Il concetto di social well-being è complesso e multidimensionale, poiché include aspetti psicologici, fisici, sociali, relazionali, economici, ambientali che interagiscono tra loro in modo dinamico. Tale complessità rende particolarmente ardua l’individuazione di strumenti di misurazione in grado di coglierne la totalità, poiché ogni approccio tende a privilegiare specifiche dimensioni a scapito di altre.
Di conseguenza, la sfida principale per la ricerca scientifica consiste nello sviluppo di misure e indici che siano al contempo validati dalla letteratura, affidabili e omnicomprensivi, al fine di fornire una rappresentazione quanto più accurata e significativa del benessere individuale e collettivo.
Di seguito facciamo il punto sulle principali modalità con cui oggi si fanno rilevazioni sul social well-being e segnaliamo un’iniziativa lanciata dal progetto CITYBLE per coinvolgere in queste attività anche cittadini e cittadine che, nell’ottica della Citizen Science, possono dare un contributo prezioso.
Una molteplicità di misure, metriche e indici
Le misure di well-being possono essere classificate in diverse categorie:
Indicatori soggettivi: si basano principalmente sull’autovalutazione individuale dei propri sentimenti e della propria percezione della qualità di vita e del benessere individuale fisico e psicologico. Esempi includono il World Happiness Report, l’ European Social Survey e l’Happy Planet Index (Fig. 1). Questi indicatori valutano la qualità della vita percepita, le emozioni positive e la soddisfazione in vari ambiti come lavoro, relazioni e salute.
Indicatori oggettivi: misurano le condizioni di vita misurabili in modo oggettivo come l’accesso alle risorse e ai servizi, il livello di istruzione, lo stato di salute e la sicurezza. Esempi sono l’OECD Better Life Index (BLI) riportato nella Figura 2 e l’Istat BES.
Indici compositi: combinano indicatori oggettivi e soggettivi per fornire una valutazione complessiva del well-being a livello nazionale, regionale o provinciale. Un esempio è l’Eurostat SDG3: Good health and well-being index.
Misure di well-being organizzativo: si concentrano sulla salute mentale e fisica dei lavoratori di una determinata azienda, sulla soddisfazione lavorativa, sull’equilibrio tra lavoro e vita privata, sull’engagement, sullo stress e sul burnout. Il Welfare Index PMI di Generali ne è un esempio.
Misure di well-being sociale: valutano il benessere ambientale, economico e sociale e l’impatto sulle comunità locali. Un esempio sono gli indicatori derivanti dal WISE (Wellbeing, Inclusion, Sustainability & the Economy) Horizons project che si basa su tre pilastri: well-being, inclusione e sostenibilità.
Che cosa stiamo dimenticando?
La percezione dI well-being è soggettiva e multiforme, riflettendo la diversità di valori e priorità individuali (si veda ad esempio la possibilità individuale di pesare in modo diverso gli indicatori dell’OECD Better Life Index). Questa soggettività si traduce in una pluralità di definizioni, come quella che considera il social well-being come combinazione di felicità e qualità della vita, o quella che lo vede come uno stato in cui gli individui riconoscono le proprie capacità, gestiscono le sfide della vita, lavorano produttivamente e contribuiscono alla loro comunità. Alcune definizioni si concentrano più sugli aspetti edonici (piacere e affetto), altre su quelli eudemonici (scopo e significato).
Data questa varietà di prospettive e definizioni, gli indici di well-being esistenti sembrano spesso incompleti. In particolare, si nota una mancanza di integrazione tra:
- indici relativi alla società (es. benessere urbano e dei cittadini, indicatori ambientali ed economici)
- indici relativi alle aziende (es. benessere organizzativo, work-life balance).
Inoltre, è assente un approccio multilivello che consideri non solo il livello micro (individuale) e macro (società), ma anche livelli intermedi come gruppi di riferimento e organizzazioni.
L’integrazione di questi aspetti in un unico indice composito porterebbe a una misurazione del social well-being più granulare e omnicomprensiva dei suoi diversi aspetti e fattori. Un tale indice dovrebbe tener conto delle interconnessioni tra benessere individuale, organizzativo e sociale, riconoscendo come le politiche aziendali e sociali si influenzino reciprocamente.
E per quanto riguarda le nuove tecnologie? Anche queste ci vengono in aiuto per una migliore e più approfondita misurazione del benessere individuale e sociale. Le nuove tecnologie stanno rivoluzionando il modo in cui misuriamo e comprendiamo il benessere, combinando, tra gli altri, intelligenza artificiale, sensori di movimento, sensori di conduttanza cutanea ed encefalogramma per analizzare in tempo reale lo stato psicofisico delle persone. Ad esempio, progetti come quelli del del MIT Senseable City Lab o del Citizen Well-being Diagnostic utilizzano dati biometrici e ambientali per monitorare lo stress urbano e migliorare la qualità della vita nei centri abitati. I sensori di conduttanza cutanea possono rilevare variazioni nei livelli di stress attraverso la sudorazione, mentre l’encefalogramma permette di analizzare l’attività cerebrale per comprendere meglio le reazioni emotive a un determinato ambiente urbano.
Un piccolo passo per andare oltre la dicotomia società-organizzazioni: una survey su sostenibilità e benessere
Al fine di incrementare e ampliare le misure e gli indici di well-being considerando il benessere con un approccio multilivello e inclusivo sia del benessere lavorativo sia di quello sociale a nostro avviso è necessario coinvolgere direttamente cittadini/e e lavoratori/trici cercando di utilizzare metriche validate dalla letteratura che possano essere utilizzate all’interno e all’esterno dei confini organizzativi.
Un primo passo lo stanno facendo i ricercatori delle Università di Ferrara, Milano e del Salento tramite il progetto CITYBLE – Developing Two-Sided Citizen Analytics for the Sustainable Digital Society che in prima battuta stanno raccogliendo dati riguardanti il benessere tramite un breve questionario e in secondo luogo stanno sviluppando una piattaforma di Citizen Science Analytics che permetta di integrare non solo misure di well-being multilivello e inerenti sia la società che le organizzazioni, ma anche strumenti quali intelligenza artificiale e sensori diagnostici per un approccio olistico allo studio del benessere dei cittadini.
Vuoi far parte anche tu della ricerca e aiutarci a meglio comprendere i diversi aspetti del benessere? Completa in modo anonimo il breve questionario che trovi a questo link entro il 15 aprile 2025.
Per ogni informazione o curiosità riguardante il questionario o il progetto CITYBLE puoi rivolgerti ai ricercatori/trici coinvolti nel progetto scrivendo una mail a francesca.mochi@unimi.it. Saremo lieti di rispondervi e di continuare la discussione riguardante il benessere dei cittadini.