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Dice un proverbio dei tempi andati: “Meglio soli che male accompagnati”.

Io ne so uno più bello assai: “In compagnia lontano vai”. (Gianni Rodari)

Condividere e arricchire la storica esperienza di una compagnia teatrale nata quasi 40 anni fa nel carcere di Volterra, diffondendo l’idea che il teatro possa in parte trasformare l’istituzione carceraria. È l’obiettivo ambizioso del progetto Per Aspera ad Astra – Riconfigurare il carcere attraverso cultura e bellezza, che coinvolge 16 compagnie teatrali1 in altrettanti istituti carcerari italiani e che ben rappresenta l’idea di Rodari: per andare più lontano c’è bisogno di lavorare insieme. E a lavorare insieme non sono solo le compagnie teatrali: il progetto è sostenuto da Acri insieme a 12 Fondazioni di origine bancaria2 che collaborano strettamente per sostenere e rafforzare l’operato delle compagnie.

Per Aspera ad Astra è al centro della quarta puntata di Intrecci: creare comunità insieme, un podcast e una serie giornalistica in cui raccontiamo 10 iniziative che rafforzano le comunità grazie al supporto delle Fondazioni di origine bancaria.

Dopo le tappe di Milano, Napoli e della Sardegna, nel quarto episodio di Intrecci siamo andate a Volterra a intervistare il fondatore e direttore della Compagnia della Fortezza, un attore detenuto della Compagnia e la Vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, che ha avuto un ruolo determinante nella storia della Compagnia e nella nascita di Per Aspera ad Astra.

In questo articolo, invece, partiamo proprio da Per Aspera ad Astra per raccontare cosa succede quando le Fondazioni di origine bancaria lavorano insieme e per approfondire la dimensione associativa all’interno della filantropia, anche grazie alle parole del direttore generale di Acri Giorgio Righetti.

Per Aspera ad Astra: lavorare insieme per lavorare meglio

Il contesto carcerario pone moltissimi vincoli e difficoltà allo sviluppo di un’esperienza culturale come quella teatrale. Il lavoro quotidiano di chi fa teatro in carcere – come ci racconta nel podcast Armando Punzo, fondatore della Compagnia della Fortezza di Volterra – è quello di negoziare continuamente con l’istituzione carceraria su tempi, luoghi e modalità in cui possono essere realizzate le attività. In una condizione di grave sovraffollamento, inoltre, gli spazi devono essere in qualche modo negoziati anche con l’intera popolazione carceraria e non solo con le istituzioni. In Italia esiste un solo teatro in carcere, nella Casa circondariale di Genova Marassi, mentre negli altri istituti l’attività teatrale utilizza spazi che sono destinati anche ad altro (sport, passeggio, attività ricreative e formative).

Questi elementi descrivono – almeno in parte – la complessità enorme che sta dietro all’attività delle compagnie teatrali in carcere. Ogni esperienza è diversa, perché ogni compagnia deve negoziare con il “suo” direttore, con i “suoi” detenuti, con i “suoi” agenti. E niente può essere dato per acquisito. Per esempio quando ci sono avvicendamenti nella direzione del carcere bisogna ricostruire da capo la relazione di fiducia e collaborazione che è alla base del teatro in carcere. “Il terreno su cui si può lavorare col progetto Per Aspera ad Astra è quello di una struttura penitenziaria che accolga certe innovazioni e certe esigenze. Per esempio non si può realizzare senza il coinvolgimento della polizia penitenziaria, che spesso ha gli orari stravolti dalle esigenze del progetto teatrale”, racconta Lilia Silvi, Vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra.

L’intervista a Lilia Silvi, Vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra. Foto di Giulia Greppi.

Le compagnie di Per Aspera ad Astra lavorano in autonomia, facendo i conti con le difficoltà e i limiti imposti dalle specifiche circostanze in cui operano. Ma lavorano anche insieme, nella convinzione che dal confronto possano nascere nuove idee, energie e opportunità: che insieme si possa andare più lontano, tornando a Rodari. Ogni anno le compagnie si riuniscono in una Masterclass di alta specializzazione che è ospitata dalla Compagnia della Fortezza. In questo incontro annuale attori e registi si confrontano su apprendimenti, strategie e metodi. Anche su questioni molto pratiche, come la gestione dell’ingresso del pubblico in carcere o la negoziazione degli spazi comuni con i detenuti non attori.

