Primo Welfare

Nella bozza inviata a Bruxelles, la Legge di Stabilità è presentata come strumento per la crescita: meno pressione fiscale su imprese e famiglie che dovrebbe generare più investimenti, consumi e posti di lavoro. Le cifre confermano che stavolta l’impegno del governo è significativo, ma non mancano le ombre: dall'aleatorietà di alcune coperture alla scarsa rilevanza dell'annunciata spending review.
L’Alleanza contro la Povertà ha presentato un progetto per l'introduzione del Reddito di Inclusione Sociale. L’obiettivo dello strumento è quello di rispondere a quei 6 milioni di italiani che oggi si trovano in povertà assoluta, incapaci cioè di acquistare beni e servizi necessari al mantenimento di uno standard di vita considerato minimamente accettabile.
In Italia la capacità dei centri per l’impiego pubblici di trovare lavoro ai disoccupati è insignificante: gli occupati che hanno trovato lavoro attraverso i Cpi rappresentano il 2,6% della platea dei disoccupati registrati. Quali sono le cause di una tale situazione? Quali riforme potrebbero aumentare in modo significativo la capacità dei servizi pubblici d’intermediare la domanda e l’offerta di lavoro e ridurre i tempi di collocamento dei beneficiari dei sussidi di disoccupazione?
Uno sguardo critico al diversity management. E’ la proposta di Maria Cristina Bombelli e Alessandra Lazazzara in un articolo interessante nel contenuto ma anche del metodo: finora, infatti, i contributi scientifici pubblicati in Italia in materia di diversity si sono limitati per lo più a passare in rassegna le best practice aziendali senza valutarne l’efficacia o verificarne l’implementazione.
Con la crisi sono nate molte iniziative volte a insegnare ai giovani vecchi e nuovi mestieri. Uno di queste è la Piazza dei Mestieri di Torino, una Fondazione che offre formazione e percorsi di inserimento nel lavoro: nelle sue aule negli ultimi 10 anni sono passati più o meno 3.000 ragazzi e ragazze, grazie ai corsi l’85% ha ottenuto un inserimento lavorativo immediato.
Il Senato ha approvato in Commissione il disegno di legge delega noto come Jobs act. Se il dibattito si è scatenato quasi esclusivamente sull'articolo 18, per chi è interessato alle buone riforme invece la domanda da porre è molto semplice: il Jobs act affronta in modo serio i problemi concreti dell’economia e della società italiana di oggi? E fornisce risposte promettenti?
Negli ultimi mesi Peter Hartz si è detto addirittura «indignato» di come l’Unione europea (non) stia reagendo al dramma della disoccupazione giovanile e ha avanzato una proposta molto interessante per affrontare il problema: l’istituzione di una sorta di servizio «comune» per l’impiego, volto a promuovere la mobilità transfrontaliera dei giovani.
La riforma del mercato del lavoro ragionevolmente si ispirerà al modello tedesco. Per i non addetti ai lavori sorgono spontanee due domande: perché dobbiamo imitare proprio la Germania? E in che cosa, esattamente? Maurizio Ferrera analizza luci e ombre delle cosiddette riforme Hartz, che a partire dal 2003 hanno cambiato il volto del sistema del lavoro teutonico.
La Danimarca è stato il primo paese UE a finalizzare l’accordo di partenariato per l’utilizzo dei fondi destinati alle politiche di coesione sociale: 553 milioni di euro che saranno utilizzati per combattere la disoccupazione, supportare l’innovazione tecnologica, sostenere l’istruzione e la formazione, promuovere l’imprenditorialità e combattere l’esclusione sociale.
In questi giorni gli Stati Uniti si interrogano sulle ragioni delle proteste che hanno seguito l’uccisione di Michael Brown, diciottenne afroamericano di Ferguson, Missouri. Molti osservatori hanno indicato come principale fattore che ha condotto allo scoppio delle guerriglie la mancata integrazione tra la comunità bianca e quella nera. Ma si tratta solo di una questione razziale?
Aumentare l'occupazione femminile non basta. E' giusto creare lavoro per le donne, ma occorre anche offrire pari opportunità nella scelta dei percorsi lavorativi e uguaglianza nella retribuzione tra uomini e donne, nonché un costante impegno sul fronte culturale nella decostruzione dei ruoli tradizionali di genere.
Si fa sempre più acceso il dibattito sulla riforma del lavoro. In attesa di valutazioni circostanziate della riforma Fornero, il governo può però fare molte altre cose in tema di relazioni contrattuali, in primis la semplificazione del codice del lavoro e la sperimentazione di nuove forme di assunzione a tempo indeterminato ispirate alle pratiche virtuose di altri Paesi e rispettose delle norme protettive previste dalla Ue.
Il decreto 90 sulla pubblica amministrazione è in fase di conversione in Parlamento. Maurizio Ferrera riflette sui possibili esiti di questa misura, l’ennesima sul fronte pensionistico. Se determinati aggiustamenti sono necessari al fine di correggere esiti sottovalutati, l’assenza di un'adeguata base tecnica rischia di compromettere efficacia finanziaria ed equità distributiva.
La Regione Lombardia ha pubblicato il Libro Bianco sullo sviluppo del sistema sociosanitario, dove sono contenute le principali direttrici verso cui si orienterà la riforma. Salvatore Carubba, Presidente del Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi, analizza i risultati ottenuti dal sistema sanitario regionale negli ultimi anni.
E’ stata pubblicata la Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale. Sebbene la crisi economica abbia ampliato le disparità regionali,la politica di coesione starebbe attenuando la drastica riduzione degli investimenti pubblici, iniettando risorse finanziarie indispensabili in molti Stati membri e creando la stabilità necessaria ad attrarre gli investimenti privati.