In seguito alla crisi si riscontra una crescita delle divergenze in ambito sociale e occupazionale tra gli Stati membri, in particolare all’interno della zona Euro, contrariamente a quanto si osservava negli anni precedenti. Dal 2008 i Paesi del Nord, così come alcuni dell’Est Europa si sono mostrati più resistenti che quelli del Sud, impegnati in processi di aggiustamento a risultati incerti. E’ quanto emerge da uno studio di France Stratégie pubblicato la scorsa settimana.
Secondo lo studio i divari si ampliano in più settori – il livello della ricchezza degli Stati, il lavoro, la povertà e le condizioni dei giovani. Questo si spiega in parte col fatto che perché dagli anni 2000 la convergenza sociale apparente – evoluzione dei salari, livello di spesa sociale pubblica, tasso di disoccupazione – è avvenuta parallelamente alla contrazione della produttività globale dei fattori e alla divergenza reale tra le economie del Nord e del Sud della zona Euro.
Dal 2010, l’impatto differenziato dei piani di aggiustamento ha contribuito ad accrescere i divari, senza che siano ridefiniti i presupposti di una convergenza reale delle economie.
Note d’analyse – Les divergences sociales en Europe après la crise
Marine Boisson-Cohen, Céline Mareuge, David Marguerit, e Bruno Palier , France Stratégie, 20 febbraio 2015