Abilitare giovani promettenti che stanno frequentando la scuola secondaria di II grado che vivono in contesti territoriali fragili, offrendo loro l’opportunità di coltivare i propri talenti attraverso un percorso di crescita personale e culturale che li renda “più consapevoli, più proattivi, più abili”. È l’obiettivo di Bella storia. La tua, il percorso triennale di crescita personale e culturale promosso e ideato da Fondazione Unipolis con un’ampia rete di partner e dedicato ad un gruppo di giovani, selezionati tramite bando a ottobre 2022, provenienti da Campania e Calabria. Pochi giorni fa ha preso concretamente avvio la seconda annualità del progetto, che intende rendere le persone partecipanti più proattive, aiutandole ad acquisire le competenze necessarie per essere protagoniste della propria vita nell’affrontare le sfide attuali e future. Di seguito un racconto di quanto emerso nei camp svoltisi nel mese di ottobre.
Relazione e fiducia per scoprirsi attivatori di cambiamento
Un changemaker è qualcuno che immagina una nuova realtà, agisce e collabora con gli altri per generare valore nella società.
In un Paese in cui i giovani sperimentano livelli di fiducia interpersonale limitati accompagnati dal timore di non riuscire a perseguire i propri desideri e raggiungere i propri (come emerge dall’indagine socioculturale sulle nuove generazioni italiane una ricerca condotta dall’Osservatorio Generation Ship con la collaborazione di Kkienn), Bella storia. La tua sperimenta – attraverso un’offerta di valore che lavora a livello individuale e comunitario – un modello che favorisce la relazione, la cura e la fiducia.
Ne sono stati ancora una volta terreno di prova i camp autunnali organizzati a ottobre 2023 nell’ambito della “Palestra di Competenze”, che hanno dato il via alla seconda annualità di progetto. In questo viaggio saremo accompagnati da Ashoka Italia a cui Sineglossa cede il testimone dopo un primo anno in cui il focus è stato “essere più consapevoli”.
I camp autunnali in Campania e Calabria hanno rappresentato un’esperienza finalizzata a potenziare la consapevolezza dei ragazzi e ragazze riguardo al loro potenziale come agenti di cambiamento: changemaker, parola sconosciuta al 98% dei partecipanti all’avvio dell’attività. Il camp ha introdotto i giovani alla scoperta di nuove esperienze, al proprio sviluppo personale e alla costruzione di connessioni significative. Attraverso una combinazione di giochi di ruolo, momenti di introspezione e la scoperta del proprio proposito personale, le e i partecipanti sono stati incoraggiati a esplorare la loro capacità nell’affrontare le sfide e apportare cambiamenti positivi nella propria vita, interrogandosi su “Quando ho capito di voler cambiare le cose?” e “Cosa mi motiva ad essere changemaker?”
I camp hanno visto momenti di confronto tra pari grazie al coinvolgimento di giovani changemaker di StartNet Youth in Campania e dell’Associazione Nazionale Valentia in Calabria, che hanno raccontato storie di cambiamento nel loro territorio, ispirando le e i partecipanti e condividendo preziose pratiche per attivarsi e mettersi in gioco in prima persona. In Calabria ci siamo inoltre avvalsi del supporto organizzativo di Hub Calabria, altra realtà nata giovani del territorio per affiancare privati e aziende in percorsi di crescita.
Costruzione di connessioni significative
Tratto distintivo del format proposto è stato l’accento posto sulla creazione di connessioni profonde tra le ragazze e i ragazzi presenti. Attraverso l’instaurazione di fiducia, rispetto reciproco e un senso di appartenenza, i giovani hanno espresso più volte la soddisfazione nell’essere riusciti ad aprirsi e scoprirsi, riconoscendo di essere in un ambiente sicuro dove l’ascolto attivo risulta essere chiave per la costruzione di un gruppo solido e unito, dove ogni opinione è accolta e ci si prende cura delle paure, aspettative, desideri gli uni degli altri.
Come ha scritto una ragazza nel questionario di valutazione di uno dei camp, “entrare a conoscenza del mondo del changemaking e di come anche ragazzi della mia età possano contribuire mi ha fatto sentire molto determinata nell’impegnarmi a fare di più e mi ha dato una speranza che quello che faccio in termini di cambiamento possa davvero portare dei frutti, inoltre incontrare altri giovani così impegnati nel cambiamento come i ragazzi di Startnet Youth e nella propria crescita personale è stato anche di ispirazione”.
Essere changemaker: un viaggio continuo
Il camp autunnale non ha significato solo un’esperienza di apprendimento, ma un viaggio verso l’autoconsapevolezza dove le e i partecipanti hanno ragionato inoltre sul Come impegnarsi ad essere protagonista del cambiamento e le azioni che intendono intraprendere nei prossimi mesi.
Il profondo legame instaurato nei due gruppi ha permesso di fornire una base solida per le prossime tappe del percorso, in cui le e i partecipanti saranno coinvolti in pillole formative online e momenti di peer education con giovani changemaker della rete nazionale GEN C: Generazione Changemaker. Questo prima di ritrovarsi al Camp estivo, dove avranno l’opportunità di confrontarsi collettivamente sulle sfide comuni, identificando problemi e opportunità del proprio territorio, per poi co-costruire azioni di cambiamento positive. In una fase di transizione come l’adolescenza, poter contare su questo tipo di sicurezza è essenziale per compiere scelte importanti e decisive per il proprio futuro.
