E’ nata lo scorso aprile Valori Sociali, sezione tematica del sito dell’Assessorato alle Politiche sociali della Regione Emilia Romagna dedicata alle esperienze di welfare più innovative del territorio.
Valori sociali: partecipazione e innovazione
La Regione Emilia Romagna ha intrapreso, nella riforma del sistema di welfare regionale, una strada che si basa sulla promozione della comunità, sul coinvolgimento e la messa a sistema di tutti gli attori sociali del territorio e la corresponsabilizzazione dei suoi abitanti, in un ottica di welfare partecipato. In questo senso sta quindi fortemente valorizzando le esperienze di innovazione sociale, cioè “nuove idee (prodotti, servizi, modelli) che contemporaneamente riescono a soddisfare bisogni sociali e a creare nuove relazioni e collaborazioni. Le innovazioni sociali rappresentano non solo un bene per la società, ma rafforzano anche la capacità di agire e reagire”.
L’innovazione sociale comprende quegli interventi che sanno intercettare e valorizzare la creatività delle istituzioni, delle associazioni di promozione sociale, delle organizzazioni di volontariato, delle cooperative e degli imprenditori sociali per trovare modi nuovi di rispondere a bisogni. Riguarda quindi interventi che hanno un impatto sui problemi del vivere contemporaneo, in cui i confini tra sociale ed economico sono molto vicini, azioni capaci di innescare cambiamenti nei comportamenti che sono necessari per affrontare le principali sfide di oggi. Ma riguarda anche gli interventi che vedono i cittadini come co-creatori di relazioni sociali e modelli di collaborazione innovativi, responsabilizzandoli in quanto parte di una comunità.
Valori Sociali si compone di tre sezioni: Esperienze generative, Officina del Welfare, Community Lab.
Esperienze generative
La sezione Esperienze generative ospita la Banca dell’Innovazione Sociale, uno spazio che raccoglie esempi di pratiche generative attente al valore sociale, economico e culturale dei progetti. Le organizzazioni del terzo settore potranno qui segnalare le proprie esperienze e progetti, congiuntamente alla Regione Emilia Romagna. La banca è infatti una sorta di database delle esperienze innovative e utili per costruire un capitale di risorse e di competenze che provengono dal territorio regionale.
Attraverso una mappa interattiva – la Mappa delle esperienze generative – sarà possibile accedere alla descrizione dei singoli progetti, documentati mediante linguaggi semplici e strumenti multimediali (testi, video, interviste, photogallery). E’ anche possibile selezionare le esperienze attraverso un elenco per temi (infanzia, povertà, ecc.), secondo il proprio interesse (di alcune di questi progetti, ci siamo già occupati anche su Secondo Welfare, vedi i nostri approfondimenti su Emporio Parma, Albinea Casa Insieme, Portobello Modena).
Officina del welfare
Officina del welfare è un ciclo di incontri organizzati dall’assessorato alle Politiche Sociali della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con l’Agenzia sanitaria e sociale regionale.
L’Officina funge da laboratorio per la definizione di una nuova agenda di welfare regionale, anche alla luce dell’attuale situazione di crisi economica, favorendo la riflessione e lo scambio tra operatori di area sociale sulle criticità e le esperienze innovative del sistema dei servizi con l’obiettivo di creare una comunità in cui scambiare informazioni, idee, dati, ricerche, esperienze e pratiche innovative ma anche dubbi e preoccupazioni.
Gli incontri funzionano in questo modo: ogni appuntamento si apre con la presentazione dell’ipotesi di lavoro e l’inquadramento del tema della giornata nel contesto generale e regionale. Nella prima parte di ogni incontro vi sono le presentazioni da parte dei territori di esperienze significative rispetto al tema, selezionate sulla base degli elementi di innovazione e riproducibilità che le caratterizzano. La seconda parte ospita l’intervento di altri servizi o direzioni che individuino ambiti in cui è possibile realizzare politiche di integrazione con le politiche oggetto dell’incontro. La terza parte del seminario è dedicata alle proposte di azione (laboratori, progetti di ricerca ecc. in essere, o in corso di programmazione) mentre la parte conclusiva raccoglie gli elementi maggiormente significativi emersi nel corso dei lavori, utili alla programmazione futura delle politiche di welfare.