Non è certamente semplice fare teatro in carcere, questo ce lo possiamo immaginare anche se viviamo fuori. E quindi è utile condividere l’esperienza della Compagnia della Fortezza: quali risultati ha ottenuto, ma anche a quali sconfitte è andata incontro”. La Vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra sintetizza in questo modo il senso e il valore di Per Aspera ad Astra. Questa Fondazione toscana ha un ruolo particolare all’interno del progetto: sostiene la Compagnia della Fortezza fin dalla sua nascita, nell’ambito di un consolidato rapporto di scambio tra la città di Volterra e la sua Casa di reclusione. Secondo Silvi “il rapporto tra i volterrani e il carcere è sempre stato molto vivo, molto presente”. Un esempio è quello dell’istruzione: nell’anno scolastico 1993/94 un gruppo di insegnanti dell’Istituto Tecnico Niccolini di Volterra ha iniziato a tenere lezioni a titolo volontario nel carcere. Tra questi insegnanti c’era anche Lilia Silvi. L’attività ha ottenuto ottimi risultati, tanto che è proseguita nell’anno successivo e, a partire dall’A.S. 1995/96, è stata istituzionalizzata in un corso per geometri riconosciuto dal Ministero della Pubblica Istruzione. L’offerta formativa si è ampliata nel corso degli anni aggiungendo – per esempio – l’indirizzo alberghiero. Proprio per questo, racconta Silvi, “molti camerieri dei ristoranti di Volterra sono ospiti del carcere”.

Dallo scambio tra Compagnia della Fortezza, Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra e Acri nel 2018 è nata l’idea di provare a diffondere il “modello” di Volterra attraverso il progetto Per Aspera ad Astra.

Giorgio Righetti, direttore generale di Acri, ci ha raccontato che “non solo Volterra operava in questo ambito: prima del 2018 esistevano già diverse altre compagnie sostenute dalle Fondazioni”. Tuttavia, con Per Aspera ad Astra, è nata l’intuizione di promuovere a livello nazionale una concezione ben precisa – potremmo dire radicale – di teatro in carcere: il lavoro trentennale della Compagnia della Fortezza si basa sulla convinzione che il teatro non debba essere un mezzo, ma un fine. Il teatro è la massima espressione della libertà umana e non deve essere assoggettato ad altri scopi per poter essere veramente trasformativo: il teatro, dunque, non è un mezzo per raggiungere la “rieducazione del condannato” (art. 27, Cost.). Al contrario, se è sperimentato in tutta la sua ricchezza, il teatro in carcere ha come conseguenza indiretta la rieducazione del condannato. E anche, in parte, una riconfigurazione dell’istituzione carceraria. Acri – prosegue Righetti – ha dunque visto l’opportunità di introdurre un’innovazione all’interno di “un’attività che le Fondazioni già frequentavano”.

Per Aspera ad Astra ha coinvolto nel corso degli anni oltre 1.000 detenuti e al momento opera attraverso le attività di 16 compagnie teatrali in altrettanti istituti in tutta Italia. Il progetto ambisce – come dice il suo sottotitolo – a riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza. Questo risultato non è facile da misurare, anche perché il progetto è ancora troppo giovane. Inoltre le carceri in Italia versano in condizioni drammatiche: solo interventi strutturali potrebbero realmente cambiare le cose. Tuttavia, nell’immobilismo registrato su questo fronte da parte della politica, molte realtà provano a fare la loro parte. E Per Aspera ad Astra ha prodotto cambiamenti concreti e ha cambiato la vita di molte persone detenute, come racconta una di loro all’interno del podcast.

Anche le Fondazioni vanno più lontano se lavorano insieme

Non è un caso che un’idea di portata così eccezionale sia condotta non solo da una o più Fondazioni di origine bancaria (Fob), ma dall’associazione che le riunisce tutte. Questo progetto rappresenta bene il senso della dimensione associativa nella filantropia.

