Alla vigilia della Giornata internazionale di lotta alla povertà, la Caritas ha presentato Oltre l’ostacolo, il rapporto 2021 su povertà ed esclusione sociale. L’obiettivo dichiarato è cogliere ed evidenziare elementi di prospettiva e speranza, partendo dalle esperienze e dalle storie del territorio. Secondo il rapporto sono oltre 93mila volontari che nell’anno hanno collaborato con Caritas, a cui se ne aggiungono circa 1.300 religiosi e 833 del servizio civile, e 6.780 servizi a livello diocesano e parrocchiale. Si tratta di una rete capillare e fortemente radicata nel territorio, che le ha permesso di sostenere più di 1,9 milioni di persone solo nel 2020.
Caritas riporta anche vari dati utili a capire chi sono le persone aiutate. Circa il 44% sarebbero cosiddetti “nuovi poveri, coloro che si sono rivolti alla Caritas per la prima volta nel corso dell’anno. Ma la crisi ha colpito duramente anche le povertà pre-esistenti: i “poveri cronici”, cioè chi si trova nel circuito Caritas da 5 o più anni: sono passati dal 25,6% al 27,5%. Oltre la metà degli assistiti (il 57,1%) aveva al massimo la terza media. Percentuale che sale al 65,3% tra gli italiani e al 77,6% nel Mezzogiorno. Il 64,9% invece dichiara di avere figli e circa un terzo di loro vive con minori. Inoltre, il 37,8% delle persone sostenute si avvale anche di altri servizi di assistenza e il 19,9% dichiara di percepire il reddito di cittadinanza. Risultano essere invece il 55% coloro che recepiscono il reddito di cittadinanza e si sono rivolti alla Caritas tra il 2019 e il 2021.
Il rapporto offre anche un’istantanea dei primi otto mesi del 2021, la quale mostra che: le persone assistite rispetto al 2020 sono cresciute del 7,6%; il 16,1% di chi si è rivolto alla Caritas per la prima volta nel 2020 è ancora in stato di bisogno; le persone che vivono forme di povertà cronica sono il 27,7%; i “poveri intermittenti”, coloro che entrano ed escano da una condizione di bisogno, rappresentano il 19,2%. Dati che hanno più sfaccettature. Secondo Caritas infatti siamo di fronte a una ripresa evidente e presente, ma che non incide nelle condizioni di vita delle persone più svantaggiate e che non permette loro di emanciparsi, uscendo dal circuito delle povertà e marginalità.