Jadid ha 12 anni, è mussulmano e fa l’attaccante nella squadra dell’oratorio del suo quartiere. Arianna invece è al quarto anno del liceo classico, durante le vacanze fa l’animatrice nel centro estivo del suo oratorio ed è la capitana della squadra di pallavolo della parrocchia. Marco di anni invece ne ha 7 ed è seguito insieme alla propria mamma dal Centro di Ascolto della parrocchia del loro quartiere, grazie ai volontari da qualche mese ha scoperto che può giocare a basket nella palestra dell’oratorio insieme ad altri bambini della loro età e da quel giorno non ha saltato mai un allenamento.
Le storie di Jadid, Arianna e Marco sono rappresentative delle storie di migliaia e migliaia di giovanissimi atleti che praticano sport nelle società sportive degli oratori che partecipano ai campionati stagionali di numerose discipline sportive organizzati dal CSI, il Centro Sportivo Italiano.
In questa realtà gli allenatori, dirigenti e preparatori sono tutti volontari che hanno accettato non solo un impegno sportivo ma anche e soprattutto una sfida educativa. In sintesi, educare i propri atleti attraverso lo sport in oratorio ad affrontare anche le sfide quotidiane riconoscendo le proprie specificità e allenando le proprie debolezze.
Durante la nostra riflessione sui diversi ambiti in cui l’oratorio, direttamente o indirettamente, opera in un’ottica di secondo welfare, ci siamo resi conto di quanto lo sport possieda un ruolo importante nella missione educativa delle realtà oratoriane.
Oratori e secondo welfare: leggi le puntate precedenti1. Oratori, super-luoghi di inclusione e crescita: il nuovo ruolo degli oratori |
Per questo motivo abbiamo deciso di scoprire qualcosa di più insieme a Massimo Achini, presidente del CSI Milano. Con lui abbiamo parlato di sport, inclusione e missione educativa comprendendo meglio come oggi più che mai i ragazzi ricercano un’esperienza non solo di qualità sportiva ma anche umana.
L’importanza dello sport per i ragazzi
Ma andiamo con ordine. È ormai noto come l’attività sportiva porti numerosi benefici psicofisici a qualsiasi età. Per i più giovani poi è uno strumento fondamentale per migliorare le relazioni, preservare la propria salute mentale e in molti casi ha anche effetti positivi sulle performance scolastica1.
Nonostante ciò, numerose fonti affermano che più passano gli anni, più i ragazzi abbandonano l’attività sportiva. Secondo i dati Istat, nel 2023 i ragazzi con un’età compresa tra gli 11 e i 14 anni costituiscono il 9% del totale degli italiani che svolgono sport in modo continuativo. Questo dato scende quando si parla di ragazzi tra i 15 e i 17 anni (6%) per diminuire ancora di più, circa del 3%, nella fascia 18-19 anni. Per riassumere, all’aumentare dell’età diminuisce il numero di ragazzi che praticano uno sport in modo continuativo.
Perché questo succede? Molti studi riconducono questa scelta a fattori come l’aumento del carico scolastico, il costo poco sostenibile per le famiglie o la perdita di interesse2.
Massimo Achini dal suo osservatorio aggiunge dei fattori ulteriori: “i ragazzi smettono di fare sport quando comprendono che la società sportiva non guarda più in primis al loro bene bensì unicamente ai risultati sportivi”. I ragazzi con le proprie famiglie cercano quindi un’esperienza che sia di livello dal punto di vista tecnico e sportivo, senza però tralasciare l’aspetto umano delle relazioni. “Subito dopo la pandemia da Covid-19” racconta su questo tema Achini, l’impressione è che sia “esploso un desiderio di umanità vera e i genitori hanno capito che ai figli non importa fare sport in club prestigiosi ma preferiscono allenarsi in luoghi in cui stanno bene e vengono valorizzati anche nella loro umanità”.
CSI e oratori un’alleanza consolidata
In questo scenario di ricerca di umanità e relazioni vere la proposta del CSI si inserisce nel migliore dei modi. Come ci spiega Achini, se lo sport di squadra nei principali club dilettantistici sta subendo un calo di iscrizioni3, la stessa cosa non si può dire per le società del CSI, quanto meno nell’area milanese. “Quest’anno ai campionati CSI si sono iscritte 1.600 squadre tutte appartenenti a Milano e provincia” continua “questo è il numero di squadre più alto che abbiamo mai registrato negli ultimi anni”. Per Achini ciò significa che i ragazzi che vogliono fare un’esperienza sportiva ci sono e spesso scelgono società sportive che si iscrivono a campionati CSI.
