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La Conferenza Generale del Welfare promossa dalla Città di Torino, aperta dai lavori del 16 dicembre 2011, ha mosso venerdì 3 febbraio i primi passi nell’attivazione dei laboratori tematici in cui si articoleranno i suoi lavori dei prossimi mesi. Fra questi, il Laboratorio “Le funzioni di tutela dell’Ente locale: bisogni e risorse”, che si è tenuto a Torino nella Sala Bobbio di Via Corte d’Appello 16. L’iniziativa, che ha visto un’ampia partecipazione di pubblico (vi ha preso parte anche la IV Commissione Consiliare – “Sanità e Servizi Sociali”), ha dato spazio agli interventi di un alto numero di attori, che hanno offerto la propria testimonianza sui principali nodi nei settori delle politiche sanitarie e di assistenza sociale. Il laboratorio, moderato da Monica Lo Cascio, direttrice della divisione comunale Servizi Sociali, ha fatto emergere sia la comune consapevolezza della necessità di ripensare queste politiche per rispondere meglio ai bisogni dei cittadini in un contesto di vincoli di bilancio crescenti sia l’esistenza di posizioni piuttosto differenziate in merito alle possibili soluzioni.

Tra i problemi emersi, quello delle risorse in costante riduzione (con conseguente danno per gli utenti e per gli operatori del settore) ha costituito il cuore del dibattito. La Regione – rappresentata da Raffaella Vitale (responsabile della Direzione regionale Politiche sociali e politiche per la famiglia) – ha messo in luce come, per far fronte ai tagli, si stia cercando di istituire un fondo regionale per la non-autosufficienza finanziato dai risparmi che dovrebbero derivare dalla “razionalizzazione” del Sistema Sanitario Regionale: in questo modo, la Regione punta non solo a tamponare la perdita di risorse, ma anche ad assumersi l’esclusiva responsabilità tecnica e politica della materia, grazie ad una “gestione accentrata” del fondo, suddiviso in base a fabbisogni e costi standard. Raffaella Vitale ha poi invitato ad avviare una riflessione sulla necessità di rivedere i criteri di acceso ai servizi, prevedendo anche forme di compartecipazione da parte dei cittadini che non si trovino in condizioni di stretta necessità. Un’ipotesi, questa, duramente respinta da Maria Lucia Centillo, Presidente della IV Commissione Consiliare, che ha invece proposto di destinare tutto il gettito derivante dalla lotta all’evasione fiscale al finanziamento delle politiche di welfare, da intendersi anche come politiche di sviluppo.

Proprio alla luce delle difficoltà esistenti (di natura strutturale e non congiunturale), Lorenzo Cestari della Uil Piemonte ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento del sindacato e degli altri attori nella ridefinizione delle politiche e ha lamentato la quasi totale assenza di disponibilità al dialogo dimostrata dalla Regione negli ultimi mesi oltre che l’inopportunità di far confluire le politiche di assistenza nella sanità. Maria Grazia Breda del Coordinamento Sanità e Assistenza di Torino ha invitato tutti a considerare prima i bisogni delle risorse, sottolineando che i Lea, nel campo della non-autosufficienza, rappresentano diritti costituzionalmente esigibili e che la riduzione dei fondi a disposizione dell’assistenza risulta ai limiti dell’illegalità (in base a quanto previsto dalla legge regionale 1/2004).

L’intervento di Amalia Neirotti, Presidente dell’Anci Piemonte, ha poi illustrato i nuovi strumenti fiscali a disposizione dei Comuni in base ai decreti sul “federalismo fiscale” (addizionale Irpef e Imu) e ha restituito il dibattito che, all’interno dell’Anci regionale, i comuni stanno portando avanti sulla possibilità di avvalersi di tali strumenti, come auspicato anche dal rappresentante sindacale, per fronteggiare i tagli di risorse nel comparto dell’assistenza. A rappresentare problemi e proposte del “privato sociale” è stato l’intervento di Guido Geninatti (Presidente di Federsolidarietà Confcooperative Piemonte) che, avendo evidenziato l’importanza delle cooperative sociali nel garantire le funzioni di tutela a fianco degli enti territoriali, ha rivendicato maggiore spazio per questi attori, vedendo nel ripensamento delle politiche territoriali di welfare in corso un’occasione per una ridefinizione dei ruoli e dei rapporti di soggetti pubblici e privati; ha inoltre lamentato i problemi occupazionali che affliggono il settore, ha proposto di trasformare almeno parte delle attuali erogazioni in denaro in erogazioni in servizi e, in linea con altri interventi, di ridurre la “sanitarizzazione” dell’assistenza.

Il laboratorio, che per ragioni organizzative non è riuscito a dare sufficiente spazio al dibattito che pure veniva sollecitato dal pubblico presente in sala, si è concluso con l’intervento dell’assessore alle Politiche sociali del Comune di Torino, Elide Tisi, che ha ribadito che l’obiettivo dei laboratori – il cui percorso, nonostante la non riconducibilità a sintesi di tutte le posizioni in campo, dovrà comunque concludersi nell’arco di due mesi – è cercare di capire come fare uscire le politiche sociali da una situazione critica (in cui il Comune, senza risorse adeguate, deve comunque garantire la tutela delle fasce più deboli), facendole emergere, al tempo stesso, come politiche di sviluppo. I prossimi appuntamenti sono previsti nel mese di marzo, quando i lavori si articoleranno in filoni più specifici, nell’auspicio di rendere più semplice e fruttuoso il dialogo fra i partecipanti.

 

Riferimenti

Per info e materiali il sito del Comune di Torino

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