I provider di welfare aziendale sono società private che si occupano di sostenere le imprese nelle varie fasi di ideazione, implementazione e monitoraggio di interventi o piani di welfare. Attualmente esistono varie realtà inseribili all’interno del mercato dei provider di welfare: le società di servizi, le software-house e le piattaforme on-site, le società di brokeraggio assicurativo e alcune società definibili spurie.
Percorsi di secondo welfare ha deciso di dedicarsi a questo tema realizzando una ricerca – i cui dati saranno pubblicati all’interno del Terzo Rapporto sul secondo welfare in Italia – e degli approfondimenti sulle realtà italiane più rilevanti. Lo scopo della ricerca, che si è svolta tra dicembre 2016 e febbraio 2017, è stato quello di indagare e analizzare i cambiamenti avvenuti all’interno del mondo dei fornitori di servizi di welfare dopo l’introduzione delle novità previste dalla Legge di Stabilità 2016
In questo approfondimento (che segue quelli su Edenred, Easy Welfare e Eudaimon) vogliamo presentarvi l’offerta di Willis Towers Watson attraverso il contributo di Emilia De Filippo e Mario Valeno, entrambi Flexible Benefits Consulant della società.
Quali sono le misure e i servizi di welfare che mettete a disposizione alle aziende e in che modo vengono erogati?
Noi eroghiamo tutti i benefit ammessi dall’articolo 51 (fino al comma 4) e dall’articolo 100 del TUIR attraverso la nostra piattaforma: FlexWeb. Mediante questo portale web interamente sviluppato da Willis Towers Watson, ogni singolo dipendente è in grado di comporre il proprio pacchetto di benefit in maniera autonoma e consapevole, nel rispetto del budget di spesa convertito dal dipendente (nel caso della conversione del premio di risultato) o predeterminato dall’azienda per la categoria omogenea di appartenenza. A ciascun dipendente sono assegnati user name e una password personali. Tramite la piattaforma FlexWeb, possiamo gestire in modo automatico, per conto del cliente, gli ordini ai fornitori, dare assistenza ai dipendenti, produrre report per i clienti e supportare l’amministrazione del personale e la contabilità.
In concreto la piattaforma offre rimborsi, versamenti, voucher e pacchetti di servizi per: piani pensionistici, spese sanitarie, check up, asilo nido, educazione, assistenza, mutui, buoni spesa, viaggi, corsi professionali, trasporti, attività sportive, cultura e benessere.
Relativamente alla vostra società e al vostro ruolo di provider, avete introdotto delle modifiche alla luce della Legge di Stabilità 2016?
Non abbiamo previsto nuove modalità di erogazione dei servizi previsti dall’art. 100 TUIR. Abbiamo preferito non modificare la nostra impostazione perché crediamo che la nostra piattaforma, grazie alla grande rete di convenzioni che abbiamo creato, sia uno strumento comodo ed efficace, capace di rispondere alle esigenze di tutte le realtà aziendali.
Per quanto riguardai benefit disciplinati dall’art. 51 TUIR, invece, rispetto al 2015 sono stati previsti dei rimborsi per tutta quella parte riguardante l’assistenza ai i familiari non autosufficenti e anziani e la possibilità per il dipendente di acquistare coperture assicurative long term care e Dread Disease. Questi elementi non erano presenti lo scorso anno, ma con le novità prevista dalla Legge di Stabilità del 2016 abbiamo adeguato l’offerta ampliando il paniere di benefit sulla nostra piattaforma.
Quali sono le prestazioni più richieste dalle imprese sulla base della vostra esperienza?
Tendenzialmente, le imprese che utilizzano la piattaforma inseriscono tutto il paniere ammesso dalla norma all’interno del piano di welfare. Mentre per quanto riguarda i dipendenti, le richieste maggiori arrivano dall’area sanitaria, quindi tutto ciò che riguarda visite mediche, check up, farmaci etc., dall’area educativa, cioè inerente le spese scolastiche per i figli ed infine dai buoni spesa.
Sono pochi invece i dipendenti che scelgono la previdenza complementare, in quanto non vi è una “cultura previdenziale” molto diffusa ad eccezione di alcuni specifici settori e gli interventi in ambito ricreativo e culturale, in quanto la priorità per i dipendenti è di utilizzare il budget per coprire le spese necessarie (salute, istruzione, acquisto di beni di prima necessità).
Alla luce delle novità previste dalla Legge di Stabilità 2016 ritiene che sia cresciuto l’interesse delle aziende verso l’implementazione di piani di welfare nell’ultimo anno? In altre parole, ritiene che la scelta delle imprese di investire sul welfare sia connessa a tali incentivi?
Sicuramente la Legge di Stabilità, e con sé gli incentivi fiscali, hanno dato una mano. Come primo punto, è importante che la legge renda possibile, innanzitutto, contrattualizzare il welfare. Tale possibilità ha dato una forte spinta all’implementazione di piani di welfare in quelle aziende in cui le rappresentanze sindacali erano diffidenti rispetto all’utilizzo di tale strumento. La contrattualizzazione del welfare permette infatti di coinvolgere i sindacati e di attivare una fase di ascolto e di dialogo molto importante.
Inoltre la formalizzazione di un pacchetto di welfare si configura come una nuova leva nell’ambito delle politiche di compensation adottate dagli HR. Riteniamo che tale impulso dato dalle due leggi di stabilità varate nell’ultimo biennio, apra la strada ad un nuovo modo di concepire le relazioni industriali nel nostro Paese e questo favorirà ulteriormente la diffusione del welfare aziendale.
Infine, riteniamo che gli interventi legislativi degli ultimi due anni abbiano consacrato il welfare aziendale come elemento necessario all’interno di un’organizzazione, finalizzato al miglioramento del clima ed all’aumento del potere d’acquisto dei dipendenti. La possibilità di convertire su base volontaria (da parte di ciascun dipendente) il premio di risultato in servizi di welfare e la possibilità per l’azienda di dedurre per intero il valore convertito/stanziato per tali servizi, sono degli interventi strutturali.