Ma che cos’è il CSI? Il CSI, acronimo di Centro Sportivo Italiano, è la più antica associazione polisportiva attiva in Italia. Nata nel 1944, da 80 anni porta avanti il suo obiettivo di promuovere lo sport come momento di educazione, di crescita, di impegno e di aggregazione sociale, ispirandosi alla visione cristiana dell’uomo e della storia nel servizio alle persone e al territorio4. Da quasi un secolo quindi l’associazione organizza tornei di molti sport di squadra dal calcio alla pallavolo passando per il basket e il ping-pong (solo per citare alcuni esempi) coinvolgendo squadre di ogni età partendo dai piccolissimi fino a squadre amatoriali di genitori e adulti che decidono dopo anni di rilanciarsi in uno sport di squadra. Le squadre iscritte ai campionati CSI poi sono per la maggior parte, per non dire la totalità, squadre delle società sportive degli oratori. A Milano in particolare il CSI gode di una collaborazione molto proficua con la Diocesi Ambrosiana in particolare con la FOM5 e il suo direttore don Stefano Guidi. “Stiamo vivendo un tempo di grazia” racconta Achini “ma allo stesso tempo di responsabilità”, infatti una collaborazione così stretta con la Diocesi Ambrosiana e gli oratori di Milano obbliga il CSI a dare il meglio di sé sia come strumento educativo che pastorale.
Tempo di grazia sottolineato anche dallo stesso arcivescovo Mario Delpini che a settembre in occasione dell’anniversario degli 80 anni del Comitato ha promulgato in piazza Duomo un editto per gli sportivi: “un’assoluta novità moderna, un segnale che l’alleanza tra oratorio e sport oggi è più forte che mai”.
Sport e sostenibilità: dalle olimpiadi ai campetti di provincia
Questa alleanza non coinvolge unicamente il CSI e la FOM come istituzioni ma la si può respirare concretamente appena si varca la porta di un qualsiasi oratorio milanese in cui è presente una società sportiva. Lo schema è pressoché sempre lo stesso: se si passa in un oratorio in una qualsiasi domenica di inverno si capiterà quasi certamente nel mezzo di una partita di calcio del torneo CSI. I ragazzi in campo sono spesso gli stessi che d’estate si possono vedere con la maglietta dell’animatore e se sono bambini, invece, è comune siano gli stessi del catechismo o che d’estate partecipano al GREST o ai campeggi in montagna. Ma tra questi poi si possono notare anche altri bambini e ragazzi che non hanno mai frequentano un oratorio ma proprio grazie allo sport riescono a trovare in esso un luogo dove poter tornare al di là degli allenamenti e delle partite. Un luogo dove costruire legami con i propri coetanei.
Ma non solo, guardando alle panchine delle squadre non è inusuale trovare il volontario del bar dell’oratorio che nel weekend si trasforma nel mister della squadra di calcio oppure, entrando in palestra, la catechista che da anni è anche allenatrice della squadra di pallavolo dell’oratorio. In sintesi, questa alleanza coinvolge non solo le istituzioni, non solo i ragazzi ma anche gli allenatori quali figure competenti in ambito sportivo ma, soprattutto, come sottolinea ancora Achini “figure che condividono e portano avanti il progetto educativo dell’oratorio anche sui campi”. In questo modo “lo sport in oratorio diventa un’esperienza di qualità: sia educativa che sportiva”.
Lo sport come strumento educativo e di integrazione
L’oratorio, dunque, per le sue finalità e per il suo target, si delinea come un terreno fertile per lo sport come strumento educativo inclusivo. Confermando un tratto che abbiamo già avuto modo di sottolineare nei nostri precedenti articoli, l’oratorio anche sotto questo aspetto si dimostra un luogo di incontro per ragazzi di etnie, culture, religioni, situazioni familiari diverse per svariati motivi. Da quelli più lampanti, che indicano che è un luogo ricreativo gratuito; a quelli più nascosti dove i ragazzi si sentono voluti bene dai volontari e sono stimolati a tornare. In questo quadro così variegato, che interessa soprattutto le periferie, l’oratorio è in grado di attrarre questi ragazzi e far sì che, con le loro differenze, aspirazioni e fragilità, riescano non solo a convivere insieme ma ad essere addirittura compagni di squadra. Secondo il presidente Achini “mettere insieme persone di culture, esperienze di vita diverse è molto difficile” racconta “ma lo sport è in grado di unirle e fare inconsapevolmente un grande lavoro di inclusione e mediazione”. Gli spogliatoi dei campionati CSI infatti sono ricchi di bambini e ragazzi con storie, culture, religioni, etnie diverse ma durante le partite non si parla di questo “per l’allenatore, per i tifosi e per i genitori, ad esempio, non è importante di che religione sia un giocatore ma piuttosto se in quella determinata partita ha fatto gol o meno”, sottolinea Achini. Ciò impatta anche sui ragazzi che così davanti ad un pallone si sentono tutti uguali.
