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Radicalmente Adolescenti, presentato presso l’Istituto Comprensivo Farini di Bologna in primavera, è il documento di sintesi della strategia dell’amministrazione comunale bolognese “per offrire a tutti i ragazzi della città opportunità, strumenti, risorse, spazi in cui crescere, formarsi, stare bene insieme”, come dichiarato dal sindaco Matteo Lepore. Il Comune di Bologna ha deciso, infatti, di avviare un percorso “per immaginare nuovi futuri”, cercando di rispondere ai giovani della città, che chiedono prevenzione a scuola rispetto alla salute mentale e alla violenza di genere, una maggiore educazione sessuale e che ritengono necessario promuovere opportunità per i giovani. Una scelta non casuale, visti anche i dati non confortanti sul benessere giovanile che sono stati messi in luce. Ad esempio: il 14,2% della popolazione minorenne italiana si trova in una condizione di povertà assoluta, l’indice BES relativo al benessere mentale della fascia 14-19 è calato nel post pandemia e la percentuale di utenti minori del Centro di Salute Mentale bolognese è aumentata del 6% negli ultimi dieci anni.

Le tappe del percorso

Radicalmente Adolescenti è stato sviluppato e definito nel corso di due anni, attraverso il coinvolgimento della popolazione, in primis della comunità educante della città.

I primi passi nel riconoscimento di bisogni e nella costruzione di cornici di riferimento per le possibili strategie future sono stati mossi a partire da documenti quali il Piano Adolescenza (dicembre 2022) e momenti di confronto come l’Istruttoria Pubblica sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (aprile 2023). Il primo ha sancito importanti direttrici di sviluppo, anche nell’ambito della salute mentale: dall’importanza di sostenere gli sportelli d’ascolto negli istituti scolastici alla promozione di azioni volte a prevenire il disagio adolescenziale in modo integrato e multiprofessionale. La seconda, invece, ha avviato un dibattito pubblico e politico per far emergere bisogni, aree di miglioramento e strategie future.

La scelta di Bologna: i quartieri, culle di welfare

Da ultimo, molto rilevante è l’avvenuta esperienza delle Scuole di Quartiere, che ha mostrato nel corso del quadriennio 2019-2023 che è possibile fornire ai più giovani risposte e servizi adeguati. I 37 progetti realizzati in questo ambito, dal costo totale di oltre 9 milioni di euro, hanno coinvolto 5.000 ragazzi e ragazze in attività culturali e solidali svoltesi tra teatri, musei, biblioteche, piazze e parchi, alla ricerca di una scuola e una formazione nuova.

Radicalmente Adolescenti è stato elaborato alla luce di queste esperienze, attraverso un percorso di ascolto e sperimentazioni (Figura 1) chiamato Le Nuove Scuole di Quartiere, che ha coinvolto oltre 700 partecipanti in un’assemblea pubblica e si è concretizzato in 8 focus group con referenti dei diversi settori e in due sperimentazioni per monitorare impatti e approccio.

Successivamente, gli esiti dei vari gruppi di lavoro sono stati recepiti dall’amministrazione ed è stata definita  una proposta di cambiamento, utile a rispondere ai bisogni emersi attraverso il percorso partecipato.

Bisogni emersi

Il coinvolgimento della comunità educante e di ragazzi e ragazze bolognesi ha permesso di individuare quattro principali ambiti di bisogno:

  • la promozione di ascolto e partecipazione;
  • la cura di spazi e ambienti di apprendimento;
  • l’inclusione e creazione di contesti eterogenei;
  • l’empowerment della comunità educante.

Non stupisce che, in linea con le rivendicazioni dei movimenti giovanili attivi su tutto il territorio nazionale, la salute mentale sia all’ordine del giorno. La promozione della salute mentale, fisica e sociale dei giovani, ma anche l’ascolto e la costruzione di alleanze con gli adulti sono emersi come elementi chiave nel percorso di coinvolgimento della popolazione bolognese. Rispetto agli spazi, è data invece molta importanza all’aggregazione e alla socializzazione, alle attività outdoor, e, in modo non del tutto nuovo, al mondo digitale, da conoscere e presidiare. Al centro del dibattito, infine, sono anche l’eterogeneità, la mediazione culturale, la collaborazione e sinergia tra attori e servizi, il supporto della comunità educante; aspetti cruciali da tenere in considerazione per una politica complessiva “per e con gli adolescenti”.

Le dieci azioni

A fronte dei bisogni rilevati, sono state dunque individuate dieci azioni (Tabella 1), educative sociali culturali e sportive, attraverso le quali il Comune intende rendere concreti gli scenari desiderati dalla comunità.

In questo piano d’azione, la scuola è percepita in tutte le sue “potenzialità aggregative”, con l’obiettivo di renderla uno spazio culturale e sociale, ma soprattutto un punto di riferimento territoriale, che favorisca il benessere psico-relazionale di ragazzi e ragazze. A partire da gennaio 2025, le scuole secondarie di I grado della città saranno infatti aperte anche nel pomeriggio, offrendo attività di supporto, promuovendo continuità, apprendimento e ascolto.

Altro elemento al centro della strategia proposta è la comunità educante, cioè insegnanti, formatori, educatori e famiglie. A loro si rivolgono numerose azioni correlate alla salute mentale e allo sviluppo affettivo, come la promozione di incontri “in-formativi” sul tema e lo sviluppo di un servizio di counselling educativo, in presenza e online, per accompagnare genitori e famiglie nei percorsi di crescita di figli e figlie adolescenti.

L’amministrazione bolognese - spiega il documento - è già in prima linea per la promozione della salute e prevenzione da uso problematico e dipendenze da sostanze psicoattive, gioco d'azzardo e tecnologie digitali.

Il focus sul digitale è fondamentale: secondo uno studio dell’Istituto Superiore della Sanità, quasi 500.000 adolescenti sono a rischio di una dipendenza da videogiochi e quasi 100.000 presentano caratteristiche compatibili con la presenza di una dipendenza da social media. Come abbiamo già avuto modo di discutere con Cecilia Iannaco, è ormai imprescindibile riflettere su modelli educativi che integrino e analizzino anche questo nuovo spazio di azione.

Salute mentale dei giovani: un nuovo ruolo per la scuola

Radicalmente Adolescenti immagina, in questo senso, un’attività di ricerca azione portata avanti da un’equipe di “Educativa digitale” in collaborazione con la Fondazione Innovazione Urbana Rusconi Ghigi e l’Università di Bologna. L’obiettivo è, da un lato, indagare le modalità d’uso dei social network da parte dei giovani bolognesi e contribuire a formare al meglio i loro educatori ed educatrici, supportando così la progettazione degli interventi. Dall’altro lato, le informazioni raccolte possono essere utili per orientare le azioni comunicative volte a ingaggiare gli adolescenti e a promuovere efficacemente le opportunità e i servizi presenti sul territorio.

Ad avviso di chi scrive, Radicalmente Adolescenti, qui sinteticamente presentato, è un grande tassello della costruzione di una città a misura di tutti, affiancandosi ad altri progetti educativi del Comune come “Qualifichiamo la nostra scuola 0-6” o “Adolescenti M.A.P”. Per completare il puzzle serve, però, oltre a questo documento programmatico, pur importante, un impegno effettivo, che sappia rispettare i tempi di implementazione previsti e investire efficacemente in servizi e formazione. Solo così, infatti, è possibile costruire benessere e salute, fisica mentale sociale e non solo, per tutti gli adolescenti della città (arrivando, magari, anche lontano dalle Due Torri).

Foto di copertina: sweetlouise, Pixabay.com