Lo scorso 2 novembre i sindacati Fp Cgil, Fp Cisl, Fisascat Cisl e Uil Uiltucs e Uneba Veneto hanno firmato a Padova l’accordo collettivo integrativo regionale che riguarda 10 mila lavoratori di case di riposo e altre strutture socio-sanitarie assistenziali operanti in Veneto. Uneba – Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale è l’associazione di categoria che raccoglie strutture private non profit del settore socio-sanitario e assistenziale, articolata sul territorio in Federazioni Regionali. I circa 10 mila dipendenti coinvolti, in grande maggioranza di case di riposo e altre strutture per anziani private non profit operanti in Veneto guadagnano con il nuovo contratto condizioni economiche più favorevoli ma non solo, ottengono anche l’opportunità di usufruire di un nuovo sistema di welfare basato sull’utilizzo della parte variabile del salario. Il contratto, sottoscritto in via definitiva a seguito della firma dell’ipotesi di accordo del 28 settembre e a consultazione dei lavoratori, avrà validità triennale dal 1 agosto 2015 al 31 luglio 2018.
Come vi abbiamo recentemente raccontato sul sito, la legge di stabilità attualmente in discussione al Senato prevederà – se non saranno apportate modifiche in senso opposto all’articolo 12 del disegno di legge oggi disponibile – importanti novità in tema di produttività e welfare aziendale. Il Governo favorisce il ricorso al welfare aziendale e contrattuale nell’ambito dell’erogazione della parte variabile del salario legata alla produttività: se il premio mantiene infatti una imposta sostitutiva del 10%, lo stesso premio erogato in welfare godrà delle agevolazioni fiscali già previste dall’art. 51 del TUIR e non concorrerebbe alla formazione del reddito da lavoro dipendente (entrambe le opzioni soggette alle limitazioni di 2.000 euro di importo e 50.000 euro di reddito).
Le novità del nuovo accordo quadro regionale
Mentre il contratto nazionale Uneba, firmato nella primavera 2013, ha conservato il suo ruolo centrale nell’assicurare a livello di settore la regolamentazione dei contratti a tutela dei lavoratori, l’integrativo introduce la possibilità per i dipendenti di scegliere se incassare le componenti variabili del salario – dai bonus per la costanza di servizio o per l’affiancamento ad un neoassunto fino alla componente territoriale della retribuzione e ai permessi – in denaro, in servizi di welfare o in riduzioni dell’orario di lavoro. Le prime due liquidazioni previste dal contratto saranno a dicembre 2015 e giugno 2016. Quanto previsto dall’accordo quadro regionale si aggiunge al piano di sanità integrativa introdotto dal contratto nazionale vigente. Il fondo sanitario sarà operativo da gennaio 2016, al termine degli incontri in corso tra le parti per scegliere il piano sanitario più vantaggioso per i lavoratori.
Un “cammino di innovazione” – come lo definisce Uneba Veneto – condiviso con le parti sindacali e particolarmente significativo in un settore che è stato in grado, nonostante la crisi, di garantire la continuità occupazionale e anzi prevede nuove assunzioni per il futuro. Un settore per sua stessa natura radicato sulla centralità dell’individuo e la relazione con la persona. Che ha bisogno di lavoratori sereni e motivati, ed ha – come tutti i servizi alla persona – una forte componente femminile della forza lavoro.
I problemi legati al tempo e alle necessità di conciliare vita e lavoro non sono dunque estranei ai firmatari dell’accordo, che hanno deciso insieme di dare impulso alla contrattazione di secondo livello, come previsto dal contratto nazionale, e di intraprendere una strada nuova – quella della conversione del salario – indicata all’interno della legge di Stabilità per il prossimo anno. I vari istituti contrattuali e bonus saranno ricompresi nell’istituto dell‘Elemento Variabile Territoriale (EVT), introdotto dall’accordo e corrisposto ogni anno in base al calcolo delle ore.
Riferimenti