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Si è chiuso pochi giorni fa il 3° Forum sulle Politiche Sociali del Comune di Milano per raccontare “Tutta la Milano possibile”, ovvero i mille volti del disagio sociale e delle risposte che pubblico, privato, terzo settore e cittadini possono mettere in campo. Un evento che in nove giorni ha registrato più di 4 mila presenze in oltre 40 appuntamenti dove sono intervenute decine di relatori del mondo del non profit, delle istituzioni, della cultura e delle imprese. Fare leva sulle “forze propulsive” presenti nella città, integrare servizi e settori sociali, sono alcune delle ricette pensate per cambiare le politiche della città.

Risorse e obiettivi

Nel 2013 la domanda di assistenza è triplicata in tutti i settori: solo per il sostegno al reddito si sono rivolte al Comune circa 16 mila persone. Il sindaco Pisapia, durante l’intervento di apertura, ha spiegato che nel complesso le risorse destinate alle politiche sociali sono state 204 milioni di euro (91,8 per gli anziani, 42,8 per i minori e le famiglie, 42,1 per le persone disabili, 23,6 per gli adulti in difficoltà e l’immigrazione): rispetto all’anno precedente è stata ridotta di poco solo la cifra dedicata agli anziani, mentre tutte le altre voci sono rimaste sostanzialmente invariate. Per il 2014, però, il desiderio non è spendere meno, ma spendere “meglio”, proseguendo sulla strada dell’innovazione e della riorganizzazione dei servizi, dell’alleanza col sistema delle imprese e della valorizzazione della partecipazione diretta dei cittadini.

Anche il contesto sociale è profondamente mutato: secondo i dati del 2011 più della metà dei Milanesi, il 52,7%, vive solo – vent’anni fa erano meno di un terzo; il 60% delle donne lavora, il che è un ottimo risultato, ma implica un maggiore carico di cura per i nuclei famigliari soprattutto per quelli meno numerosi e che dispongono quindi di meno risorse. La riorganizzazione delle politiche sociali del Comune di Milano mira a ricomporre la frammentarietà che ha caratterizzato gli ultimi anni – sia dal punto di vista operativo che da quello dei finanziamenti – frammentarietà che, se da una parte rispondeva ad una crescente domanda di specializzazione, dall’altra ha ostacolato quella trasversalità e collaborazione tra saperi e competenze che sono invece necessarie per dare risposte efficaci e innovative. Per favorire questa integrazione, sono stati creati 8 laboratori, composti da persone provenienti da categorie eterogenee, che tra gennaio e giugno 2013 hanno fotografato la situazione esistente, sviluppato una visione coerente con la realtà fotografata e elaborato una proposta progettuale concreta, che costituirà l’ossatura della nuova organizzazione dei servizi all’insegna di tre nuovi settori: territorialità, residenzialità e domiciliarità.

La relazione introduttiva dell’Assessore Majorino

 

I progetti

Durante il forum sono state presentate 32 azioni da portare a termine entro il 2016 e articolate secondo due le linee guida: sostegno alla povertà e welfare per tutti. I progetti sono aperti, non vi sono preclusioni a un eventuale arricchimento, e lo stesso Forum serviva anche a raccogliere nuove proposte in merito. Riportiamo alcune delle progettualità più significative:

Cura e assistenza – Dal 10 febbraio anziani e famiglie con bambini potranno contare su un nuovo sistema di assistenza familiare: in arrivo la badante di condominio, accanto a quella tradizionale, e per la cura dei più piccoli sarà attivato l’albo comunale di tate e baby sitter. In collaborazione con il Pio Albergo Trivulzio e alcuni soggetti del Terzo settore, il Comune di Milano avvierà questo nuovo sistema di ricerca di assistenti familiari con l’obiettivo di creare nel giro di un anno un elenco di circa 2 mila badanti e alcune centinaia di baby sitter. Il nuovo sistema di ricerca, formazione e offerta di assistenti familiari garantirà alle famiglie l’impiego di personale qualificato, adeguatamente formato e adattabile, in termini di numero di ore e presenza, alle specifiche esigenze e possibilità, anche di tipo economico. A settembre invece si avrà la riforma dell’assistenza domiciliare, l’insieme dei servizi per anziani non autosufficienti messi a disposizione del Comune: dalla consegna del pasto caldo alla teleassistenza, dall’accompagnamento all’assistenza domiciliare. La grande novità riguarda l’estensione dei servizi comunali anche a chi oggi non ha accesso ad alcun servizio strutturato, perché non è sufficientemente povero per essere preso in carico, ma nemmeno abbastanza ricco per avvalersi dell’assistenza privata. Da settembre, infatti, chi vorrà potrà rivolgersi al Comune per ottenere, attraverso il pagamento di una quota commisurata al reddito, i servizi da cui è escluso perché la sua situazione non consente la gratuità. Si partirà da una prima fascia di anziani non autosufficienti, circa 15.000, per poi coinvolgere chiunque si voglia avvalere della compartecipazione. Da quest’anno inoltre il Comune sostituirà l’autocertificazione finora utilizzata con la presentazione della dichiarazione Isee (Indicatore situazione economica equivalente) per l’assegnazione di servizi e sussidi, al fine di garantire la massima trasparenza e controllo sui beneficiari.

Minori e famiglie – Oltre al suddetto albo comunale per tate e baby sitter, sono in arrivo 7,7 milioni di euro per progetti a sostegno dei minori e diverse nuove iniziative, come il portale informativo per le famiglie e l’avviso pubblico per individuare associazioni che possano garantire il diritto al compleanno ai bambini delle famiglie in difficoltà. Ma anche la valorizzazione delle esperienze esistenti, come il Museo dei bambini o lo Spazio Agorà di Quarto Oggiaro. E’ inoltre prevista l’istituzione del Garante milanese per i diritti dell’infanzia.

Abitare – Il tema abitativo è ritornato emergenza a Milano per la congiunzione di due fattori: la crisi economica – il 90% degli sfratti avviene per morosità – e la gestione inefficiente della recente ondata migratoria, prevalentemente di origine straniera. Mentre l’ondata migratoria del boom economico venne gestita anche grazie alla costruzione di alloggi popolari che, pur dando vita a quartieri dormitorio, riuscirono ad assorbire i flussi dei lavoratori e delle loro famiglie, quella più recente ha completamente delegato al mercato privato, a volte speculativo, la ricerca della casa, determinando così problemi di abitabilità, ordine pubblico e determinando l’emergere di conflitti sociali. Questo il quadro dato dall’Assessore Daniela Benelli.
Milano è oggi afflitta da un lato dalla carenza di alloggi a basso costo e dall’altro di alloggi per persone con particolari disagi (come disabili, padri separati, ecc.), un terreno sul quale però si stanno sperimentando nuovi progetti. Come la Cascina di Chiaravalle,finora il bene più grande confiscato alla criminalità organizzata a Milano, che diventerà un pensionato, un condominio solidale per famiglie senza casa e un luogo per iniziative socio culturali di promozione della legalità. Diciotto unità immobiliari per 2.000 metri quadrati di superficie e 15 ettari di terreno agricolo per un valore di mercato di svariati milioni di euro.
Per quanto riguarda invece il diritto alla casa tout court l’idea è di seguire tre linee: azzerare la percentuale di sfitto di edilizia residenziale pubblica; recuperare il patrimonio degradato non solo del comune ma anche dell’ERP; riconvertire il patrimonio edilizio esistente dove si può, senza consumare nuovo terreno. Anche il mercato privato può essere aggredibile e dinamizzabile, attraverso, ad esempio, l’istituzione di un’Agenzia per la casa, o un patto con i proprietari privati. Si tratta ovviamente di obiettivi ambiziosi e non di semplice realizzazione, che richiedono nuove risorse ma anche nuove modalità operative: con la Regione si sta ragionando di come introdurre nuove modalità rispetto all’Aler, un sistema rivelatosi spesso inadeguato, lontano dalle esperienze di gestione europee.
Infine, serve accompagnamento sociale e tutoraggio per creare coesione sociale e gestire i conflitti all’interno dei quartieri, un tema che in una città come Milano è particolarmente sentito.