Come abbiamo già raccontato in precedenza in Intrecci (per esempio qui e qui), il radicamento territoriale è un elemento fondamentale della nascita e dell’identità delle Fob: le Fondazioni operano tendenzialmente sul proprio territorio di riferimento, che di solito corrisponde a una determinata provincia o regione. La prossimità territoriale è un punto di forza di questi enti, perché permette loro di operare in modo più efficace e condiviso (soprattutto se ad alcune condizioni). Al contempo, come ci ha raccontato Righetti, questa dimensione territoriale porta con sé il rischio di una frammentazione degli interventi, specialmente considerando che questi attori non sono presenti in modo uniforme sul territorio italiano.

È chiaro che invece alcune questioni riguardano l’intero territorio nazionale” prosegue Righetti. E in questi ambiti “fare sistema dà il vantaggio di coprire una maggiore porzione del territorio nazionale. In secondo luogo aumenta la massa critica delle risorse messe a disposizione”. Attraverso la collaborazione, infine, le Fondazioni “imparano a confrontarsi ed esercitano la loro capacità di evolversi nel tempo”. Questi tre elementi rappresentano in sintesi il valore che le Fob trovano nel lavorare insieme. E Per Aspera ad Astra esemplifica bene questa modalità di lavoro, secondo Righetti: ci si mette insieme, si aumentano le risorse, si impara insieme, si promuove un modello”.

Giorgio Righetti, direttore generale di Acri, interviene alla conferenza stampa “Per Aspera ad Astra – Un modello innovativo di rete culturale”, organizzata il 29 luglio al termine di una replica dello spettacolo “Atlantis 2” della Compagnia della Fortezza, presso il carcere di Volterra. A destra, vestito di nero, il registra e direttore della Compagnia Armando Punzo. Foto di Stefano Vaja (fonte: pagina Facebook della Compagnia della Fortezza).

Per Aspera ad Astra ha però anche un altro elemento significativo, sottolinea Righetti: “è nato da un’esperienza sostenuta da una piccola Fondazione. Spesso, invece, i progetti di Acri che coinvolgono più Fondazioni partono da iniziative di Fondazioni più grandi”. Queste ultime, avendo “più risorse, tendenzialmente possono sperimentare di più”.

L’esperienza di Per Aspera ad Astra mostra come Acri sia in grado di favorire il confronto e lo scambio tra le Fondazioni, creando uno spazio di riflessione in cui le esperienze di valore – anche se relativamente piccole e/o sperimentate in contesti periferici – possono emergere ed essere diffuse.

La dimensione associativa rappresenta dunque un elemento che rafforza l’operato delle Fob e, tra le altre cose, promuove la diffusione di idee ambiziose e innovative a partire da singole esperienze significative. E permette di “fare comunità” in modo ancora più efficace e diffuso, come stiamo raccontando nelle diverse tappe di Intrecci.

 

Note

  1. Le compagnie teatrali e le carceri che partecipano a Per Aspera ad Astra: Carte Blanche / Compagnia della Fortezza – Casa di Reclusione di Volterra (Pi); Opera Liquida – Casa di Reclusione Milano Opera; Teatro e Società – Casa Circondariale di Torino “Lorusso e Cutugno”; Associazione Baccanica – Casa Circondariale di Palermo “Pagliarelli”; FormAttArt – Casa di Reclusione di Vigevano (Pv); Teatro Stabile del Veneto – Casa di Reclusione di Padova; Associazione Gli Scarti – Casa Circondariale di La Spezia; Cada Die Teatro – Casa Circondariale di Cagliari Uta; Teatro Stabile dell’Umbria – Casa Circondariale di Perugia Capanne; Teatro dell’Argine – Casa Circondariale di Bologna Rocco D’Amato; Voci Erranti – Casa di Reclusione di Saluzzo (Cn); Teatro Necessario – Casa Circondariale di Genova Marassi; ACS Abruzzo – Carcere di Teramo; Associazione Puntozero – Istituto Penale per i Minorenni di Milano “Beccaria”; Teatro Kismet Opera di Bari, Teatri di Bari – Istituto Penale per i Minorenni di Bari “Fornelli”; Finisterrae Teatri  – Casa Circondariale di Trento.
  2. Le Fondazioni che sostengono Per Aspera ad Astra: Fondazione Cariplo; Fondazione Carispezia; Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (CRC); Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo (Cariparo); Fondazione Perugia; Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra; Fondazione Compagnia di San Paolo; Fondazione Con il Sud; Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna; Fondazione di Sardegna; Fondazione Tercas; Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto (Caritro).