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Il virus è per sua natura "democratico": colpisce gli individui indipendentemente da fattori come reddito, provenienza o status. I suoi effetti però non lo sono altrettanto: i gruppi sociali sono infatti esposti in maniera diversa ai rischi socio-economici, diretti o indiretti, che il virus porta con sé. A essere penalizzati sono soprattutto i lavoratori autonomi, che nell'Italia colpita dalla pandemia sono oltre 5 milioni fra frelance, partite IVA e creativi.
Come vi stiamo raccontando fin dall'inizio dell'emergenza Coronavirus Covid-19, lo smart working oggi più che mai rappresenta un'opportunità per limitare il contagio e, al contempo, cercare di dar continuità alle attività lavorative che si possono svolgere anche in remoto. Il Decreto del Presidente Consiglio dei Ministri del 1° marzo, ora estende la possibilità del lavoro agile, per la durata dello stato d'emergenza, a tutte le organizzazioni dell'intero territorio nazionale.
Lo scorso 25 febbraio il Governo ha espresso alcuni chiarimenti in merito all'applicazione dello smart working in modalità semplificata per le imprese situate nelle zone a rischio contagio da Coronavirus. In particolare, sono interessate dal Decreto le aziende con sede in Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli, Emilia Romagna e Liguria; sarà inoltre possibile applicare questa misura fino al 15 marzo, inviando solo l'informativa sulla sicurezza.
Secondo l'Osservatorio per l'imprenditorialità femminile di Unioncamere e InfoCamere, le aziende guidate da donne sarebbero 1 milione e 340 mila e occuperebbero oltre 3 milioni di persone. È molto interessante il fatto che oltre il 30% delle imprese femminili opera nel comparto del welfare (sanità, assistenza sociale, servizi alle famiglie) e dell'istruzione.
La direttiva europea sul work-life balance approvata la scorso aprile rappresenta un passo importante nel processo di riforma delle politiche legate alla conciliazione vita-lavoro. Ma qual è l'attuale condizione dei principali Paesi europei su questo fronte? Quali sono le sfide comuni sul tema della work-life balance? Cerchiamo di rispondere a queste domande analizzando i risultati del report "Conciliazione vita lavoro: sviluppo di policy" curato da ANPAL.
The tenth edition of “Luci sul Lavoro” took place in Montepulciano from the 11th to the 13th of July 2019. The yearly festival is organized by EIDOS (Istituto Europeo di Documentazione e Studi Sociali). The aim of the festival is to focus the attention of policy-makers and different stakeholders on the multiple challenges that the labour market faces nowadays. The title of this year’s festival was ‘Between sustainability and innovation: which future for the labour market?’.
Nei giorni scorsi sono stati presentati i risultati della ricerca annuale realizzata dall'Osservatorio dello Smart Working del Politecnico di Milano in collaborazione con Doxa. I dati ci dicono che il fenomeno continua a crescere: in Italia sono infatti 570.000 i lavoratori agili e, in particolare, sono raddoppiati i progetti delle Pubbliche Amministrazioni. In questo approfondimento vi presentiamo i principali risultati dell'indagine.
Un appuntamento fra operatori, istituzioni, giovani ed imprese per mettere a fuoco quel che ha funzionato e quel che invece c’è da migliorare negli interventi a favore dei giovani lombardi. E come connettere la risorsa rappresentata dai giovani alle esigenze espresse dalle imprese. Saranno alcuni dei temi al centro di "Giovani: una risorsa da valorizzare!", workshop organizzato da Mestieri Lombardia e Fondazione Brodolini che si svolgerà mercoledì 9 ottobre a Milano.
Lunedì 17 giugno è stato presentato il XVIII Rapporto di monitoraggio sull'apprendistato. Il documento, elaborato dall'INAPP in collaborazione con l'INPS per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, analizza lo stato dell'apprendistato nel nostro Paese nel periodo 2016-2017 e offre alcuni dati interessanti su questo fenomeno. Abbiamo chiesto a Stefano Sacchi, Presidente di INAPP, di aiutarci ad approfondire i contenuti del Rapporto.
Nel secondo semestre del 2018 è iniziato un trend occupazionale negativo moderato ma costante, che ha segnato anche l'avvio del 2019. A pesare sull'andamento del mercato del lavoro nel suo complesso sarebbe però la congiuntura economica. A dirlo è lo studio realizzato dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, il quale si propone di analizzare nel dettaglio i dati sull'occupazione relativi al 2018 e ai primi mesi del 2019.
Recentemente si è tornato a parlare della questione del salario minimo europeo. Per approfondire il tema, vi proponiamo qui l'articolo di Patrik Vesan uscito per l'Economia, inserto del Corriere della Sera. Secondo Vesan, per poter parlare di un intervento condiviso a livello europeo, è necessario agevolare un processo di coordinamento delle politiche nazionali in materia allo scopo di contrastare le disuguaglianze e favorire un rialzo dei salari.
Secondo Maurizio Ferrera, docente presso l'Università di scienze politiche, economiche e sociali di Milano, se ben disegnato un provvedimento europeo sul salario minimo produrrebbe effetti positivi, contribuendo ad affrontare la questione sociale in tutto il continente. Al momento però la Germania si è detta contraria a questa proposta: questo suo "no" può contribuire ad aiutare e legittimare le tesi dei sovranisti?