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Vi abbiamo raccontato in più occasioni della condizione in cui si trovano molti Comuni italiani, chiamati ad affrontare contemporaneamente la crescita del fenomeno dell’emergenza abitativa e un vasto patrimonio immobiliare la cui gestione e manutenzione è spesso insostenibile. Nuove soluzioni sono tuttavia possibili, come dimostra il progetto dell’Albergo Sociale Diffuso di Milano che, grazie ad un’intesa tra Comune, Fondazione Cariplo ed altri attori locali, recupererà 35 alloggi sottosoglia da destinare a modalità abitative innovative.  

 

Il problema degli alloggi sottosoglia

 

Il Comune di Milano dispone di una parte consistente di patrimonio immobiliare “sottosoglia”, ovvero alloggi di superficie inferiore ai a 28,8 mq che, per le loro ridotte dimensioni, non possono essere ricompresi nei bandi di assegnazione ERP (ai sensi del Regolamento Regionale n.1/2004). In seguito ad un lavoro di mappatura svolto dal Politecnico di Milano nell’ambito dell’iniziativa “Polisocial”, sono state individuate 392 unità abitative sottosoglia sparse nella città (Figura 1), di cui 35 risultano libere e disponibili, utili ad avviare un progetto sperimentale di valorizzazione, oltre a 2 spazi al piano terreno (portineria e laboratorio) utilizzabili sia come spazio servizi, sia per ospitare una comunità di persone; 19 (delle 35) sono concentrate nel quartiere di Quarto Oggiaro, un contesto urbano piuttosto complesso.

Figura 1 – Localizzazione degli immobili

 

E’ da questi 35 alloggi che si è partiti per dare vita ad un progetto condiviso con attori del territorio, sia profit che non, attraverso cui riqualificare questi spazi togliendoli al degrado – o quanto meno all’abbandono – e metterli a disposizione dei cittadini attraverso un “Albergo Sociale Diffuso” (Figura 2). Il progetto ha preso ufficialmente avvio il 4 dicembre 2014 con la firma di un Protocollo d’intesa tra il Comune di Milano e Fondazione Cariplo e si ritiene che i primi alloggi saranno utilizzabili nella seconda metà del 2015. Una sperimentazione che se darà buoni frutti potrà essere replicata in altri spazi.

Figura 2- Il percorso di costruzione del progetto

 

Obiettivi: accoglienza, comunità e riqualificazione urbana

Il progetto prevede il recupero degli alloggi sottosoglia collocati nelle aree cittadine di Isola, Centro, Niguarda e Quarto Oggiaro, valorizzando in questo modo il patrimonio edilizio del Comune di Milano sottoutilizzato a causa delle ridotte dimensioni degli alloggi.

L’obiettivo prioritario è quello di contribuire alla costruzione di un’offerta abitativa rivolta alla domanda proveniente da soggetti appartenenti a nuove fasce di bisogno che alimentano l’emergenza abitativa, soprattutto temporanea. Gli alloggi sottosoglia, per la loro dimensione, risultano infatti adatti a rispondere a una domanda residenziale temporanea caratterizzata da tempi brevi e da un forte turnover. Il progetto offrirà ospitalità per periodi pari o superiori all’anno e si rivolgerà in prevalenza a persone single o a nuclei familiari in situazione di parziale autosufficienza socio-economica: mamme con bambini 0-2 anni (60%), neomaggiorenni in uscita da percorsi di sostegno (10%), anziani autosufficienti (15%), padri separati soli (10%), adulti in emergenza (5%). In sintesi, quella “fascia grigia” che non ha accesso né al mercato né all’Erp. Insieme all’alloggio i beneficiari saranno coinvolti in un percorso di accompagnamento all’autonomia effettuato dal gestore Abitare Sociale Metropolitano con il sostegno degli assistenti sociali. Questo nuovo modello produrrà un risparmio economico sulla gestione delle soluzioni di residenza temporanea, risparmio che potrà essere riutilizzato per la qualificazione dei servizi di accompagnamento alla residenza temporanea e/o per la ristrutturazione di ulteriori alloggi.

Il progetto presenta inoltre un valore aggiunto sul fronte della riqualificazione urbana, e delle periferie in particolare, poiché permette di inserire nuove opportunità e creare ricadute positive nei quartieri ERP, sia in termini di mix sociale che funzionale, grazie alla valorizzazione di piani terra e di spazi condominiali da assegnare ad attori sociali promotori di attività di sviluppo locale, utili anche per la sostenibilità economica del progetto.

Una partnership di secondo welfare

Il progetto rientra nel percorso avviato dal Comune verso un complessivo ripensamento del welfare milanese che intende mettere al centro i bisogni della persona e valorizzare le sinergie tra pubblico e privato, per moltiplicare gli interventi e unire le risorse.

Esso prenderà il via grazie alla sinergia dei seguenti attori: il Comune di Milano che, proprietario degli alloggi, si impegna alla concessione d’uso gratuita degli alloggi al soggetto gestore per 15 anni rinnovabili e al monitoraggio e valutazione (modello di gestione, risparmi di spesa); Fondazione Cariplo, che cofinanzierà il progetto (400.000 per restauro e arredi + 50.000 per monitoraggio); Fondazione Housing Sociale, che ha realizzato l’attività di studio preliminare (sopralluoghi, stima costi, etc.) e darà supporto al soggetto gestore nel progetto esecutivo e nell’implementazione del modello di gestione; Abitare Sociale Metropolitano (impresa sociale che comprende alcuni tra i principali operatori del non profit milanese: Consorzio Farsi Prossimo, Consorzio Sistema Imprese Sociali, Cooperativa Sociale La Strada e Cooperativa Sociale Chico Mendes) si occuperà invece della riqualificazione degli alloggi e del sostegno dei costi di realizzazione non coperti da contributo Cariplo (385.000 euro) e della gestione dei servizi residenziali. Un ente non ancora individuato, infine, si occuperà di monitoraggio e valutazione per conto del Comune di Milano


Riferimenti

La sezione dedicata sul sito del Comune di Milano

La scheda sul progetto di Fondazione Cariplo
 

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