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Primo Welfare

Con il termine “primo welfare” ci riferiamo al sistema tradizionale di protezione sociale organizzato e gestito dallo Stato tra fine Ottocento e inizio Novecento per rispondere a rischi e bisogni sociali dei cittadini. Per questo esso è spesso indicato anche come “Welfare State” o “Stato Sociale”

Il primo welfare include una serie di politiche pubbliche e programmi “essenziali” – come pensioni, assistenza sanitaria, tutele contro la disoccupazione, istruzione, politiche per la famiglia, politiche abitative, etc. – che intendono garantire il benessere dei cittadini attraverso la redistribuzione delle risorse e la fornitura di servizi.

Il primo welfare rappresenta quindi la base del sistema di protezione sociale. Su di esso si innestano le evoluzioni e le integrazioni del secondo welfare, che coinvolge attori non-pubblici (Terzo Settore, aziende, corpi intermedi…) per rispondere ai rischi e bisogni in una logica sussidiaria e integrativa rispetto alle politiche pubbliche tradizionali.

Di seguito i nostri articoli in cui approfondiamo dinamiche e esperienze realizzate nel perimetro del primo welfare.

Di solito quando si discute di non autosufficienza si pensa subito alle persone anziane, mentre più di rado ci si riferisce alla condizione dei minori con disabilità e alle loro necessità. Proprio allo scopo di riportare l'attenzione su tale questione segnaliamo una proposta volta a ripensare gli strumenti per l'inclusione dei minori con disabilità. L'articolo è firmato da Gianluca Budano e Roberto Speziale.
Nel nostro Paese il 36% di chi si licenzia lo fa a causa dell'incompatibilità tra i propri impegni di lavoro e le esigenze di cura dei figli. In particolare i ritmi di vita quotidiani, la mancanza di tempo e l'incertezza sul futuro starebbero allargando l'area dei bisogni delle famiglie. A questo si aggiunge spesso l'assenza di una rete familiare, i costi elevati di asilo nido e baby sitter e la mancanza di posti nelle strutture pubbliche. A dirlo è un'analisi dell'Unione europea delle cooperative, Uecoop).
Il nostro sistema di welfare è in grado di reggere le sfide del presente e del futuro? La risposta che emerge dal nuovo Rapporto "Welfare, Italia" è un secco "no". No. A meno che non ci decidiamo a intervenire subito. Approfondendo una serie di dati relativi alla composizione della spesa pubblica e all'andamento demografico e del mercato del lavoro, il Rapporto offre proiezioni al 2050 che non lasciano molti dubbi sulla necessità di fare presto qualcosa.
Il sistema educativo e formativo è una parte essenziale del nostro modello sociale. Proprio per questa ragione è essenziale conoscere e monitorare i livelli di istruzione dei nostri giovani ma, allo stesso, bisogna evitare di fare valutazioni basandosi solo su alcuni indicatori sintetici. È questo il pensiero espresso in questo contributo da Luca Solesin, Responsabile programmi Giovani e Scuola di Ashoka Italia, in attesi dei nuovi dati del programma internazionale dell'OCSE, che saranno pubblicati il prossimo 3 dicembre.
In Italia i bambini che si trovano in condizione di povertà assoluta sono 1.260.000, il 12,6% dei minorenni che vivono nel Paese. Un dato allarmante considerato che nel 2005, meno di 15 anni fa, l'incidenza era del 4%. Proprio per fare luce su questo fenomeno che affligge il nostro Paese, ogni anno, il 20 novembre, si svolge la Giornata dell'Infanzia e dell'Adolescenza. Molte associazioni hanno dato il loro contributo. Ecco in che modo.
The tenth edition of “Luci sul Lavoro” took place in Montepulciano from the 11th to the 13th of July 2019. The yearly festival is organized by EIDOS (Istituto Europeo di Documentazione e Studi Sociali). The aim of the festival is to focus the attention of policy-makers and different stakeholders on the multiple challenges that the labour market faces nowadays. The title of this year’s festival was ‘Between sustainability and innovation: which future for the labour market?’.
Quella demografica è oggi tra le questioni più cruciali per l'Italia ma il nostro Paese finora non sembra essere stato capace di sviluppare politiche pubbliche e interventi collettivi all'altezza di questa sfida. Per far luce su tale problematica nasce l'Alleanza per l'infanzia, un network di associazioni, esponenti della società civile e studiosi che condivide l'urgenza di sensibilizzare e fare pressione sull'opinione pubblica e sulla politica.
Si è conclusa la seconda edizione del "Mese dell'Educazione Finanziaria", iniziativa lanciata dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria. Complessivamente sono state oltre 600 le iniziative realizzate per fornire a cittadini di tutte le età gli strumenti per accrescere la conoscenza e la consapevolezza necessari per destreggiarsi nel mondo finanziario, assicurativo e previdenziale.
Nei giorni scorsi sono stati presentati i risultati della ricerca annuale realizzata dall'Osservatorio dello Smart Working del Politecnico di Milano in collaborazione con Doxa. I dati ci dicono che il fenomeno continua a crescere: in Italia sono infatti 570.000 i lavoratori agili e, in particolare, sono raddoppiati i progetti delle Pubbliche Amministrazioni. In questo approfondimento vi presentiamo i principali risultati dell'indagine.
Un appuntamento fra operatori, istituzioni, giovani ed imprese per mettere a fuoco quel che ha funzionato e quel che invece c’è da migliorare negli interventi a favore dei giovani lombardi. E come connettere la risorsa rappresentata dai giovani alle esigenze espresse dalle imprese. Saranno alcuni dei temi al centro di "Giovani: una risorsa da valorizzare!", workshop organizzato da Mestieri Lombardia e Fondazione Brodolini che si svolgerà mercoledì 9 ottobre a Milano.
Anche quest'anno ad ottobre si terrà il "Mese dell’Educazione Finanziaria". Si tratta di un'iniziativa promossa dal Ministero dell'Economia e dal Ministero dell'Istruzione allo scopo di offrire a tutti occasioni gratuite e di qualità, senza fini commerciali, per accrescere le conoscenze di base sulla gestione e programmazione delle risorse finanziarie. Molte le iniziative previste, per le persone di tutte le età.
Mediamente in Europa un uomo lavora 40 ore settimanali. La donna si ferma a 34, ma a differenza dell'uomo impegna una enorme quantità del suo tempo per attività di cura e gestione delle necessità familiari. Qual è oggi la situazione del work-life balance nel Vecchio Continente? in questo articolo vi proponiamo alcuni dati interessanti sul tema pubblicati da Eurofound, Eurostat e dall'International Labour Organization.
All'interno di questo articolo uscito su "Sette", settimanale del Corriere della Sera, Maurizio Ferrera affronta la questione del crollo della natalità che ormai riguarda tutti i Paesi occidentali. In Europa il tasso di fertilità è infatti da tempo sceso al di sotto della soglia del cosiddetto "ricambio naturale". Continuando su questa strada andremo incontro a una catastrofe demografico-economica, con effetti negativi sui redditi delle famiglie e soprattutto sul welfare.