Comunità che prendono forma in connessione con il territorio
I camp sono stati anche l’occasione per dare il via alle attività previste dal Community engagement, altro pilastro previsto dal progetto Bella Storia che ha il duplice obiettivo di rafforzare la comunità e valorizzarne l’appartenenza territoriale.
In Campania, accompagnati nel triennio da Itinerari Paralleli, le e i partecipanti hanno preso parte ad un laboratorio teatrale che ha dato origine ad una vera e propria performance. “Rispetto al racconto di questi luoghi con Sara Scarpati (operatrice di Itinerari Paralleli e formatrice teatrale, nda) abbiamo immaginato di legare le storie ad una delle caratteristiche del territorio che stavamo vivendo, e di non far finta di svolgere il nostro laboratorio in un luogo come un altro”, ci ha spiegato Roberto Greco, operatore di Itinerari Paralleli e Presidente della cooperativa che gestisce lo spazio che ci ha ospitato: Officine Didaxé, un bene confiscato alla Camorra.
Due le storie da cui sono partiti: da un lato quella di Alberto Varone, una vittima di mafia di Sessa Aurunca, un mobiliere che non cedette alle intimidazioni del Clan Muzzoni che ne voleva acquisire l’attività e per questo fu ucciso. La seconda storia è quello della famiglia Nugnes di Mondragone, di cui il padre, Vicesindaco della cittadina di mare, fu ucciso dalla Camorra nel 1990. La performance però non si è focalizzata sulla sua vicenda, altrettanto eroica e intensa, ma su una dichiarazione della figlia Daniela, riportata in un libro “la sedia vuota” (Raffaele Sardo, 2019).
“Per quattro anni e mezzo, ogni volta che ci sedevamo a tavola, era un tormento. Nessuno si sedeva al posto che abitualmente occupava papà. La sedia rimaneva vuota e quella sedia ci interrogava, poneva domande, parlava col suo silenzio. Quella sedia dove non si sedeva nessuno diceva più di ogni altra cosa in quella cucina che ormai era diventata fredda”. Sono le parole di Daniela Nugnes, figlia di Antonio, il Vicesindaco ucciso dalla camorra, che hanno offerto lo spunto per produrre la performance in cui i e le partecipanti hanno utilizzato la sedia vuota come oggetto scenico per elaborare il sentimento, sia quello di assenza, che quello di rabbia, e poi esporlo con le parole, con i nomi, con le voci delle vittime di camorra e delle loro famiglie, tutte accomunate dalla presenza/assenza, in una cucina fredda, di una sedia vuota.
Un percorso che alimenti la speranza: parte “Bella storia. La tua”
In Calabria l’attività di Community Engagement è stata curata da Kiwi, Società Cooperativa di Rosarno che durante il camp calabrese ha avviato le attività grazie a Distorie. Una storia che inizia a Rosarno e finisce dove vuoi tu! (Coccole Books, 2019), uno strumento ludico per promuovere la lettura e inventare racconti, ideato attraverso un percorso partecipato coordinato da Kiwi stessa in collaborazione con TuoMuseo. Ogni partecipante si è cimentato scegliendo due carte – “personaggio” e “oggetto” – con l’obiettivo di far emergere le peculiarità di ognuno/a.
Una finalità che si collega al percorso di Community engagement che vuole mettere in connessione realtà del territorio con i giovani coinvolti: “belle storie” individuate ad hoc per stimolare e approfondire gli interessi e le passioni delle ragazze e dei ragazzi. In un’ottica di collaborazione nella costruzione di una storia comune, il gioco è stata l’occasione per rafforzare i legami tra le e i partecipanti e far emergere racconti inediti e originali.
Monitoraggio e prossimi passi
Nel nostro piccolo con Bella storia. La tua stiamo portando avanti uno spazio di sperimentazione che parte da due ipotesi: stimolare la creatività e la libertà di espressione dei giovani può favorire la partecipazione attiva e l’impegno personale, l’adesione a obiettivi liberamente scelti e l’elaborazione dei mezzi per raggiungerli. Precondizione necessaria perché ciò avvenga, è quella che le variabili sociopolitiche avverse vengano rimosse, promuovendo una formazione universale che investa tutte le classi sociali e non costituisca un privilegio in base al luogo di nascita. Per questo, lungo tutte le fasi e gli assi del progetto è prevista una valutazione d’impatto curata da ARCO – Action Research for CO-development, centro di ricerca con sede a Prato.
Oltre alle attività rivolte ai giovani coinvolti da progetto, prosegue anche il lavoro del tavolo degli alleati (tra cui Percorsi di secondo welfare, ndr) che a novembre vedrà coinvolti tutti i partner in un workshop guidato da Housatonic con un duplice obiettivo: da una parte mettere a valor comune le competenze incrociate dalle organizzazioni che stanno contribuendo a costruire valore attorno all’iniziativa, dall’altra condividere metodi, idee, processi che guardino al futuro.
“Bella storia. La tua” è un progetto ideato e promosso da Fondazione Unipolis, con il patrocinio di Agenzia Nazionale per i Giovani, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile e Forum Disuguaglianze Diversità e la collaborazione di altri soggetti portatori di conoscenze e competenze differenti, in ottica di messa a sistema di risorse tra attori che ne condividano le finalità. Partner istituzionale: Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura. Partner strategici: Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, Forum Disuguaglianze Diversità, Percorsi di secondo welfare. Partner operativi: Ashoka Italia, Dedalus Cooperativa Sociale, Itinerari Paralleli, Junior Achievement Italia, Kiwi, Sineglossa, Kyosei Cooperativa sociale. Scopri di più. |