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Welfare e contrattazione

Sotto l’etichetta “welfare aziendale” possono essere annoverati un’ampia gamma di beni e servizi: da quelli socio-assistenziali e di sostegno al reddito ai servizi per il benessere dei dipendenti e dei loro familiari, dai servizi di previdenza e sanità integrativa ai servizi di conciliazione vita-lavoro, solo per citare le principali aree di intervento. Non c’è quindi da stupirsi se il welfare aziendale è sempre più spesso oggetto della contrattazione di secondo livello, ma anche di quella territoriale, distrettuale e aziendale.

Lo sviluppo e la diffusione del welfare aziendale di origine negoziale costituisce oggi un fenomeno rilevante come:

  • strategia per incrementare la produttività aziendale;
  • strumento strategico per gestire la contrattazione aziendale e le relazioni industriali;
  • dinamica per assicurare maggiore tutela economica e sociale delle persone e favorire lo sviluppo locale dei servizi, soprattutto nel quadro del sistema di vantaggi fiscali sviluppato negli ultimi anni a livello nazionale.

Per queste ragioni Secondo Welfare alimenta un focus tematico che racconti in maniera continuativa e sistematica le esperienze di contrattazione aziendale e sociale in essere in diverse aree del nostro Paese. Il monitoraggio e la valorizzazione dell’innovazione contenuta nei contratti e negli accordi di secondo livello, in particolare, rappresenta infatti un passaggio cruciale per individuare, raccontare e far conoscere le tante soluzioni che prendono forma proprio in fase di contrattazione all’interno delle singole aziende e che vedono coinvolte imprese che fanno rete tra loro o con i soggetti del territorio.

L’obiettivo del focus, che deve la sua nascita a una positiva collaborazione con CISL Lombardia, è analizzare e presentare buone prassi e dinamiche innovative della negoziazione sindacale, privilegiando quelle che si occupano di welfare aziendale, conciliazione, politiche attive del lavoro, promozione di benessere, salute e sicurezza, ma anche di politiche di integrazione, sostegno al reddito e agevolazione all’accesso alle prestazioni sociali.

Di seguito trovate tutti i contributi realizzati in questa cornice.

