Crescita delle diseguaglianze, invecchiamento demografico, progressivo allargamento dell’area di bisogno. Nuovi bisogni che premono sulla società, comportando l’esigenza non solo di allargare l’area di welfare, ma altresì di modularne le risposte per rispondere in maniera più coerente ai cambiamenti in corso, guardando al beneficiario come il primo portatore di risorse e il primo artefice della propria uscita dallo stato di bisogno. E’ da questa consapevolezza che muove il progetto Coinquilini Solidali, finanziato dalla Compagnia di San Paolo all’interno della linea Social e Smart Housing 2018 e promosso dall’associazione Refugees Welcome Italia Onlus, l’organizzazione parte dell’omonimo network internazionale che promuove l’accoglienza in famiglia di rifugiati e titolari di protezione.
Refugees Welcome Italia Onlus è attiva dal 2016 In Italia e in soli 3 anni ha attivato oltre 160 convivenze sul territorio nazionale, dove è presente in 22 città.
Il progetto mira alla prototipazione di un modello di co-living a medio termine che aiuti, di concerto con l’ente locale e i Consorzi di Servizi Sociali dell’area metropolitana torinese, i soggetti vulnerabili (a titolo esemplificativo: anziani soli, madri single, padri divorziati, rifugiati e titolari di protezione umanitaria in uscita da percorsi di accoglienza) a consolidare e/o recuperare la propria autonomia e a migliorare la loro qualità di vita.
Come funziona?
I destinatari delle coabitazioni saranno individuati e selezionati sia tramite candidatura spontanea sul sito sia attraverso un confronto (riunioni, incontri preparatori) con i servizi sociali e le organizzazioni no profit del territorio e profilati sulla piattaforma di Refugees Welcome. In particolare, sulla piattaforma sarà possibile: costruire account dedicati, redigere un diario di progetto che tenga traccia dell’evoluzione della convivenza, permettere la candidatura di persone disponibili alla convivenza o che vogliano mettere a disposizione un appartamento redigere un report complessivo da conferire all’ente finanziatore una volta concluso il progetto.
Durante la fase di convivenza, mutuata e modellata sulla base dell’inserimento eterofamiliare di malati psichiatrici sperimentato per la prima volta nella città di Geel, i volontari di Refugees Welcome Italia Onlus attiveranno un monitoraggio e un’assistenza continua sia in remoto, tramite call e telefonate, sia attraverso visite in loco al fine di assicurare il buon andamento della coabitazione, sostenere i destinatari, risolvere situazioni di crisi.
Gli anziani soli
Tra i destinatari, una particolare attenzione sarà dedicata al matching tra anziani soli e rifugiati. Tale scelta nasce, da un lato da una ricognizione dei bisogni emersa nell’ambito delle attività ordinarie dell’associazione, dall’altro da una presa d’atto di esperienze simili in altre parti d’Europa e d’Italia (ad esempio, la sperimentazione promossa dal comune di Milano sulle coabitazioni tra studenti e anziani soli nel capoluogo lombardo).
In quest’ottica tale coabitazione può costituire una sperimentazione in grado di rispondere in chiave di innovazione sociale a una delle grandi sfide che toccheranno la nostra società nei prossimi decenni: il progressivo invecchiamento della popolazione e la contestuale necessità di costruire meccanismi di coinvolgimento che assicurino agli anziani la possibilità di continuare a partecipare alla produzione di valore sociale.
Oltre l’esperienza
Coerentemente alla ratio del bando e alla mission dell’organizzazione, Refugees Welcome Italia Onlus ha previsto a latere delle attività di selezione, matching e assistenza, che rappresentano a tutti gli effetti il core del progetto, un’intesa attività di modellizzazione dell’esperienza e di co-design con gli stakeholder territoriali. Obiettivo di questa azione di progetto sarà il consolidamento delle reti territoriali, la restituzione di un modello di intervento coerente e integrato che possa quindi essere replicato in altri contesti territoriali. Un obiettivo da sempre presente nelle attività di Refugees Welcome Italia Onlus che, se da un lato costruisce la sua value proposition sulla forza dell’attivismo, dall’altro cerca costantemente l’interlocuzione con i livelli amministrativi e politici della PA, nella convinzione che solo in questo modo le esperienze di innovazione sociale possano scalare e dispiegare un vero impatto sulle comunità e sui territori
Nel momento in cui si scrive il progetto ha da poco tagliato i nastri di partenza con l’organizzazione di alcuni incontri preliminari con il Comune e i Consorzi dei Servizi Sociali e il lancio del sito.