Durante il convegno di apertura di Urbanpromo è stato presentato ufficialmente il Comitato Nazionale per l’housing sociale, organismo che aggrega i soggetti italiani più rappresentativi del settore dell’abitare sociale che intendono così dare impulso a un’azione trasversale e sinergica per costruire una visione di sistema e nuove partnership pubblico-privato. Durante l’evento è stato presentato anche il Rapporto Rilanciare le infrastrutture sociali in Italia, che presenta una sezione dedicata al social housing. Un tema, quest’ultimo, su cui appare sempre più urgente definire una strategia comune, efficace e di lungo termine in grado di rilanciare il tema della casa, segnando un cambio di passo nella cooperazione tra Pubblico e privati.
Il Comitato Nazionale per l’housing sociale
Il sistema italiano dell’housing sociale oggi si caratterizza per l’adozione di diversi modelli operativi gestiti in autonomia da parte di attori pubblici (per la maggior parte), privati, non profit e low-profit. Il Comitato Nazionale per l’housing sociale, costituito formalmente nelle scorse settimane, nasce dalla consapevolezza di come una tale eterogeneità possa incidere negativamente sulla realizzazione di alcuni progetti che, sebbene di grande interesse e impatto per i propri territori e le relative comunità, risultano talvolta incapaci di suscitare l’interesse degli investitori italiani o stranieri o di divenire parte di un disegno più ampio.
Il Comitato, che aggrega Federcasa, Legacoop Abitanti, Confcooperative Habitat, Fondazione Housing sociale, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, si propone pertanto di attuare un’azione trasversale e sinergica tra soggetti che operano in realtà molto diverse tra loro ma con obiettivi convergenti. La finalità ultima è definire una capacità progettuale comune e condivisa da adottare nello sviluppo di progetti di partenariato pubblico-privato. Un tema, questo, molto attuale, ma che rischia di essere difficilmente applicabile senza un confronto tra i diversi operatori sui contenuti da perseguire e sulle strategie da adottare. Proprio per favorire tale confronto il Comitato intende:
- individuare strategie ed approcci innovativi per la realizzazione di interventi di housing sociale in partenariato pubblico-privato;
- definire una capacità progettuale comune e condivisa da adottare nello sviluppo di progetti di partenariato pubblico-privato nel settore del social housing;
- proporre e promuovere la realizzazione di progetti pilota capaci di esprimere i contenuti e i propositi elaborati;
- progettare e realizzare iniziative di ogni genere per la promozione, la divulgazione, il coinvolgimento del Pubblico e delle popolazioni locali, per lo sviluppo e il raggiungimento degli obiettivi predefiniti.
Il Comitato si propone inoltre come soggetto indipendente e altamente rappresentativo, sia in Italia che in Europa, finalizzato a restituire la complessità del sistema italiano dell’housing sociale.
Rilanciare le infrastrutture sociali in Italia
Come detto, contestualmente al Comitato Nazionale per l’housing sociale è stato presentato il Rapporto Rilanciare le infrastrutture sociali in Italia coordinato da Edoardo Reviglio e promosso dalla FondazioneAstrid e dalla Fondazione Collegio Carlo Alberto di Compagnia di San Paolo. Il Rapporto nasce nella cornice del c.d. Rapporto Prodi, sostenuto dalla Commissione europea e dall’ELTIA (European Long-Term Investors Association) e consegnato al Vice Presidente della Commissione europea Jyurki Katainen nel gennaio del 2018. Si tratta del risultato di un intenso lavoro di 7 gruppi e una quarantina di esperti; del gruppo di lavoro sulla infrastruttura “casa” hanno fatto parte Compagnia San Paolo, Federcasa e Fondazione Housing Sociale.
Per quanto riguarda l’Italia, il Rapporto propone la messa in opera di un Piano straordinario da realizzare in 15 anni ad un costo stimato di circa 150-200 miliardi per le infrastrutture sociali, previsione realistica e fattibile, con ritorni economici e sociali che permetterebbero al nostro Paese di gestire alcune delle grandi sfide che ci attendono. Se il Piano venisse realizzato nei tempi ed ai costi stimati dal Rapporto, l’Italia si potrebbe dotare di un ottimo sistema di infrastrutture sociali nei tre grandi settori che sono al centro del nostro futuro, quello della sanità, dell’istruzione e dell’edilizia sociale.
Le parole dei protagonisti del Comitato
Le ambizioni del neonato Comitato Nazionale per l’housing sociale sono emerse anche nelle dichiarazioni fatte da alcuni dei rappresentanti delle organizzazioni che lo compongono. Giordana Ferri, Direttore Esecutivo Fondazione Housing Sociale, ha spiegato che “non è stato facile costituire questo comitato perché ognuno di noi rappresenta degli interessi differenti, ma abbiamo portato fino in fondo questo obiettivo nella consapevolezza che questo passo fosse indispensabile per le future sfide che ci aspettano nell’ambito del settore casa.”
Rossana Zaccaria, Presidente di Legacoop Abitanti, ha aggiunto che “in questo momento in cui Next Generation EU richiede al nostro Paese investimenti con elevato impatto sociale e potenziale di crescita, crediamo che la casa costituisca un ambito di intervento essenziale se concepito come hub di innovazione dell’infrastruttura sociale, con il coinvolgimento di tutti gli attori.”
Luca Talluri, Presidente di Federcasa, ha invece spiegato che “i gestori di case popolari stanno lavorando negli ultimi anni alla rigenerazione di un servizio pubblico essenziale per rispondere alla domanda di edilizia sociale che nasce dal disagio economico. La rigenerazione del nostro mondo passa dall’introdurre innovazione sociale sia nella gestione quotidiana delle persone e degli spazi sia nella pianificazione e programmazione della costruzione di nuovi alloggi attraverso la rigenerazione urbana di pezzi di città. Siamo convinti che questo lavoro richieda anche lo sviluppo del partenariato pubblico privato come una delle strade su cui lavorare".
Per queste ragioni “La Fondazione Compagnia di San Paolo" ha spiegato il Segretario Generale Alberto Anfossi "considera la nascita del Comitato una tappa utile per mettere a sistema le competenze dei soggetti che lavorano sui temi dell’housing sociale, con l’obiettivo di individuare approcci e modelli di intervento relativi all’abitare e alla rigenerazione urbana, che siano comuni e condivisi, capaci di contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile: 1, Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo, 10, Ridurre le disuguaglianze, 11, Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.”
“La Fondazione Sviluppo e Crescita CRT" ha sottolineato la Presidente Cristina Giovando "ha come mission il rafforzamento e la diffusione delle competenze e dell’efficienza dei modelli, con una particolare attenzione rivolta all’housing sociale. Oltre a partecipare quale investitore istituzionale a fondi dedicati all’immobiliare sociale, la Fondazione si dedica ad attività di monitoraggio e misurazione dell’impatto sociale sugli interventi e ritiene che il confronto fra gli attori del sistema dell’housing sociale, che il Comitato rende efficace, sia indispensabile per migliorare sempre di più la ricaduta dei progetti sul territorio a beneficio delle persone che restano al centro di ogni azione”.