Nel perimetro dell’infrastrutturazione di un nuovo welfare di comunità (Rago, Venturi, 2016), le Fondazioni di origine bancaria (FOB) rivestono il ruolo di attori – come già è stato raccontato e successivamente approfondito su questo portale – aventi una funzione fondamentale in termini di supporto rispetto a processi di sviluppo sociale, culturale, civile ed economico attivi a livello locale. Funzione che passa attraverso il sostegno, mediante erogazione di contributi, alle realtà del Terzo settore che popolano i territori di riferimento delle FOB. Ma qual è oggi il modello verso cui è necessario orientare tale attività di supporto? 


L’impatto come elemento integrativo della “missione” delle Fondazioni Bancarie

Sembra sempre più evidente che il sostegno di cui c’è bisogno debba andare nella direzione di potenziare la capacità degli enti del Terzo settore (ETS) di produrre valore all’interno dello svolgimento della propria funzione sociale (connessa a finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale a seconda delle tipologie giuridiche e organizzative che popolano il mondo del Terzo settore) come riconosciuto dall’art. 2 del Codice del Terzo settore. A tal fine nonché a garanzia della sostenibilità delle azioni sociali, come evidenziato anche nelle linee guida sui sistemi di valutazione di impatto sociale delle attività svolte dagli enti del Terzo settore (decreto del 23 luglio 2019), è necessario che le FOB costruiscano relazioni con gli ETS basate su un orizzonte temporale di lungo periodo che aiutino a superare la logica di breve termine (short-termism) che spesso ancora oggi guida le attività progettuali degli ETS e le relative modalità di supporto e verifica, come recentemente ribadito anche da Carola Carazzone e ben descritto nella pubblicazione promossa, fra gli altri, da Ashoka “Accogliere la complessità”. 

In questa direzione va l’approccio adottato dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, che da tempo ha intrapreso un percorso evolutivo e olistico rispetto alle modalità di azione dei soggetti operanti nel settore in chiave comunitaria, attraverso un percorso di finanziamento sempre più orientato all’impatto, dapprima attraverso la riformulazione dei bandi e dei relativi modelli di rendicontazione nonché degli strumenti di valutazione ex post fino ad arrivare, nel tempo, ad essere un elemento integrato all’interno del piano strategico (missione) della Fondazione. 

In un primo momento, infatti, l’orientamento all’impatto si è concretizzato nella rilettura del bando in qualità di strumento strategico e quale esito di un percorso di lettura dei bisogni del territorio realizzato congiuntamente agli enti del Terzo settore che su di esso operano, in una logica di stakeholder engagement che ha permesso alla Fondazione di acquisire quegli elementi necessari a riorientare il bando stesso sulla base dei nuovi apprendimenti. Successivamente, l’elemento “impatto” è stato assunto come criterio di valutazione dei progetti candidati e integrato nella relativa griglia riorganizzata rispetto a dimensioni utili a rileggere le azioni progettuali in tale ottica.

 

Figura 1. Le fasi del percorso di orientamento all’impatto della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì

 

Strumenti. Oltre le metriche, l’esigenza di un “framework trasformativo”

Lo step di sviluppo successivo implica che oggi la Fondazione, per consolidare il proprio ruolo di agente facilitatore del cambiamento, arrivi a definire un vero e proprio “framework trasformativo”, una cornice in grado di disegnare e perimetrare la propria strategia che tenga conto di tre step fondamentali:

  1. la realizzazione di una scelta strategica della Fondazione rispetto alla propria visione e agli obiettivi (triennali e quinquennali) di generazione di impatto sul territorio su cui agisce, espressione del principio cd. di intenzionalità; ciò si traduce in una richiesta da parte della Fondazione di declinazione esplicita in fase di candidatura delle idee progettuali proposte dagli ETS delle modalità con cui essi intendono produrre impatto;

  2. la definizione di un Social Impact Framework che espliciti le “dimensioni di valore”, intese come tratti identitari che definiscono e caratterizzano il bando quale strumento volto a supportare e stimolare la progettazione/implementazione delle attività promosse dagli ETS, e la catena del valore condivisa tra i diversi progetti in termini di categorie di output, outcome e impatto, al fine di consentire una lettura complessiva della trasformazione agita, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo, e, quindi, del valore aggiunto generato dai progetti sostenuti;

  3. l’individuazione degli indicatori più adeguati ad osservare il cambiamento prodotto, previa verifica della  disponibilità dei dati/informazioni necessarie per poterli riempire di significato al fine di garantirne la misurabilità.“Inoltre, ciò permette anche di costruire e successivamente rilevare indici sintetici per verificare l’efficacia della Fondazione rispetto agli obiettivi di impatto (focalizzati su bisogni, risorse e peculiarità del territorio) così come dichiarati nel proprio piano strategico. 

Obiettivo ultimo di un percorso così strutturato è quello di abilitare i soggetti del Terzo settore che popolano il territorio su cui la Fondazione opera (capacity building), affinché possano convergere in maniera spontanea verso gli obiettivi che stanno alla base della generazione di impatto attraverso percorsi caratterizzati da una logica cooperativa e indirizzati verso la realizzazione processi di innovazione sociale. In altri termini, l’obiettivo è quello di costruire missioni territoriali intorno alle quali far convergere ecosistemi, più o meno formali ed eterogenei per dimensioni, di soggetti del Terzo settore; ecosistemi che possano essere valutati in termini di capacità di produrre impatto in risposta alle sfide sociali di un territorio, grazie alla definizione degli indici sintetici di cui sopra, e “generare, legarsi e conversare con la comunità” ovvero di contribuire al community index (Venturi, Dotti, 2020) che connota quel territorio. 


Figura 2. Il “framework trasformativo” utilizzato dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì

Immagine che contiene screenshotDescrizione generata automaticamente

 

 

Riferimenti bibliografici

Miccolis, S., Rago, S., Venturi, P. (2018), L’importanza e la necessità di orientare all’impatto l’azione delle Fondazioni di origine bancaria, Percorsi di Secondo Welfare, 5 settembre.

Rago S.,Venturi P. (2016), Imprese sociali e welfare di comunità, AICCON Short Paper Series, 10.

Venturi, P. (2019), La valutazione di impatto sociale come pratica “trasformativa”, AICCON Short Paper Series, 19.

Venturi, P., Dotti, M. (2020),Valore ed emergenza del soggetto comunitario, Vita, 14 maggio.

Zamagni S., Venturi P., Rago S. (2015), Valutare l’impatto sociale. La questione della misurazione nelle imprese sociali, in “Impresa Sociale”, 6, pp. 77-97.