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Lo scorso 9 maggio, nella cornice delle Gallerie d’Italia di Torino, durante l’evento “Crossroads” l’Associazione Nexto ha presentato a una vasta platea di stakeholder e ai due principali candidati alla Presidenza della Regione Piemonte – Alberto Cirio e Gianna Pentenero – un Position Paper che identifica priorità di intervento e proposte concrete per lo sviluppo di politiche di medio-lungo termine da realizzare.

Le prossime elezioni regionali rappresentano infatti un’occasione per posizionare il Piemonte al crocevia – da cui deriva il nome dell’evento di lancio del Position Paper – di una vasta gamma di strategie in quattro ambiti strategici: Welfare, Transizione energetica, Porti e logistica, Imprese, Innovazione e lavoro.

Per elaborare linee guida e di indirizzo strategico in ciascuna di queste aree, Nexto ha affidato la regia del Position Paper alla società di consulenza Prometeia, che ha a sua volta individuato i Matter Expert nazionali: Percorsi di secondo welfare, SAA – Scuola di alta formazione aziendale, e SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno. A partire dalle proprie competenze specifiche i Matter Expert, in dialogo con gli opinion leader coinvolti in panel dedicati e con la community di Nexto, hanno contribuito a comporre una visione di sviluppo regionale sintetizzata nel documento finale, pensato per i policy maker e per gli stakeholder territoriali. Uno strumento utile sia per le imminenti elezioni regionali, ma anche per avere una visione più vasta degli ambiti in cui occorrerà investire prioritariamente nei prossimi anni.

Il contributo di Percorsi di secondo welfare al Position Paper

Il nostro Laboratorio – forte della sua esperienza di osservazione e analisi delle suddette dinamiche, come emerso anche nella pubblicazione del suo Sesto Rapporto – ha indagato le soluzioni emergenti nel campo dell’innovazione sociale per rispondere ai bisogni delle comunità. Questo background di conoscenze ha rappresentato il punto di partenza per la conduzione di un’analisi preliminare dedicata alle specificità del contesto piemontese.

In virtù delle sempre più diffuse reti multiattore, il nostro Laboratorio ha poi discusso i risultati dell’analisi preliminare all’interno di un tavolo tematico. A questo hanno partecipato rappresentanti di enti che, a vario titolo, concorrono alla progettazione, all’implementazione e alla valutazione di misure di welfare sul territorio regionale.

Nel comporre il gruppo di esperti ed esperte sono state prese in considerazione non soltanto le aree di competenza (abitare, lavoro, sanità, famiglia e conciliazione vita-lavoro) e il bilanciamento di prospettive tra realtà pubbliche e private, ma anche l’eterogeneità territoriale, avendo cura di coinvolgere enti da diverse province piemontesi. L’elenco completo dei panelist intervenuti è disponibile all’interno del rapporto (p. 101).

Il contesto piemontese tra passato e futuro

In linea con il più ampio scenario nazionale, anche la Regione Piemonte è attraversata da profondi mutamenti socio-demografici e dal progressivo invecchiamento della popolazione. Il cosiddetto “inverno demografico”1, influenzato da variabili macrosociali come le condizioni del mercato del lavoro e le politiche per la famiglia, ha a sua volta un forte impatto sui sistemi di welfare.

L’aumento dei costi previdenziali unitamente alla contrazione della popolazione attiva introduce un rilevante problema di sostenibilità dei sistemi di welfare. Il quadro delineato ha subìto ulteriori distorsioni determinate dalla pandemia che ha penalizzato le fasce più deboli – famiglie con figli, lavoratori e lavoratrici precarie, donne, giovani e persone con background migratorio – inasprendo le preesistenti disuguaglianze territoriali, generazionali e di genere. Si pensi che sono in povertà relativa il 12,5% degli individui in Piemonte, il tasso più alto del Nord Italia, di cui il 23,5% sono minori (Istat 2024, dati al 2022).

Per fare fronte a queste sfide il welfare deve diventare territoriale, coinvolgendo la comunità e una pluralità di stakeholder, così da includere quei soggetti non (o poco) tutelati e stimolare lo sviluppo sociale ed economico locale. Il territorio regionale può contare su diverse condizioni di vantaggio, come la presenza di risorse private (profit e non profit), esperienze pregresse come quella di WeCare e un capitale sociale consolidato. Tuttavia deve prestare attenzione a diverse criticità derivanti da resistenze culturali, difficoltà di stare in rete, frammentarietà degli interventi e possibili nuove discriminazioni come quelle connesse al digital divide.

Linee guida e proposte di policy per la Regione Piemonte

L’analisi retrospettiva e quella prospettica consentono di individuare alcune priorità di intervento: nuove misure di supporto alla genitorialità, di conciliazione famiglia-lavoro e di supporto all’occupazione femminile; risposte multidimensionali di contrasto alle forme di povertà; soluzioni alla crescente domanda abitativa; interventi dedicati alle più giovani generazioni; nuove modalità di cura e assistenza delle fasce più anziane e più fragili della popolazione.

La necessità di definire misure e servizi capaci di rispondere ai nuovi rischi sociali incontra le potenzialità delle pratiche collaborative, che debbono tuttavia tenere conto dei persistenti fattori culturali, delle difficoltà organizzative, degli oneri burocratici ed economici che possono ostacolarle.

Per far fronte alle sfide illustrate, Percorsi di secondo welfare ha elaborato le seguenti proposte di policy:

  • riorganizzare le modalità operative degli interventi regionali, abbandonando la modalità “a silos” di affrontare le politiche di welfare puntando invece sull’integrazione, guardando alla persona con un approccio multidimensionale;
  • superare la verticalità aumentando la collaborazione e l’integrazione tra soggetti diversi della comunità, pubblici, privati e del Terzo Settore; tale collaborazione deve essere formalizzata attraverso una opportuna infrastrutturazione del modello organizzativo territoriale;
  • dopo una fase di sperimentazione si rende necessario garantire sostenibilità all’innovazione. A questo scopo è necessario coordinare i soggetti che sul territorio incontrano direttamente i bisogni dei cittadini. Inoltre, una raccolta sistematica di dati può restituire una lettura dinamica della realtà. Le soluzioni sperimentate, valutate in maniera sistematica nella loro efficacia e negli impatti generati, andrebbero successivamente sedimentate e rese sostenibili nel tempo;
  • la Regione potrebbe ricoprire in questo senso un ruolo cruciale di regia e di coordinamento, intervenendo inoltre per ridurre le diseguaglianze territoriali tra aree urbane e aree interne. Il coordinamento dovrebbe essere guidato da una pianificazione di lungo periodo, operativamente presidiata dai coordinatori di rete strategici per la sincronizzazione delle azioni.

 

 

Note

  1. O anche “glaciazione demografica”, termine recentemente usato da Maurizio Ferrera, Franca Maino, e Celestina Valeria De Tommaso nel report “Famiglia, Asili, Servizi, Tempi. L’agenda FAST per contrastare la denatalità in Italia” che descrive le politiche che potrebbero essere messe in campo per affrontare il calo delle nascite.
Foto di copertina: Fabio Fistarol, Unsplash