Disabilità – Continua la ricerca di nuovi progetti sulla disabilità. Un Villaggio della solidarietà dedicato alle persone con disabilità sorgerà in zona Gorla-viale Monza: sarà uno spazio a disposizione di famiglie e associazioni per incontrarsi, progettare e realizzare, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, iniziative e interventi nell’ambito della disabilità. Ma, soprattutto, sarà un luogo dove le persone con disabilità avranno occasioni di socialità, animazione e pratica motoria.

Salute mentale – Si sta lavorando ad un Patto per la salute mentale – da siglare con le associazioni del terzo settore e dei famigliari dei malati psichici, con i Dipartimenti di salute mentale delle Aziende ospedaliere e con l’Asl – con l’obiettivo di promuovere e realizzare percorsi di inclusione sociale per persone con problemi di disagio psichico. “Non si tratta di un’intesa formale, ma di un vero e proprio strumento di lavoro da verificare poi nella sua dimensione attuativa” ha spiegato l’assessore Majorino. Il Patto è infatti frutto di un percorso condiviso di analisi, approfondimento e confronto tra oltre 50 soggetti impegnati sul fronte del disagio psichico, che hanno partecipato alla stesura del testo su impulso del Tavolo della salute mentale, organo consultivo dell’assessorato alle Politiche sociali. Il documento è incentrato su quattro aree prioritarie di intervento: l’abitare, con lo sviluppo dei vari servizi di residenzialità e di autonomia; il lavoro, con la costruzione di opportunità occupazionali per i soggetti con disagio psichico; la prevenzione, con l’attuazione di progetti rivolti alla popolazione giovanile; il carcere e la questione degli Ospedali psichiatrici giudiziari, con la promozione di una cultura del recupero e del reinserimento di malati di mente autori di reato.

Giovani – L’obiettivo è lavorare per un’agenda di lavoro sul welfare delle nuove generazioni, tema su ci mancano totalmente riferimenti istituzionali generali. E’ una questione emblematica perché si vive una situazione paradossale: alla retorica sulla disoccupazione giovanile non segue una progettazione concreta delle politiche pubbliche.

Partnership coi privati – Proseguire sul modello del Fondo AiutaMI per stabilizzare le relazioni tra il Comune e i privati che vogliono collaborare col sociale attraverso una partnership strutturata, senza sperperare risorse ma concentrando energie su progetti concreti. Nel 2013 il partenariato col provato ha messo insieme oltre 2 milioni di euro – lo stesso Forum è stato finanziato per oltre 20mila euro da un donatore privato.

Coesione sociale – Tanti anche i progetti sulla coesione sociale. Tra questi il Progetto RiGuarda Niguarda che prende vita in via Padre Luigi Monti con l’obiettivo di promuovere percorsi di coesione sociale nelle comunità territoriali grazie al lavoro di un gruppo di soggetti del privato sociale, in stretta collaborazione con il Comune di Milano e con il settore di Zona 9. In via Mambretti 33 – zona Quarto Oggiaro – presso la struttura di accoglienza per i senzatetto il Comune, con Asl Milano, Fondazione Progetto Arca e Medici Senza Frontiere hanno presentato uno spazio con 20 posti letto destinati ad ospitare chi è dimesso dall’ospedale e non ha una casa dove poter essere curato, per evitare ricadute o peggioramenti. I medici senza frontiere si prenderanno cura di queste persone con l’aiuto degli operatori di Fondazione Progetto Arca.

Expo sociale

Infine, come non parlare di Expo, definita dall’assessore Majorino un “evento sociale”: “siamo pronti a ragionare di come Expo sia inscindibilmente legata al sociale. Inizieremo presto un percorso di proposte su questo terreno, che ci presenta sfide vere, a partire dall’accessibilità del sito espositivo all’impiego delle cooperative di tipo B nella sua realizzazione, fino alla cultura della sana alimentazione delle scuole. E ancora proporremo il coinvolgimento, idea già condivisa con la ministra Cécile Kyenge, delle cosiddette seconde generazioni nell’accoglienza dei visitatori. Su questi temi e su altri concentreremo il nostro impegno”. Un evento che, come ha ricordato il Commissario Unico Delegato del Governo per Expo Giuseppe Sala, a differenza del passato, non è solo concentrato sul progresso ma anche sulla sostenibilità.

 

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