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In questi giorni a Salerno sta muovendo i primi passi "La Città in Crescita", progetto promosso da diversi stakeholder locali e nazionali  – La Città della Luna Cooperativa Sociale, Percorsi di secondo welfare e l’Osservatorio politiche sociali dell’Università degli studi di Salerno, in collaborazione con il Consorzio La Rada e il Gruppo Cooperativo CGM – grazie al sostegno della Fondazione Banco di Napoli per l’Assistenza all’Infanzia. L’obiettivo dell’iniziativa è attivare e mantenere reti che possano divenire “Comunità Educanti” nell’ambito dello zero-sei, promuovendo la responsabilità educativa della cittadinanza per creare servizi sempre più rispondenti ai reali bisogni del territorio. Contemporaneamente, il progetto vuole offrire opportunità di giudizio e confronto – in primis attraverso il Focus ZeroSei ospitato sul nostro sito – che vada oltre i confini salernitana e sia aperto a chiunque, a vario titolo, si occupa di zero-sei. Abbiamo discusso del progetto con Elena Palma Silvestri, Presidente della Cooperativa Sociale La Città della Luna e Presidente del Consorzio La Rada, e Rossella Trapanese, Responsabile dell’Osservatorio politiche sociali del Dipartimento di Studi Politici e Sociali dell’Università degli studi di Salerno.

Presidente Silvestri, ci spiega nel dettaglio quali sono gli obiettivi del progetto “La Città in Crescita?”

Innanzitutto la volontà di contribuire a dare una spinta alla riforma, accompagnandola con azioni concrete. Stiamo assistendo ad un cambiamento epocale e come tale va trattato e gestito. Per la prima volta troviamo a livello normativo l’idea che si possa pensare una continuità dei contesti di apprendimento. La legge pone in relazione i nidi, le scuole dell’infanzia, e tutto il complesso di servizi integrativi attivi nella fascia zero-sei. Questo genera la necessità di mettere insieme soggetti con appartenenze diverse per offrire la possibilità di unire le migliori caratteristiche di ciascuno, e aprire spazi per tenere congiunta la storicità dei servizi, le capacità di innovazione, oltre che la competenza pedagogica elaborata e maturata nel tempo. Con questo progetto ci proponiamo di consolidare nella città di Salerno una comunità educante che favorisca il percorso evolutivo della legge, accompagnando il dialogo in maniera strutturata tra enti pubblici e privati e con l’obiettivo di promuovere una circolare responsabilità educativa.


Come si strutturerà il progetto?

Il progetto prevede la realizzazione di un Community hub con spazi reali e virtuali. A livello locale saranno realizzati focus group in quattro quartieri della città coinvolgendo le famiglie con bambini in fascia zero-sei, i rappresentanti istituzionali, i referenti del Servizio Sociale Territoriale, gli educatori ed insegnanti oltre che i Dirigenti scolastici, le associazioni e gruppi formali ed informali del territorio. Sarà realizzato un contest di progettazione sociale partecipata, per immaginare contenuti e spazi di un servizio di continuità educativa zero-sei rivolto ai bambini e alle loro famiglie secondo un’ottica di welfare generativo. Il percorso sarà animato da un ciclo di incontri con esperti che contribuiranno a delineare e accompagnare la progettazione partecipata e sarà fondamentale il ruolo dell’Osservatorio politiche sociali dell’Università di Salerno nella modellizzazione sostenibilità degli interventi, valutazione di impatto e follow up. Il Community hub, come dicevo, andrà ad implementare anche uno spazio digitale finalizzato a organizzare, sensibilizzare e accelerare il processo di partecipazione e che al contempo offra supporto agli operatori. Il risultato atteso vuole essere l’aumento del grado di coinvolgimento dei genitori e delle occasioni di relazione utili alla definizione di un progetto educativo partecipato e condiviso.

Perché avete deciso di promuovere una iniziative sullo zero-sei che avesse questa dimensione locale ma che – e credo che questa sia la parte più interessante dell’iniziativa, una prospettiva “aperta” – possa anche coinvolgere ad altri territori e il livello nazionale?

Salerno ha acquisito negli anni una consolidata esperienza in servizi zero-sei, con importanti investimenti da parte dell’amministrazione locale e con il contributo in termini non solo gestionali ma anche di coprogrammazione e coprogettazione da parte del Terzo Settore. Rappresenta l’eccezione nel panorama regionale, emerge nelle classifiche nazionali tra le città a compimento del raggiungimento dell’obiettivo europeo del 33% (come mostrano anche i dati di Openpolis) e continua ad investire risorse per dare continuità a quanto intrapreso negli ultimi quindici anni. Il Terzo Settore è stato determinante nel garantire la qualità di questo processo e ciò è stato possibile anche grazie alla relazione con network nazionali che attraverso costante confronto di prassi e modelli ha ampliato visione e competenze. Siamo oggi in nuova fase, in cui affrontiamo sfide più complesse e articolate e la strada da percorrere per arrivare a costruire un sistema integrato ha bisogno di partire da territori che dialogano per trovare insieme la giusta convergenza e superare anche possibili cortocircuiti che la legge potrebbe causare.

