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Il 16 dicembre a Roma presso l’Istituto Enciclopedia Treccani sono stati presentati i risultati del progetto MEP, Modelling Employability Process For Refugees, realizzato da Fondazione Adecco per le Pari Opportunità con il supporto di UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati. 

Il progetto è stato articolato in due macro-azioni:

  • la prima ha permesso l’inclusione lavorativa di 48 rifugiati fra cui 27 donne in situazione di vulnerabilità. Si è trattato di percorsi di inclusione realizzati grazie allo sviluppo dell’high employability tool e all’adozione di un sistema di mobilità geografica;
  • la seconda è consistita nella formazione di 21 operatori dei progetti di accoglienza della rete Siproimi su alcune metodologie innovative di orientamento di gruppo rivolte a rifugiati con vulnerabilità.

Durante la mattina sono intervenuti Francesco Reale, Segretario Generale della Fondazione Adecco; Riccardo Clerici, Head of Legal Unit, UNHCR; Valentina Brattelli, Integration Expert, UNHCR; Valentina Cesarana, Psicologa e gruppo analista; Andrea De Bonis, Protection Associate, UNHCR; Virginia Costa, Servizio centrale, SIPROIMI e Stefania Congia, Dirigente Divisione Politiche di Integrazione sociale e lavorativa dei migranti e tutela dei minori stranieri, Ministero del lavoro.

Ciò che ha colorato di emozioni la mattinata è stata soprattutto la testimonianza di alcuni tra i beneficiari dei progetti di inserimento, che hanno parlato di fronte a un folto pubblico di operatori dell’accoglienza, rappresentati di istituzioni e di organizzazioni coinvolte nelle politiche di integrazione, sedendo accanto a Manager e HR Director delle loro aziende (Experim, IPSOS, Carrefour).

Le parole di Abbas hanno portato le persone in sala lungo il suo percorso, dal Libano alla Siria fino al lavoro di Assistant Front Desk in IPSOS, la palpabile emozione di Ibrahim oggi Help Desk in Experim ha contagiato i presenti, l’orgoglio di Abero che ha deciso di puntare in alto seguendo il corso per diventare Store Manager in Carrefour e quello di Ella, passata dal tirocinio al contratto a tempo indeterminato come Addetta alle Vendite in Carrefour, hanno certamente fatto riflettere sull’importanza della determinazione individuale e del lavoro di squadra nel raggiungimento degli obiettivi.

Le aziende, così come i beneficiari del progetto, hanno sottolineato l’importanza del progetto e del ruolo della Fondazione Adecco che ha accompagnato le aziende a interfacciarsi con il sistema dell’accoglienza e i rifugiati a conoscere meglio il mercato del lavoro in Italia. La parola chiave non è filantropia, le parole chiave sono due: diversity e inclusion. Molti sottolineano come la diversità possa costituire un valore aggiunto per le imprese, così come l’entusiasmo che caratterizza i protagonisti di queste storie.

Una delle peculiarità del progetto è stata proprio quella di avvicinare il mondo delle grandi imprese al sistema dell’accoglienza, sistema – quest’ultimo – che invece solitamente riesce di più a intercettare piccole e medie imprese.

Il tema dell’inclusione lavorativa è assolutamente rilevante, se si pensa che il refugee gap, ovvero l’esclusione o la marginalizzazione lavorativa dei rifugiati, è una criticità che accomuna molti paesi europei. Imprescindibile il riferimento alla situazione del sistema dell’accoglienza in Italia. Virginia Costa, Servizio Centrale del Siproimi, ha spiegato come, in seguito al Decreto Salvini che ha escluso dalla seconda accoglienza i richiedenti asilo e contestualmente ridotto gli investimenti nella prima accoglienza, si siano drasticamente ridotti i tempi e le risorse per promuovere percorsi di inclusione (noi ne abbiamo parlato qui).

La presentazione dei risultati del progetto MEP non è stata dunque solo un’occasione per ascoltare dalla voce emozionata dei protagonisti le storie di successo d’inserimento lavorativo, né soltanto un’occasione per discutere di metodi innovativi di orientamento per valorizzare il potenziale di occupabilità di persone con vulnerabilità, ma è stata un’occasione per interrogarsi sul sistema di accoglienza e sulle politiche di integrazione più in generale.

L’intervento di Stefania Congia, Dirigente Divisione Politiche di integrazione sociale e lavorativa dei migranti e tutela dei minori stranieri del Ministero del Lavoro, che ha elogiato i risultati del progetto è andato in questa direzione: come mettere a sistema queste buone pratiche d’inclusione lavorativa? Per farlo sarà ineludibile coinvolgere le Regioni e la più vasta rete di servizi al lavoro pubblica e privata.