Gli incontri si sono finora concentrati sui seguenti temi:
- Una Comunità che programma, che ha affrontato il nodo della programmazione locale partecipata e della necessità di rivedere gli schemi e attori che oggi la regolano. Oltre al riconoscimento e al coinvolgimento degli attori sociali, in particolare è stata riconosciuta l’importanza di legare il fare alla partecipazione, nel senso di chiedere un’azione concreta a quei soggetti che sono solitamente abituati a chiedere prestazioni all’istituzione, in un’ottica di promozione e riconoscimento delle capacità e dell’autonomia dei singoli, ma anche di costruzione di fiducia reciproca tra cittadini e istituzioni (in proposito di veda la nostra intervista a Gino Mazzoli di Spazio Comune, che ha aperto l’incontro).
- Crisi economica e processi di impoverimento, incontro dedicato al tema delle nuove forme di impoverimento connesse alla crisi economica, ha sviluppato la riflessione su quattro aree tematiche: lavoro, casa, alimentazione, e presa in carico comunitaria. Gli elementi significativi emersi, da inserire nell’agenda per le future politiche di welfare, sono l’importanza di intervenire in via preventiva sulle problematiche, prima che esse diventino vere e proprie marginalità, valorizzando le risorse individuali e l’empowerment dei singoli; il valore del lavoro di rete e della creazione di relazioni; la necessità di muoversi in un’ottica trasversale e di farsi promotori di cambiamenti negli stili di vita e di consumo.
- Il Servizio sociale territoriale nella contemporaneità, incontro riferito sia allo sportello sociale territoriale che al servizio sociale professionale, sulla base del presupposto che il servizio sociale rappresenta lo snodo fondamentale del sistema dei servizi per la sua funzione di accoglienza, informazione e orientamento, lettura dei bisogni e definizione dei percorsi di “presa in carico”. La conclusione è che oggi è necessario affrontare i problemi sociali in un’ottica relazionale, ovvero partendo dalla collettività, dove i problemi si creano ma dove altresì essi possono essere gestiti. Per fare un lavoro nel sociale è quindi necessario partire non dagli individui ma dalla relazione, valorizzando il mandato originario dei servizi sociali, promuovendo rappresentazioni affidabili dei problemi e delle priorità su cui costruire coesione sociale.
- Immaginare e sostenere il futuro. Bambini e adulti tra fragilità e risorse nella sfida della crescita. In un mutato contesto economico e sociale di maggiore vulnerabilità e di rischio di tensioni sociali si fa pressante la necessità di ripensare le politiche per le giovani generazioni, che paiono quelle maggiormente colpite dalla crisi, in una prospettiva di comunità locale che sia attenta ai soggetti in crescita e che sia alla ricerca di garanzie per il proprio futuro, per la propria continuità, per il proprio rinnovamento. Occorre investire e potenziare maggiormente le politiche educative e sociali nella loro funzione strategica di promozione del benessere per la crescita dei bambini e dei ragazzi, di sostegno alle funzioni genitoriali, di prevenzione per rompere la catena di riproduzione delle diseguaglianze sociali e favorire processi di inclusione.
Community Lab
La sezione dei Community Lab, al momento ancora in costruzione, verrà curata dall’Agenzia sanitaria e sociale regionale. L’obiettivo di fondo del Community Lab è quello di estrapolare dallo studio di casi (esperienze in atto a livello regionale) indicazioni operative su come si potrà realizzare la programmazione locale (Piani di zona) in senso partecipativo, considerando quindi i diversi livelli in cui si articola il processo decisionale. Il Community Lab è infatti un modello di elaborazione partecipata metodologicamente fondata sulla convinzione che lo studio di contesti micro offra le chiavi di lettura per comprendere il livello macro: le relazioni inter-individuali generano risorse per la comunità, i conflitti concreti svelano distanze nuove; queste concrete dinamiche locali possono svelare nuove forme del disagio sociale ma anche indicare le risorse disponibili in termini di partecipazione, e valutare il tipo di partecipazione adatta a sostenere nuove forme di welfare. L’obiettivo quindi non è solo quello di censire “buone pratiche” ma di capitalizzare esperienze e competenze per render possibile trasferimenti delle stesse, per delineare strategie condivise e individuare operativamente come costruire processi partecipativi legati ai diversi livelli decisionali (programmazione, progettazione, interventi ad hoc).
Riferimenti