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Si è svolto a Milano il primo incontro pubblico di InnovaCAre, il progetto di ricerca promosso dall’Università degli Studi di Milano e dall’Università Vita-Salute San Raffaele per studiare le sfide legate all’invecchiamento della popolazione italiana, con particolare riguardo al tema della Long Term Care (LTC), l’assistenza di lungo periodo per persone anziane non autosufficienti.

Il Progetto, avviato nell’aprile scorso grazie al sostegno economico di Fondazione Cariplo, si propone di analizzare le pratiche e le politiche di LTC in differenti sistemi locali di welfare e indagare in che misura tali soluzioni possano offrire risposte innovative ai problemi della non autosufficienza, spaziando da un approccio empirico (“che cosa è stato realizzato, quanto risulta efficace e perché”) ad un approccio normativo ("che cosa dovrebbe essere fatto").

Per raggiungere questi obiettivi, accanto a forme “tradizionali” di ricerca – come analisi di casi-studio e ricorso a survey, interviste semi-strutturate e focus group – per tutta la durata del progetto il team di ricerca di InnovaCAre si avvarrà di un confronto continuativo con il cosiddetto Stakeholder Committee, un gruppo selezionato di attori pubblici, privati e non profit che a vario titolo sono impegnati nella definizione e realizzazione di misure di LTC. Questo Comitato degli stakeholder si è riunito per la prima volta il 26 settembre scorso presso la Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell’Università Statale in occasione di un convegno pubblico volto a presentare le principali linee di ricerca che saranno seguite nel corso del progetto. Vi raccontiamo di seguito i passaggi più interessanti di questa giornata di lavoro e confronto.


La presentazione delle linee strategiche della ricerca

Il convegno è stato aperto dai saluti di Antonio Chiesi, Principal Investigator del progetto InnovaCAre e direttore del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche (SPS) dell’Università degli Studi di Milano, che ha ringraziato tutti i presenti per la loro partecipazione. Maurizio Ambrosini, docente di sociologia presso il medesimo dipartimento e coordinatore di una delle tre unità di ricerca del progetto, si è quindi occupato di definire il tema dell’invecchiamento nel contesto italiano, e in particolare le sue implicazioni sulla tenuta del sistema di welfare (qui le slide dell’intervento). Ambrosini ha quindi delineato le principali domande di ricerca su cui si basa InnovaCAre: quali politiche e pratiche sono state adottate in contesti diversi per fronteggiare le sfide legate alla LTC? In quale misura le soluzioni fin qui adottate hanno permesso di conseguire un equilibrio tra i bisogni, le aspettative e i diritti delle diverse parti coinvolte? Quali soluzioni possono essere ritenute più adeguate per rispondere ai bisogni di LTC?

L’obiettivo di InnovaCAre, anche grazie anche al dialogo con gli stakeholder che si occupano del nesso tra invecchiamento e non autosufficienza, è fornire risposte trasversali a tali domande, sfruttando in tal senso l’inedita multidisciplinarietà che caratterizza il team di ricerca. InnovaCAre è infatti strutturato in tre Unità di Ricerca (UR) – formate da ricercatrici e ricercatori del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano (UR1 e UR2) e del Dipartimento di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele (UR3) – chiamate a lavorare in modo sinergico sugli aspetti politologici e di policy dell’innovazione sociale, sulla dimensione sociologica del fenomeno migratorio e dell’assistenza informale e sulle questioni etico-normative implicate dai diversi modelli di assistenza.
 


L’intervento di Federico Razetti 

Dopo l’intervento introduttivo di Ambrosini la parola è passata proprio ai rappresentanti delle varie UR, che hanno presentato tre relazioni sulle ricerche svolte in questi primi mesi di progetto.

Federico Razetti (UR1, Dipartimento SPS) si è occupato di approfondire il rapporto tra innovazione sociale e LTC nel quadro europeo. Su impulso dell’Unione Europea, infatti, il concetto di innovazione sociale ha acquisito un peso crescente nel dibattito pubblico dell’ultimo decennio, divenendo centrale nell’agenda riformista sia comunitaria che di diversi Paesi membri. La ricerca svolta da Razetti in questi primi mesi di progetto ha cercato di comprendere cosa significhi fare innovazione sociale nel campo delle politiche di LTC attraverso una rassegna dei principali progetti di ricerca finanziati negli ultimi 10 anni dall’UE sui temi dell’invecchiamento. Il paper, in particolare, offre un’indicazione dello stato dell’arte in merito a: definizioni di “innovazione” adottate nell’ambito della LTC; banche dati esistenti che documentano iniziative di innovazione sociale nella LTC; riflessioni esplicative su fattori di facilitazione e ostacolo all’innovazione sociale in tema di LTC. [Scarica le slide di Razetti]