Lo scorso 15 luglio, le parti sociali del settore chimico hanno siglato un accordo riguardante i fondi settoriali Fonchim e Faschim, cioè i fondi di previdenza complementare e sanità integrativa previsti dal contratto collettivo di settore. Le parti sociali (Filctem, Femca, Uiltec e Federchimica e Farmindustria) hanno così sottolineato la centralità che il welfare contrattuale ha per tutti gli addetti del comparto chimico.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato un nuovo report in merito ai contratti di secondo livello stipulati dalle aziende del nostro Paese. Secondo il Ministero, oltre il 53% degli accordi che prevedono forme premiali correlate alla produttività hanno introdotto anche misure e prestazioni di welfare aziendale. Permangono però alcune differenze a livello di dimensione d'impresa, contesto territoriale e settore produttivo.
Da gennaio 2019 tutte le imprese che adottano il contratto collettivo per i lavoratori dei Centri di Elaborazione Dati (CED), di imprese ICT e di professionisti digitali dovranno prevedere una quota annuale per tutti i dipendenti che dovrà essere destinata a beni e servizi di welfare aziendale. Questa novità è stata prevista dal recente rinnovo del CCNL del settore, sottoscritto dalle organizzazioni datoriali Assoced e Lait e dall'organizzazione sindacale UGL Terziario.
Secondo il report periodico del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali oltre la metà degli accordi di secondo livello che prevedono forme premiali correlate alla produttività includono misure di welfare aziendale. Dal 2016 la percentuale è aumentata di oltre 30 punti ed è oggi pari al 51%. Restano però notevoli difformità legate a territorialità, attività e dimensione delle realtà coinvolte.
È possibile fare welfare anche nelle micro e piccole imprese? È possibile farlo coinvolgendo anche il sindacato? In questo approfondimento, il nostro Valentino Santoni racconta la storia di Landoor, società di traduzioni con sede a Milano, che ha recentemente realizzato un nuovo accordo aziendale con le parti sociali al fine di introdurre un premio di risultato, misure di flessibilità oraria, smart working e interessanti interventi di welfare aziendale.
Dopo sei anni dalla scadenza del precedente contratto collettivo, le rappresentanze sindacali di categoria e le associazioni imprenditoriali hanno raggiunto l'accordo per la sottoscrizione del nuovo CCNL delle cooperative sociali. Il rinnovo prevede incrementi salariali e l'inserimento di nuove figure professionali. Inoltre, in tema di welfare contrattuale l'intesa ha previsto un aumento dei contributi a carico del datore di lavoro per la previdenza complementare.
Secondo i nuovi dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in un anno i contratti di secondo livello attivi in Italia sono passati da 14.556 a 16.367 (+12,4%). In forte crescita (+61.6%) quelli che prevedono misure di welfare aziendale, che passano da 4.764 (32,7% del totale) a 7.553 (46,1%). Si nota però una distribuzione "a macchia di leopardo" della contrattazione nel contesto italiano: sia a livello territoriale, sia a livello di settore produttivo, sia per classe dimensionale.
Lo scorso marzo le parti sociali firmatarie del CCNL valido per le Case di Cura e i Servizi Assistenziali e Socio Sanitari si sono incontrate per sottoscrivere un accordo interconfederale che ha dato piena attuazione a quanto già previsto dal Contratto Nazionale stipulato nei mesi precedenti. In particolare, le parti sociali si sono concentrate sul tema del welfare aziendale, stabilendo che tutte le aziende interessate dovranno erogare ad ogni dipendente 200 euro sotto forma di beni e servizi di welfare.
Recentemente, la circolare n. 5/E dell'Agenzia delle Entrate ha chiarito alcuni aspetti in merito alla possibilità di conversione del premio di risultato in welfare aziendale. Tra le altre cose, il documento riprende anche il tema del coinvolgimento paritetico dei lavoratori. In questo articolo di Valentino Santoni, vi spieghiamo cos'è e come funziona questo strumento, portandovi alcuni esempi chiarificatori.
Il tema delle relazioni industriali sembra avere un rilievo crescente anche in una prospettiva di secondo welfare. Il dialogo e il confronto tra le parti sociali può rappresentare infatti un motore di sviluppo per il welfare aziendale e contrattuale. Ma quali sono gli sviluppi recenti in materia di relazioni industriali nel nostro Paese? Per rispondere a questa domanda vi proponiamo i risultati di un'attenta analisi - dal titolo "I recenti sviluppi delle relazioni industriali in Italia" - curata da Banca d'Italia.
Lo scorso maggio è stato presentato uno studio promosso da Cisl Emilia Romagna e realizzato da ADAPT sul tema della contrattazione aziendale e territoriale. In particolare l'indagine - attraverso una serie di interviste ai dirigenti sindacali Cisl e l'analisi di un campione di contratti aziendali - si è proposta di individuare le principali direttrici di sviluppo del fenomeno all'interno della regione Emilia Romagna, dedicando un focus specifico al welfare aziendale. Ecco i contenuti dello studio.
Il 4° Rapporto curato dall'Osservatorio sulla Contrattazione di Secondo Livello della Cisl ha evidenziato un'importante crescita del fenomeno del welfare aziendale. Abbiamo discusso dei dati presentati nel documento con Luigi Sbarra, Segretario Generale Aggiunto di Cisl, che ci ha parlato delle opportunità della contrattazione aziendale e del welfare, tanto per i lavoratori che per le imprese.
Lo scorso 17 luglio, a Roma, sono stati presentati i risultati del 4° rapporto curato dall'Osservatorio sulla Contrattazione di Secondo Livello (Ocsel) di Cisl. Il documento, che si riferisce al biennio 2016-2017, raccoglie i dati relativi a oltre 2.000 contratti che interessano quasi un milione di lavoratori. In questo articolo vi presentiamo i principali risultati emersi dell’indagine, ponendo particolare attenzione al tema del welfare aziendale.
In materia di welfare aziendale e contrattuale sono in arrivo due importanti scadenze per diverse aziende italiane. La prima riguarda il Contratto Nazionale del comparto Metalmeccanico, mentre la seconda quello del settore Telecomunicazioni. In generale, la presenza di quote da destinare al welfare all'interno di contratti nazionali di settore sembra essere un fenomeno sempre più diffuso. Ma quali sono le opportunità e i rischi di tale dinamica?
Nella notte del 28 febbraio scorso, Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno raggiunto un accordo che si propone di dar vita ad un nuovo modello di relazioni industriali e di contrattazione. Grazie all'accordo, le parti sociali affermano la centralità dei livelli di contrattazione nazionale e aziendale, introducono i concetti di trattamento economico complessivo e trattamento economico minimo e attestano la rilevanza del welfare aziendale e contrattuale.