La Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (CRC) ha promosso sabato 1° dicembre un convegno nazionale che, in prossimità della giornata internazionale delle persone con disabilità, ha invitato operatori, persone con disabilità, famiglie e interlocutori istituzionali e politici a confrontarsi sui percorsi di inclusione sociale delle persone con disabilità intellettiva. La giornata – intitolata “L’inclusione possibile” – si è articolata in due parti: nel corso della mattinata sono state raccontate le azioni condotte dai diversi gruppi di lavoro di Orizzonte VelA; a seguire diversi esponenti dell’associazionismo e della politica si sono confrontati sulla promozione della vita indipendente (abbiamo approfondito la prima parte del convegno in questo articolo). Nel pomeriggio sono stati organizzati diversi workshop volti a stimolare il confronto tra attori significativi intorno a temi di particolare rilevanza per la disabilità intellettiva. In questo secondo articolo vi raccontiamo alcuni spunti emersi dai workshop e dal momento conclusivo della giornata.
Cinque laboratori sulle dimensioni dell’inclusione
Nel pomeriggio il convegno “L’inclusione possibile” ha ospitato cinque workshop che hanno riassunto i dieci ambiti di intervento del progetto Orizzonte VelA. A conclusione della giornata i conduttori dei diversi laboratori hanno condiviso in plenaria alcuni spunti emersi.
Erika Molineris, educatrice professionale dell’associazione “Fiori sulla luna” ha condiviso il lavoro del workshop “Siblings: la risorsa fratelli”. Il gruppo si è confrontato su strategie e percorsi per supportare i siblings (fratelli e sorelle di persone con disabilità): i giovani siblings sono esposti a rischi evolutivi particolari che, in ottica preventiva, devono essere affrontati prima che possano svilupparsi in situazioni patologiche. Dall’altro lato i siblings, se supportati nella crescita e nel confronto con i pari, possono rappresentare una risorsa per tutti: innanzitutto per i propri fratelli e sorelle con disabilità, per le loro famiglie e per la società. Dal workshop è emersa la difficoltà di individuare i siblings (non esiste una mappatura dei fratelli e delle sorelle delle persone in carico ai servizi socio-sanitari) e l’impegno a voler continuare a lavorare in maniera strutturata su questo tema, spostando sempre di più il focus dell’intervento dalla singola persona con disabilità all’intero nucleo familiare.
Franco Fioretto, neuropsichiatra infantile dell’ASL CN1, si è fatto portavoce del workshop sull’attività informativa sui diritti e, in particolare, sull’inclusione scolastica. Il gruppo ha discusso dei limiti del nostro sistema scolastico, primo fra tutti il debole processo di selezione degli insegnanti di sostegno. In molti casi questi insegnanti non sono inseriti in pianta stabile nella scuola e nella classe e il percorso di inclusione risente di continui cambiamenti. Il confronto si è poi concentrato sulle criticità insite nella formazione degli insegnanti di sostegno: quali sono le potenzialità e i limiti di un percorso di selezione e ingresso nel mondo della scuola che ha criteri differenti da quello degli altri docenti?
Enrico Giraudo, assistente sociale del Consorzio Monviso Solidale, ha coordinato il gruppo di lavoro che si è concentrato su “Qualità della vita. Percorsi di autonomia, abitare e lavorare”. Nel corso del workshop è stato presentato il percorso di accompagnamento e di studio che ha permesso al tavolo di lavoro di Orizzonte VelA di elaborare un Protocollo operativo che impegna tutti gli attori locali del welfare ad operare secondo principi e modalità stabiliti e condivisi. Elisabetta Cibinel, ricercatrice del Laboratorio Percorsi di secondo welfare, ha commentato alcuni spunti emersi dal lavoro di mappatura curato dal nostro Laboratorio per supportare l’attività del tavolo di lavoro. Dal workshop è emersa l’urgenza di garantire, attraverso servizi e interventi, il diritto all’autodeterminazione delle persone con disabilità. Coerentemente con gli elementi contenuti nel protocollo, il gruppo di lavoro si è poi confrontato sulla centralità della famiglia e sul rapporto con i servizi pubblici e privati, sulla personalizzazione degli interventi e su strategie di presa in carico precoce e garantita da servizi sociali e sanitari in modo congiunto.
