Sono quasi 4.800 gli uffici postali presenti in Comuni con meno di 15.000 abitanti che dovranno essere dotati delle infrastrutture, soprattutto informatiche, per consentire alle Poste di fornire al cittadino 19 servizi, tra i quali la carta d’identità digitale, il passaporto, fino ad arrivare alla cartella clinica. L’intervento è stato battezzato «Sportello unico» ed è parte del progetto Polis.
Presentato dal Ministero dell’Economia, azionista di Poste, ai fini dell’accesso ai fondi del PNRR, Polis rappresenta un’evoluzione sistematizzata di servizi che il gruppo aveva già cominciato a fornire, come quelli legati al permesso di soggiorno che, come ha ricordato l’AD di Poste Matteo Del Fante, prevedono che «il riconoscimento formale e l’accettazione di un non residente vengano fatti nell’ufficio postale». A condizioni che ci siano gli strumenti per farlo.
Polis ha anche una seconda linea d’intervento denominata «Spazi per l’Italia», che prevede la realizzazione di una rete nazionale formata da 250 spazi per il coworking, la formazione e l’erogazione di servizi avanzati per professionisti, imprese, associazioni e singoli cittadini. Un modo per rendere più semplice l’accesso ai servizi sopratutto a chi vive nelle aree interne, dove le Poste sono da sempre un presidio sociale prezioso.