione tra teoria e prassi, in Maino F. (a cura di), Agire insieme. Coprogettazione e coprogrammazione per cambiare il welfare. Sesto Rapporto sul secondo welfare, Milano, Percorsi di secondo welfare, pp.36 – 68.

Note

  1. Dipartimento di Architettura e Studi Urbani.
  2. Per approfondimenti si rimanda ai capitoli dedicati alle Fob nel Primo Rapporto sul secondo welfare in Italia 2013 e nel Quarto Rapporto sul secondo welfare 2019.