Professoressa Trapanese, lei è responsabile dell’Osservatorio Politiche Sociali – afferente al Dipartimento di Studi Politici e Sociali dell’Università degli studi di Salerno – che si occuperà della parte di ascolto, di animazione territoriale, di valutazione e di modellizzazione di quanto accadrà attraverso “La Città in Crescita”. Ci spiega meglio quali sono le fasi della ricerca previste e quali obiettivi intendete perseguire attraverso tali attività?

L’obiettivo principale è di promuovere pratiche di partecipazione al fine di far sentire i cittadini salernitani, qualunque sia il ruolo svolto, parte attiva della comunità. Sul piano tecnico-scientifico, partiremo da un percorso di ascolto su quattro aree territoriali di Salerno (quartieri), attraverso l’organizzazione di 8 focus group, quattro rivolti agli educatori e agli insegnanti coinvolti nel percorso formativo zero-sei, e altri quattro in cui parteciperanno anche i genitori e i rappresentanti dei sistemi no profit e profit locali. Una volta individuata l’area territoriale in cui vi è maggiore propensione alla collaborazione, si attiverà un Laboratorio di progettazione sociale partecipata, aperto anche a tutti i genitori e agli stakeholder locali che vorranno partecipare. Tale processo si spera possa portare all’individuazione di attività e servizi da implementare sul territorio, anche con il sostegno tecnico ed economico degli altri attori politici, economici e di Terzo Settore salernitani. Durante i due mesi di raccolta dati e di animazione territoriale, saranno tenuti degli incontri formativi e di confronto guidati da esperti nazionali, con l’obiettivo di aumentare le conoscenze e le skills dei cittadini. Un lavoro sinergico che vuole promuovere una partecipazione consapevole e competente della cittadinanza ai futuri processi decisionali nell’ambito dei servizi nell’area zero-sei. Al completamento del percorso di ricerca, verrà fornita una sintesi del “Sistema integrato 0-6 a Salerno”, che possa servire a migliorare i processi già attivi, attraverso un’attività di valutazione, ed eventualmente proporre quanto di positivo emerso su altri territori nazionali.

Silvestri, ci dice quali sono le vostre aspettative rispetto ai risultati di questa iniziativa? 

Da un lato puntiamo a comprendere se le azioni messe in campo possono aumentare il senso di appartenenza e la partecipazione civica delle famiglie coinvolte e dall’altro ad accrescere le nostre competenze per migliorare la strategia di azione. Mentre tornando al sistema integrato, l’aspettativa è di generare un livello di conoscenza reciproca e di condivisione della legge che diventi un punto di partenza per animare un confronto stabile tra nidi e scuole dell’infanzia sia a livello locale che nazionale in cui potenziare il livello di fiducia reciproco tra Terzo Settore e istituzioni. Ad ora è tutto da costruire e direi che diventa sostanziale per dare gambe alla legge ed evitare il rischio di disperdere il patrimonio di esperienza educativa che la cooperazione sociale ha portato nel nostro paese. Non da ultimo, il mio auspicio è che il progetto “La Città in Crescita” possa fungere da ulteriore stimolo per il completamento dell’iter di approvazione della legge regionale sul sistema integrato zero-sei che punti a recepire e consolidare gli orientamenti dettati dal decreto legislativo del 13 aprile 2017, n. 65 e di cui la Campania avrebbe sicuramente bisogno.

Professoressa Trapanese, quali sono invece le sue aspettative per quel che concerne la parte di ricerca?

 Il risultato principale che ci attendiamo è di promuovere l’attivazione di una Comunità partecipante, cioè di un sistema di corresponsabilità territoriale. L’idea che muove tutto il progetto è di creare attenzione e consapevolezza verso un tema centrale per i territori, l’educazione e la formazione dei bambini, non solo come trasferimento di conoscenze, ma come capability che possano produrre soggetti più attivi, autonomi e socialmente responsabili. Pertanto, la partecipazione sociale alle attività programmate si pone come centrale a tutto il processo e genera un humus favorevole alla definizione di obiettivi e di attività da costruire insieme successivamente. Nel mio breve paper "Comunità educante: strategie di innovazione sociale e sostenibilità territoriale" (disponibile qui) provo a spiegare in dettaglio proprio questo: l’importanza di coinvolgere tutte gli stakeholder territoriali, così da renderli possibili “driver del benessere sociale”.

 

Questo approfondimento è parte del Focus ZeroSei