Paola Bonizzoni e Claudia Zilli (UR2, Dipartimento SPS) hanno invece approfondito il ruolo delle donne migranti nel “welfare invisibile”. Nei paesi con regimi di welfare tendenzialmente “tradizionalisti”, come l’Italia, basati cioè su trasferimenti di reddito e sulla persistente centralità delle famiglie come fornitrici di servizi alle persone, le figure professionali dedicate ai servizi domestici e di cura (le cosiddette colf e badanti) hanno acquisito una grande rilevanza, consolidando un settore di lavoro di “nicchia” per lavoratrici/tori immigrati. Si è andato così creando una sorta di “welfare invisibile”, che certamente presenta una serie di vantaggi per le famiglie con bisogni di cura, ma anche evidenti difficoltà che incidono sulle condizioni di vita e lavoro per richiedenti, fornitori e beneficiari diretti di queste prestazioni. [Scarica le slide di Bonizzoni e Zilli]

Virginia Sanchini (UR3, Università Vita-Salute San Raffaele) ha invece inquadrato il tema dell’autonomia, vulnerabilità e dipendenza degli anziani a partire da una ricognizione della letteratura etico-normativa su questi temi. Sanchini ha esposto una sintesi delle principali tematiche etiche relative al trattamento della persona anziana, soffermandosi su tre ordini di questioni: quelle relative al bilanciamento dei valori di protezione e promozione dell’autonomia e autodeterminazione dei soggetti anziani; quelle relative al cosiddetto age rationing, ovvero se l’età del paziente possa costituire un criterio legittimo per porre una soglia tra diverse tipologie di trattamento; quelle etiche relative all’impatto delle nuove tecnologie sull’anziano e sulla sua condizione di vulnerabilità, con particolare attenzione all’utilizzo di robot umanoidi nelle attività di cura. [Scarica le slide di Sanchini]

I documenti presentati nel corso del convegno nei prossimi mesi saranno approfonditi e aggiornati, assumendo la forma di working paper che saranno i primi prodotti del progetto di ricerca InnovaCAre. Cliccando sui link sottostanti è possibile consultare gli executive summary e scaricare le sintesi di questi lavori di ricerca.



La tavola rotonda degli stakeholder

Nella seconda parte del convegno si è svolta la tavola rotonda moderata da Massimo Reichlin, docente di filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele e componente della UR3, a cui hanno partecipato alcuni componenti del Comitato degli stakeholder che hanno offerto il proprio punto di vista alla luce del progetto di ricerca esposto nella prima parte del convegno.
 


Tavola Rotoda. Da sinistra: Mauri, Rancati, Reichlin, Samorè, Matucci, Palazzo

Roberto Mauri, Direttore della Cooperativa La Meridiana, ha delineato sfide, limiti e prospettive di sviluppo dei servizi messi in campo in Lombardia per affrontare i bisogni delle persone fragili. Secondo Mauri oggi è necessario aiutare maggiormente gli utenti ad orientarsi tra i servizi, individuare nuovi tipi di strutture per affrontare le fragilità intermedie (cioè situazioni non così gravi da portare all’istituzionalizzazione ma che comunque necessitano di forme di assistenza dedicata) e iniziare a considerare il problema della demenza come parte integrante della non autosufficienza. Mauri in questo senso ha raccontato della positiva esperienza di “Il paese ritrovato”, innovativo quartiere nato a Monza per accogliere anziani con problemi di demenza.

Marina Mattucci, Dirigente presso la DG Politiche per la famiglia, Genitorialità e Pari opportunità di Regione Lombardia ha invece contribuito al dibattito offrendo una fotografia dell’attuale sistema dei servizi socio-sanitari sviluppato a livello regionale per rispondere ai bisogni delle persone anziane. Secondo Mattucci oggi le vere innovazioni sociali che potrebbero essere messe in atto in questo campo riguardano in particolare: il miglioramento dell’accesso ai servizi (oggi il sistema dei servizi è poco conosciuto e fatica a entrare in sinergia coi cittadini); l’aumento della flessibilità al fine di garantire risposte maggiormente individualizzate; lo sviluppo di interventi che prevengano le situazioni di fragilità.

Cosimo Palazzo, Direttore dell’Area Emergenze Sociali del Comune di Milano, nel suo intervento ha posto l’accento sul ruolo che l’ente pubblico può svolgere per affrontare in maniera innovativa i problemi sociali dei cittadini. Secondo Palazzo oggi la PA può essere titolare di processi di innovazione sociale a condizione che sia in grado di intercettare un numero crescente di bisogni (anche quelli di chi non necessariamente utilizza canali pubblici “tradizionali”) e favorire la convergenza di risorse di natura diverse per affrontarli. In questo senso Palazzo ha raccontato dell’esperienza positiva di WeMi, piattaforma digitale e territoriale sviluppata dal Comune di Milano (grazie al bando Welfare in Azione di Fondazione Cariplo) per far incontrare domanda e offerta di servizi sociali sia pubblici che privati.

