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Come rispondere, sui territori, ai problemi dei cittadini più fragili coniugando qualità ed efficienza nella gestione dei servizi sociali? Come attivare nuove energie, valorizzare alleanze e fare regia tra attori diversi, “attivando” anche risorse private? E ancora, come rendere i servizi luoghi aperti, sensibili alle evoluzioni della società e orientati al cambiamento e quindi ridisegnare un welfare pubblico locale rivolto a tutti i cittadini?

Sono questi i principali quesiti a cui cerca di rispondere il volume “Welfare di servizi e welfare di comunità” – curato da Guido Ciceri, Marco Cau e Graziano Maino ed edito da Maggioli Edizioni – che ripercorre l’esperienza di Sercop, azienda speciale consortile che si occupa della gestione dei servizi alla persona dei comuni del rhodense (Arese, Cornaredo, Lainate, Pero, Pogliano, Pregnana, Rho, Settimo, Vanzago) e del comune di Nerviano.

La storia di Sercop rappresenta un esempio concreto di come un soggetto locale possa divenire luogo di regia delle collaborazioni e delle alleanze, strumento per sviluppare e intrecciare politiche per il territorio e spazio di dialogo per la tenuta e l’innovazione del welfare locale in una prospettiva complementare, sinergica e comunitaria. Nel corso dei suoi dieci anni di attività infatti l’azienda del rhodense si è posta l’obiettivo di riorganizzare i servizi coniugando qualità, ascolto degli utenti, appropriatezza degli interventi, attenzione ai problemi emergenti dalla comunità con efficienza e sostenibilità economica del sistema di welfare locale.


Verso un welfare plurale

Il libro, aperto da una introduzione di Giovanni Fosti (nuovo Presidente di Fondazione Cariplo), si divide in quattro parti  Organizzare e gestire, Costruire e consolidare le partnership, Produrre servizi, Dal welfare dei servizi al welfare di comunità – e raccoglie i contributi di figure che ricoprono ruoli di responsabilità in Sercop, di amministratori locali che hanno promosso e sostenuto la crescita dell’azienda, di interlocutori e partner che in questi anni hanno collaborato, co-progettato e co-realizzato servizi e progetti, di consulenti che hanno affiancato gruppi di lavoro nello sviluppo di nuovi interventi.

La prima parte – Organizzare e gestire – fotografa l’azienda e il suo territorio, l’evoluzione delle linee e del modello di gestione. La seconda parte – Costruire e consolidare partnership – analizza le collaborazioni istituzionali con i Comuni soci dell’azienda, le alleanze con le organizzazioni del terzo settore, le relazioni con altre istituzioni, le interlocuzioni con partner non convenzionali. La terza parte – Produrre servizi – analizza le determinanti dei processi di innovazione che si sono generati nel welfare locale a partire da alcune esperienze sul campo. La quarta parte – Dal welfare dei servizi al welfare di comunità – delinea i percorsi di innovazione intrapresi dall’azienda con riferimento allo sviluppo di progetti di partecipazione e coinvolgimento della comunità territoriale.

Il “filo rosso” che tiene unito il volume si basa sull’idea che nello sviluppo di un welfare locale efficiente ed innovativo sia necessaria la presenza di un solido presidio amministrativo, organizzativo e tecnico dei servizi presenti sul territorio, capace di generare risposte sia per le fasce marginali che per tutta la comunità.

Proprio per tale ragione, in un momento storico in cui l’intero sistema di welfare – all’interno di una vasta transizione della società – manifesta segnali di crisi, risulta cruciale alimentare e promuovere la cultura dei servizi e un approccio orientato alla comunità. Raccontare le esperienze e rendere evidenti e trasparenti forme e modalità di produzione di iniziative di stampo sociale realmente innovative contribuisce a restituire materialità e riconoscibilità alla complessità di prodotti e processi.

Riferimenti

Ciceri G., Cau M. e Maino G. (2019), Welfare di servizi e welfare di comunità, Maggioli Editore