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Per rispondere alla crisi economica e sociale legata alla pandemia di Covid-19 e a tutte le sue conseguenze, alcuni Comuni italiani stanno costituendo dei fondi di mutuo soccorso allo scopo di raccogliere risorse – principalmente attraverso donazioni da parte di organizzazioni e privati cittadini – che saranno poi utilizzate per aiutare le persone in difficoltà.


Alcune esperienze di natura mutualistica ai tempi del Coronavirus

Alcuni esempi in questa direzione arrivano dai Comuni di Milano e di Bergamo, due fra le città più colpite dal virus. Entrambe le amministrazioni comunali hanno dato vita a fondi per sostenere i cittadini in difficoltà e contribuire al rilancio delle attività produttive.

Nel capoluogo lombardo, già lo scorso 12 marzo il sindaco Giuseppe Sala aveva infatti annunciato la costituzione di uno strumento di mutuo soccorso territoriale per aiutare i soggetti maggiormente colpiti dalla crisi. Secondo quanto indicato dal sito del Comune di Milano, le risorse raccolte “saranno distribuite alle fasce più deboli della popolazione colpite dal rallentamento dell’economia o come conseguenza delle misure assunte dalle autorità per il contenimento dell’epidemia”.

Nella prima fase i beneficiari saranno in via prioritaria disoccupati, dipendenti a tempo determinato cui non è stato rinnovato il contratto, precari, lavoratori autonomi in crisi, collaboratrici familiari e altre categorie di lavoratori fragili. Successivamente, al fine di supportare la ripresa delle attività cittadine e contribuire alla ricostruzione del tessuto socio-economico della città, il fondo sarà utilizzato anche per finanziare iniziative rivolte alle piccole attività commerciali del territorio.

Il fondo di Milano è aperto alla partecipazione economica di singoli cittadini, imprese e associazioni: è infatti possibile donare con un bonifico bancario o con la carta di credito attraverso questo link. I primi contributi sono arrivati dal Comune stesso che vi ha destinato oltre 3 milioni di euro.

Come detto, anche la Città di Bergamo ha promosso un progetto del tutto simile. In questo caso il fondo – inaugurato lo scorso 11 aprile – ha preso vita grazie ad un primo stanziamento di circa 300 mila euro da parte dell’amministrazione comunale: a queste risorse si sono poi aggiunti (nell’arco di soli tre giorni) 250 mila euro versati da cittadini e imprese e un 1,3 milioni di euro donati da Banca d’Italia.

A tal riguardo, attraverso il sito del Comune, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha affermato che a causa del “prolungato fermo di tutte le attività che produrrà pesanti conseguenze sulle imprese e sul reddito delle famiglie, c’è bisogno del contributo di tutti per prenderci cura dei soggetti più esposti agli effetti dell’emergenza, in raccordo con gli interventi di carattere sanitario, e per sostenere domani la ripresa delle attività produttive e commerciali”.

Stando al sito del Comune lombardo, il fondo – i cui proventi saranno in parte condivisi con il territorio provinciale – dovrebbe servire a “finanziare attività di carattere sociale, con contributi a fondo perduto per chi si troverà in condizioni di estrema fragilità economica” e “sostenere le attività economiche, soprattutto delle imprese più piccole, e di quanti non avranno adeguata coperture dalle misure statali e regionali, evitando la chiusura di tante piccole attività professionali e commerciali”. Vi ricordiamo che è possibile contribuire al fondo di mutuo soccorso di Bergamo attraverso questa pagina.

Le esperienze di Reggio Emilia e Lucca

Vi sono poi anche Comuni di dimensioni inferiori che stanno adottando iniziative simili. Esempi arrivano da Reggio Emilia, da Lucca e anche da alcuni Comuni pugliesi (come descritto qui da Gianluca Budano, Consigliere di presidenza nazionale di ACLI). Nel primo caso il fondo è destinato ad integrare i 900 mila euro che il Governo ha stanziato per il comune emiliano allo scopo di sostenere le famiglie in difficoltà: qui trovate tutte le informazioni per sostenere e promuovere l’iniziativa.

Anche il Comune di Lucca integrerà i 100 mila euro di aiuti pubblici attraverso la costituzione di un Fondo di mutuo soccorso destinato a sostenere coloro che sono in difficoltà a causa dell’emergenza in corso. Anche nel caso della città toscana, in una prima fase, le risorse saranno destinate a chi ha perso il lavoro a causa del virus e ai lavoratori in difficoltà. Superata la fase emergenziale il fondo servirà poi per realizzare progetti più strutturati e volti a sostenere i piccoli esercizi e operatori economici, turistici, culturali e sportivi. Anche in questo caso il fondo è aperto alla partecipazione economica di singoli cittadini, di imprese, di fondazioni e associazioni che vogliano dare il loro contribuito.


Mutualismo e donazioni: proposte per “resistere” alla crisi

Le esperienze descritte in questo breve articolo rappresentano un’interessante applicazione delle logiche mutualistiche, allo scopo di fornire un sostengo concreto alle fasce della popolazione più bisognose. Si tratta di una importante forma di integrazione dal basso al sistema pubblico che nasce in un momento di estrema emergenza. Non è un caso che siano stati proprio alcuni dei Comuni più colpiti dalla pandemia – come quello di Bergamo e di Milano – ad attivarsi per primi in questa direzione.

Questi interventi – che uniscono le logiche e i principi della mutualità e del dono – ci sembrano poi di particolare rilievo anche sotto il profilo del secondo welfare. Visto che gli effetti di questa crisi sono destinati a durare a lungo farà molto probabilmente la differenza la disponibilità a continuare a promuovere esperienze simili anche al termine dell’attuale situazione emergenziale, con l’intento di sostenere – con risorse provenienti da una pluralità di soggetti – progetti (che potrebbero ad esempio essere promossi dagli enti del Terzo Settore) destinati a persone e categorie di individui in difficoltà. Ci si auspica quindi che questi fondi di mutuo soccorso promossi dai Comuni possano rappresentare un punto di partenza per il prossimo futuro per alimentare forme di mutualismo territoriale e sperimentare azioni innovative sotto il profilo del welfare e delle politiche sociali.