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Primo Welfare

Con il termine “primo welfare” ci riferiamo al sistema tradizionale di protezione sociale organizzato e gestito dallo Stato tra fine Ottocento e inizio Novecento per rispondere a rischi e bisogni sociali dei cittadini. Per questo esso è spesso indicato anche come “Welfare State” o “Stato Sociale”

Il primo welfare include una serie di politiche pubbliche e programmi “essenziali” – come pensioni, assistenza sanitaria, tutele contro la disoccupazione, istruzione, politiche per la famiglia, politiche abitative, etc. – che intendono garantire il benessere dei cittadini attraverso la redistribuzione delle risorse e la fornitura di servizi.

Il primo welfare rappresenta quindi la base del sistema di protezione sociale. Su di esso si innestano le evoluzioni e le integrazioni del secondo welfare, che coinvolge attori non-pubblici (Terzo Settore, aziende, corpi intermedi…) per rispondere ai rischi e bisogni in una logica sussidiaria e integrativa rispetto alle politiche pubbliche tradizionali.

Di seguito i nostri articoli in cui approfondiamo dinamiche e esperienze realizzate nel perimetro del primo welfare.

Le iscrizioni all’università stanno calando. Il dato è preoccupante, soprattutto se consideriamo che il numero di diplomati che proseguono gli studi è già molto basso. Diverse sono le cause di questo trend, che se non aggredito rapidamente potrebbe avere pesanti conseguenze. Se è vero che il successo economico dipenderà sempre di più dal capitale umano e dalla «conoscenza», l’Italia infatti rischia grosso.
Il progetto FamilyLine per l’accessibilità ai servizi rivolti alle famiglie è nato da un’idea della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Politiche della Famiglia ed è stato realizzato grazie alla collaborazione di FormezPA, centro servizi specializzato nell’assistenza, negli studi e nella formazione per l'ammodernamento delle Pubblica Amministrazione.
L'Italia presenta una grande anomalia: l’«acqua» della redistribuzione non arriva mai fino in fondo. Nel complesso della spesa pubblica, solo poche gocce raggiungono i più poveri. E il paradosso nel paradosso è che, anche quando una data prestazione è pensata per chi ha veramente bisogno, il grosso finisce nelle mani di chi bisogno non ha. È la sindrome di Robin Hood alla rovescia.
Il cantiere della legge di Stabilità sta per aprirsi ed ecco arrivare, puntali come orologi, nuove proposte in materia di pensioni. Quest’anno non si tratta solo di salvaguardie per gli esodati o deroghe per questa o quella categoria. Si vorrebbe ripristinare la pensione di anzianità generalizzata a partire da 62 anni, non appena il totale fra età e durata della contribuzione raggiunge «quota 100».
Nel nuovo rapporto ISTAT i dati più aggiornati sul fenomeno povertà nel nostro Paese. Ad essere più colpite le famiglie che vivono nel Mezzogiorno, quelle numerose, i nuclei composti da stranieri e quelli la cui persona di riferimento abbia un basso titolo di studio. E per essere ancora più attenta alle dinamiche in atto, l'Istituto di Statistica ha scelto di inserire nuovi criteri per definire il livello della povertà.
Secondo la Corte dei Conti occorre ridurre il perimetro dell'intervento pubblico e la pressione fiscale, il cui livello attuale è "difficilmente tollerabile", ma in questo senso serve una "rigorosa articolazione tariffaria che realizzi il precetto costituzionale della concorrenza alle spese pubbliche in ragione della capacità contributiva". Per risanare i conti pubblici, dunque, è inevitabile ridurre il welfare, facendo pagare ai cittadini i costi di alcuni servizi con tariffe progressive.
La Corte Suprema americana ha confermato la legittimità della riforma sanitaria di Obama. La controversia riguardava in particolare un aspetto del cosiddetto Obamacare, ovvero la legittimità dei sussidi pubblici federali offerti ai cittadini meno abbienti per sottoscrivere le polizze sanitarie. Una decisione che avvalla i cambiamenti in corso nella politica sanitaria statunitense.
Nelle società più ricche la crescita dell’occupazione da sola non è sufficiente a contrastare il fenomeno della povertà. In tali contesti le politiche di lotta alla povertà dovrebbero pertanto consistere in un mix di interventi volti ad esempio all’aumento del numero di lavoratori per famiglia e alla compensazione del costo dei figli attraverso politiche fiscali e trasferimenti monetari.
Reconciling Economic and Social Europe: the role of ideas, values and politics, è un progetto promosso dal Centro Einaudi di Torino e dall'Università degli Studi di Milano grazie al sostegno economico del Consiglio europeo della ricerca (ERC). REScEU, attraverso un approccio multidisciplinare, vuole approfondire le grandi tensioni irrisolte tra due grandi sfere: il Welfare State e l'Unione Europea.