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Primo Welfare

Con il termine “primo welfare” ci riferiamo al sistema tradizionale di protezione sociale organizzato e gestito dallo Stato tra fine Ottocento e inizio Novecento per rispondere a rischi e bisogni sociali dei cittadini. Per questo esso è spesso indicato anche come “Welfare State” o “Stato Sociale”

Il primo welfare include una serie di politiche pubbliche e programmi “essenziali” – come pensioni, assistenza sanitaria, tutele contro la disoccupazione, istruzione, politiche per la famiglia, politiche abitative, etc. – che intendono garantire il benessere dei cittadini attraverso la redistribuzione delle risorse e la fornitura di servizi.

Il primo welfare rappresenta quindi la base del sistema di protezione sociale. Su di esso si innestano le evoluzioni e le integrazioni del secondo welfare, che coinvolge attori non-pubblici (Terzo Settore, aziende, corpi intermedi…) per rispondere ai rischi e bisogni in una logica sussidiaria e integrativa rispetto alle politiche pubbliche tradizionali.

Di seguito i nostri articoli in cui approfondiamo dinamiche e esperienze realizzate nel perimetro del primo welfare.

Qualche settimana fa Adapt ha pubblicato il volume «Lavoro e Welfare della Persona. Un “Libro verde” per il dibattito pubblico» per rilanciare il dibattito sulla revisione del modello di welfare italiano. Abbiamo scelto di accettare l’invito fatto da Adapt, offrendo qualche riflessione, e qualche provocazione, in vista della stesura di un Libro bianco sul welfare (previsto per la Primavera 2016) che «contenga proposte concrete e rapidamente attuabili per tentare di sanare le disfunzioni rilevate».
Il Progetto “Riunioni di Famiglia” è un esempio interessante di progettazione sperimentale oggetto di valutazione controfattule, che sottolinea l’auspicabile centralità dell’evidenza empirica nell'orientare le scelte di policy, soprattutto in un contesto che, caratterizzato dall'emergere di bisogni nuovi e dalla scarsità di risorse disponibili per farvi fronte, rende sempre più urgente capire quali politiche funzionano (e quali no).
Il cambiamento demografico rappresenta una delle sfide più importanti che l’Unione Europea deve affrontare. Negli ultimi decenni infatti, il profilo della popolazione europea è cambiato profondamente per effetto dell’invecchiamento, delle nuove strutture familiari, delle migrazioni. Comprendere “chi siamo e come viviamo” è dunque fondamentale per progettare politiche efficaci e assicurare il benessere di tutti. A questo scopo Eurostat ha pubblicato in questi giorni il rapporto "People in the EU: who are we and how do we live?" di cui vi presentiamo alcuni dei risultati più interessanti.
Nel nostro Paese c'è un grande bisogno di distinguere “ciò che funziona” da ciò che “non funziona” in modo da migliorare e rendere meno costoso il sistema di welfare. Eppure in Italia i casi in cui si è provato ad usare metodologie rigorose per verificare l’efficacia di un intervento sociale sono assai limitate. Uno sforzo in questa direzione è stato fatto dal progetto “Riunioni di famiglia”, che ha sperimentato l’utilizzo delle Family Group Conferences per migliorare il benessere dei ragazzi in difficoltà.
Il Governo stanzierà 300 milioni per dare ai diciottenni 500 euro da spendere in attività culturali: teatri, musei, cinema e libri. Un incentivo positivo, visto l'interesse reale dei giovani per questi ambiti. La misura però non tiene conto delle grandi disparità sociali e territoriali che vedono il Sud e gli immigrati profondamente svantaggiati, violando così il principio dell’eguaglianza di opportunità. A Renzi piacciono molto queste misure "universali", facili ed elettoralmente premianti, ma non è detto che siano corrette rispetto agli scopi che si vogliono raggiungere.A Renzi piacciono molto queste misure "universali", facili ed elettoralmente premianti, ma non è detto che siano corrette rispetto agli scopi che si vogliono raggiungere.
L’Inps scende in campo per abbattere del 50% la povertà fra chi ha più di 55 anni e non ha ancora maturato i requisiti per la pensione. Nel documento «Non per cassa ma per equità» sono contenute proposte normative elaborate dall’Istituto e consegnate al Governo nel giugno 2015. Il pacchetto dell’Inps vuole offrire «una rete di protezione sociale almeno dai 55 anni in su: è la fascia di età in cui la povertà è aumentata proporzionalmente di più rispetto alle altre classi di età durante la Grande Recessione e la crisi del debito nell’area euro». | La Stampa, 5 novembre 2015
La Commissione europea, in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti, aveva aperto il 16 settembre una votazione online attraverso la quale i cittadini sono stati chiamati a scegliere una sfida in campo sociale alla quale destinare un premio di 2 milioni di euro, nell'ambito di Horizon 2020, il più ampio e importante programma quadro di ricerca e innovazione dell'UE. Con il 32% dei voti i cittadini partecipanti hanno scelto il tema dell’invecchiamento attivo.
Il 21 ottobre a Roma, presso la Camera dei Deputati, è stato presentato il Libro verde per il dibattito pubblico “Lavoro e welfare della persona” realizzato da Adapt. Il testo affronta le complesse dinamiche che riguardano il sistema sociale del nostro Paese che - a causa dei cambiamenti demografici, ambientali e tecnologici in atto - è chiamato a rinnovarsi profondamente per evitare il tracollo, offrendo alcune riflessioni circa le strategie che potrebbero essere adottate in tale senso.