Paolo Zangrillo, nuovo ministro della Pubblica amministrazione del governo Meloni, sarebbe un sostenitore dello smart working.
Lo sostiene Wired, che spiega che Zangrillo si è detto a favore del lavoro agile anche nella pubblica amministrazione, presentandosi molto più aperto del suo predecessore, Renato Brunetta. In una intervista con Repubblica il neo-ministro ha spiegato che “occorre valutarlo e utilizzarlo, naturalmente cambiando i presupposti del rapporto di lavoro. Si passa da una logica di controllo a quella della misurazione dei risultati. La misurazione delle performance non deve essere un tabù”.
Vedremo nei prossimi mesi se questo significherà un ritorno a forme di smart working anche nella PA, che come vi abbiamo raccontato qui è tornata presto a modalità tradizionali di lavoro abbandonando quasi totalmente quanto fatto durante la pandemia. Una scelta ben visibile nei nuovi dati raccolti dall’Osservatorio del Politecnico di Milano, attribuibile a una “cultura organizzativa che privilegia il controllo e percepisce lo smart working come una soluzione di emergenza“.