Pierluigi Rancati, Segretario regionale CISL Lombardia, ha portato il punto di vista del sindacato spiegando come oggi la sfida stia nel mettere a sistema le tante sperimentazioni in atto a livello regionale per affrontare la fragilità. In questo senso l’attore pubblico potrebbe svolgere un ruolo fondamentale, ma a dire di Rancati la Regione attualmente ha molte difficoltà sotto questo profilo, sia sul lato sanitario che su quello socio-assistenziale, anche a causa della recente riforma del Servizio sanitario regionale.

Francesco Samorè, Direttore Scientifico della Fondazione Giannino Bassetti, ha chiuso la tavola rotonda raccontando come la mission della propria fondazione sia oggi strettamente legata ai temi dell’invecchiamento e della LTC. Fondazione Bassetti mira infatti a diffondere una cultura della innovazione responsabile, declinando tale concettonell’ambito delle Tecnoscienze e Scienze della vita, della Trasformazione dell’impresa, della Governance e Statualità e del Rischio.  


L’importanza di un approccio multidisciplinare

A Maurizio Ferrera, docente di Scienza Politica presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano e coordinatore dell’Unità di Ricerca 1, è spettato il compito di concludere i lavori della giornata.

Ferrera, riprendendo molti spunti emersi durante il convegno, ha sottolineato la complessità dei problemi oggi aperti sul fronte invecchiamento e LTC, che richiedono nuove strade per tenere insieme “valori eticamente accettabili” con “attività empiricamente praticabili”. Alla luce dei cambiamenti demografici in atto, delle risorse pubbliche scarse per affrontare bisogni socio-sanitari e, in generale, un approccio culturale “errato” verso il welfare (considerato quasi esclusivamente come tema pensionistico) oggi trovare soluzioni praticabili è tutt’altro che scontato.
 


L’intervento conclusivo di Maurizio Ferrera

In tal senso secondo Ferrera l’approccio adottato da InnovaCAre, che affianca alla ricerca “tradizionale” il confronto continuativo con gli stakeholder che si occupano di invecchiamento e LTC, può essere prezioso per chiarire i problemi che abbiamo di fronte, i valori su cui vogliamo basare le risposte che vorremo dar loro e, soprattutto, il rapporto che andrà creato tra mezzi e fini necessari per affrontarli. Ferrera ha concluso il proprio intervento con una nota di ottimismo circa l’attività di ricerca che il team di InnovaCAre si trova innanzi, citando una frase del sociologo Max Weber: “bisogna mirare all’impossibile per portare a casa tutto ciò che è possibile”.


Materiali del convegno

Slide Ambrosini

Sintesi del working paper "Long-Term Care e innovazione sociale: quali spunti dall’Europa?"
Slide Razetti

Sintesi del working paper "Donne immigrate e lavoro di cura: un welfare invisibile ma bisognoso di innovazione sociale
Slide Bonizzoni e Zilli

Sintesi del working paper "Autonomia, vulnerabilità e dipendenza nell’anziano: rassegna della letteratura etico-normativa 
Slide Sanchini

La composizione del Comitato degli Stakeholder di InnovaCAre

Stefano Arduini, Direttore responsabile di Vita;
Maurizio Bove, Responsabile di ANOLF-CISL;
Simone Cenci, Geriatra presso l’Ospedale San Raffaele;
Laura Crescentini, Coordinatore tecnico di Assoprevidenza;
Pedro Di Iorio, Responsabile di Caritas Ambrosiana;
Claudio Dossi, Responsabile Welfare SPI-CGIL Lombardia;
Fabio Folgheraiter, Dipartimento di Sociologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano;
Roberta Garbagnati, Presidente di Seneca Onlus;
Paola Gilardoni, Segretaria CISL Lombardia;
Fabrizio Giunco, Direttore medico dei servizi socio-sanitari Istituto Palazzolo, Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus;
Giancarlo Iannello, Direttore ASST Ovest Milanese;
Stefano Maggi, Presidente della Fondazione Cesare Pozzo per la mutualità;
Roberto Mauri, Direttore della Cooperativa La Meridiana;
Claudia Moneta, Direttore generale, Politiche per la famiglia, Genitorialità e Pari opportunità, Regione Lombardia;
Cosimo Palazzo, Direttore dell’Area Emergenze Sociali, Comune di Milano;
Francesca Rizzi, Jointly – Il Welfare Condiviso;
Francesco Samorè, Direttore Scientifico della Fondazione Giannino Bassetti.

  

Si ringraziano gli amici di Fondazione Giannino Bassetti per aver messo a disposizione le foto scattate durante il convegno. Tutti gli scatti sono visibili qui