Lo sport in oratorio non ha solo un ruolo di mediazione ed inclusione di ragazzi con diversi background e diverse storie ma svolge un compito importante anche nell’inclusione dei più fragili. Da anni infatti il CSI organizza, accanto ai tornei dei ragazzi, anche tornei di calcio integrato dove in squadra giocano e si allenano atleti normodotati insieme ad atleti con disabilità: un’esperienza che arricchisce giocatori e tifosi riuscendo a far comprendere come lo sport sia realmente per tutti e come riesca ad essere un motore di speranza.
Ogni luogo un incontro: azioni simboliche di contrasto alla povertà educativa
Inoltre da tempo l’impegno del CSI esce dai confini degli oratori arrivando nelle carceri con il progetto “Liberi di giocare” o anche dall’altra parte del mondo con il progetto “CSI per il mondo”. Due progetti per cui il CSI va molto fiero poiché in contesti diversi, spesso difficili, utilizzando il mezzo dello sport si riesce a lanciare messaggi di speranza e di cura. “Queste esperienze”, ci racconta ancora Achini, “avvalorano la tesi di quanto la potenzialità educativa dello sport sia potente”.
In conclusione, la sinergia tra sport e oratorio oggi si rivela fondamentale per il benessere e la crescita dei giovani. Emerge chiaramente come lo sport possa andare oltre il mero risultato, così caro alla società della performance nella quale i ragazzi stessi sono immersi fin dall’infanzia, diventando uno strumento di inclusione, educazione e valorizzazione delle diversità. Il CSI Milano, in collaborazione con gli oratori, dimostra che l’attività sportiva, quando guidata da una missione educativa, riesce a fornire non solo competenze tecniche ma anche valori umani, creando legami significativi tra i ragazzi. In un contesto in cui molti giovani abbandonano lo sport e, come abbiamo avuto modo di raccontare, si scontrano con le proprie fragilità, questa proposta rappresenta un modo diverso di vivere l’attività sportiva, in grado di rispondere alle loro esigenze di umanità e comunità. Che si tratti di un campo di calcio o di un parquet di pallavolo lo sport continua a dimostrare il suo potere trasformativo, aiutando i ragazzi a diventare non solo atleti migliori, ma anche cittadini più consapevoli e solidali.
Alla fine di questi mesi in cui ci siamo addentrati più in profondità nelle diverse dimensioni che caratterizzano l’oratorio abbiamo compreso quanto esso sia realmente un super-luogo, avvalorando la nostra tesi iniziale. Oggi infatti l’oratorio è diventato sempre più un punto di riferimento per i quartieri milanesi dove le famiglie, i giovani ma più in generale la comunità hanno la possibilità di fermarsi, incontrarsi e ricevere supporti e aiuti in base ai propri percorsi di vita. I centri estivi, i servizi Caritas e le attività sportive sono solo alcuni degli ambiti dove questi sostegni si esplicano, confermando come l’oratorio in questi anni sia stato in grado di evolversi e rinnovarsi a seconda delle sfide del tempo, facendo integrazione e coesione sociale in un’ottica di innovazione sostenibile per rispondere alle diverse esigenze tipiche della città contemporanea in ambito sociale, economico e culturale.
Note
- Per approfondire: Madonna G., 2019, Lo Sport come strumento di supporto per i giovani, Italian Journal of Health Education, Sports and Inclusive Didactics, Vol. 3, N. 1
- Per approfondire: Pisaniello A, Figus A, Digennaro S and Spulber D (2024) Determining factors of sports dropout of young scholars: a cross-sectional analysis in the 8–13 year age group. Front. Sports Act. Living 6: 1330346.
- Per approfondire: https://www.coni.it/images/numeri_dello_sport/INDS_2021-2022_REPORT_COMPLETO__GN_11-07-2024_DEF.pdf
- Per approfondire: https://www.csi.milano.it/chi-siamo/statuto.html
- Acronimo di Fondazione Oratori Milanesi. Per approfondire: https://www.chiesadimilano.it/pgfom/