Jessica Sidoli, cooperativa sociale Momo, e Gilda Schiavoni, associazione Centro Down di Cuneo, hanno reso conto del workshop sulla genitorialità. Il gruppo si è concentrato sulle attività di supporto e informazione volte a sostenere i genitori nel loro ruolo di “regia” del processo di inclusione dei propri figli. I partecipanti del laboratorio sono stati coinvolti in alcune attività che i genitori svolgono all’interno dell’Officina della vita indipendente e sono stati stimolati a confrontarsi sull’importanza delle relazioni nel campo della disabilità intellettiva. Anche in questo gruppo è emersa la centralità dell’autodeterminazione della persona e l’importanza di lavorare tutti insieme – famiglie, servizi, comunità – verso il fondamentale obiettivo della vita indipendente.
Paola Isaia, psicologa e psicoterapeuta dell’ASL CN1, ha raccontato gli spunti emersi dal workshop sul protocollo di valutazione funzionale. Dopo una iniziale presentazione del protocollo stesso il gruppo di lavoro si è confrontato sui possibili sviluppi futuri dello strumento: l’estensione della fascia di età (attualmente il protocollo è riferito solo alla fascia 16-25 anni, considerata più critica nel campo della disabilità intellettiva); la previsione di uno specifico approfondimento sulla disabilità intellettiva grave; l’organizzazione di momenti di formazione e supervisione per diffondere lo strumento e per far sì che possa essere utilizzato in maniera autonoma; l’individuazione di alcuni ambiti e indicatori di valutazione legati al tempo libero.
La mozione finale e alcune riflessioni conclusive
Dopo la condivisione degli spunti emersi dai workshop a Giuseppe Viada, consigliere generale della Fondazione CRC, è stato affidato il compito di ricomporre proposte e punti di vista condivisi. Il consigliere ha sottolineato l’impegno di Fondazione CRC a fare tesoro della giornata e, più in generale, delle relazioni e dei progetti nati da Orizzonte VelA. Viada ha infine evidenziato un importante risultato raggiunto dalle esperienze di VelA e Orizzonte VelA: un cambiamento culturale verso un più profondo rispetto dell’autodeterminazione e una progettazione di servizi e interventi più attenta alla promozione della vita indipendente delle persone con disabilità intellettiva.
La giornata si è conclusa con l’approvazione di una mozione finale volta a riassumere i principali elementi discussi nella giornata e i valori e gli impegni espressi dai diversi attori che compongono Orizzonte VelA. Tutti questi soggetti, nella loro diversità e nel rispetto delle competenze di ciascuno, sono legati a un orizzonte comune: affermare l’importanza dell’inclusione per tutti e per tutte, attraverso l’universalità dei diritti di cittadinanza e l’equità. Il documento afferma la centralità della persona e della sua famiglia e sottolinea l’importanza del lavoro di rete e della co-progettazione come chiavi di lettura utili a favorire l’inclusione e la partecipazione di tutti gli attori possibili. La scuola e il lavoro appaiono come ambiti privilegiati per l’inclusione delle persone con disabilità intellettiva; in questi campi, così come in ogni intervento, la persona deve essere accompagnata da professionisti formati e competenti. La mozione si conclude sottolineando l’importanza di costruire percorsi di inclusione improntanti al concetto di vita indipendente, personalizzata e a misura (ai sensi dell’art. 19 della Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità) e invitando servizi e famiglie a confrontarsi e co-costruire già adesso percorsi di vita inclusivi legati al Dopo di noi.
Riferimenti