E’ online dal 27 dicembre scorso un testo del Ministero per la Coesione territoriale che propone Metodi e obiettivi per un uso efficace dei Fondi comunitari 2014-2020. Si tratta del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), del Fondo Sociale Europeo (FSE), del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP), del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR).
Il documento avvia il confronto pubblico finalizzato alla preparazione, tra gennaio e la primavera 2013, dell’Accordo di partenariato tra Stato italiano e Commissione europea e dei Programmi operativi relativi a ciascun Fondo: un "confronto partenariale" tra Amministrazioni centrali, Regioni, Enti Locali e soggetti del Partenariato economico e sociale. Contestualmente, il testo del Ministro Barca apre una consultazione pubblica aperta a tutti coloro che intendono fornire contributi (da inviare entro il 15 febbraio all’indirizzo [email protected]).
Metodi e obiettivi per un uso efficace dei Fondi comunitari 2014-2020 non entra nel merito dei contenuti dell’Accordo e dei Programmi ma propone un metodo per un utilizzo delle risorse europee e nazionali "più tempestivo ed efficace" di quanto avvenuto per il bilancio europeo 2007-2013, indicando la "necessità di contribuire, con un riscatto della qualità dell’azione pubblica, sia alla ripresa della produttività in tutti i territori, sia a un salto di qualità dei servizi essenziali nel Mezzogiorno".
Il testo individua, tra l’altro, sette innovazioni generali di metodo, configurando un "sistema di valutazione pubblica aperta"; quattro missioni/obiettivi per declinare la mission europea di uno sviluppo sostenibile, inclusivo e intelligente (Strategia Europa 2020); tre opzioni strategiche relative a Mezzogiorno, città, aree interne.
Sette innovazioni generali di metodo
1. Risultati attesi
Gli obiettivi stabiliti dalla programmazione operativa saranno definiti sotto forma di risultati attesi, da attuare in termini di qualità della vita delle persone e/o di opportunità per le imprese. I risultati attesi saranno misurati da uno o più indicatori di risultato, associati a valori obiettivo. L’esplicitazione e la misurabilità dei risultati attesi consentirà di rendere evidenti le finalità degli interventi, dando la possibilità alle infrastrutture di definire i piani di esercizio, stimolando l’azione degli amministratori, soprattutto fornendo ai cittadini e alle loro organizzazioni un metro per verificare l’azione pubblica e per esercitare la "propria pressione".
2. Azioni
I programmi operativi indicheranno con precisione le azioni che si intendono finanziare: "liste di interventi infrastrutturali con riferimento al loro stato di progettazione; tipologie di servizi da finanziare con i criteri per assegnare i fondi; misure per la concessione di agevolazioni, con l’individuazione ex ante delle procedure e della tempistica per la definizione di bandi/avvisi; progetti complessi di valorizzazione di aree territoriali con l’esplicitazione di modalità innovative di selezione degli interventi più rispondenti ai bisogni territoriali".
Di conseguenza, all’approvazione dei Programmi operativi seguirà la realizzazione di azione già definite e non, come accadeva in passato, l’avvio di un confronto su “cosa effettivamente fare” per dare contenuto concreto a indicazioni ancora vaghe.
3. Tempi previsti e sorvegliati
Le due innovazioni sopra descritte consentono di “prendere sul serio" il rispetto dei tempi di attuazione delle azioni. Per ovviare alla tradizionale scarsa attenzione all’osservanza del timing stabilito (si tratta di uno dei principali mali dell’azione pubblica in Italia, con effetti particolarmente gravi nel caso degli investimenti per lo sviluppo) i nuovi Programmi operativi assoceranno a ogni azione i suoi tempi previsti di attuazione. A questo sistema di previsione corrisponderà un forte sistema centrale di sorveglianza.
4. Apertura
Sulla falsariga del prototipo OpenCoesione portale sull’attuazione degli investimenti programmati nel ciclo 2007-2013 da Regioni e amministrazioni centrali dello Stato, tutte le informazioni relative all’uso dei Fondi comunitari e ai risultati da essi prodotti saranno rese trasparenti e aperte: "le informazioni verranno rese disponibili secondo formati unificati nazionali, in modo al tempo stesso comprensibile e scaricabile per usi di ogni genere". In questo modo "i cittadini, singoli o organizzati, possano esercitare una pressione sugli amministratori, spronandoli a far bene".
5. Partenariato mobilitato
Il principio europeo del partenariato verrà esteso alla fase discendente della programmazione, coinvolgendo (al disegno dei bandi, in primo luogo) le parti economiche e sociali e tutti i soggetti che dalle azioni sono potenzialmente influenzati o che alle azioni possano dare un contributo di conoscenza. La mobilitazione di tali soggetti sarà soddisfatta indicando in ogni Programma operativo i “centri di competenza” rilevanti e il modo in cui essi saranno coinvolti.
6. Valutazione di impatto
La valutazione non è una novità per i Programmi dei Fondi comunitari, ma nella stagione 2014-2020 gli strumenti di valutazione dovranno essere messi maggiormente al servizio dei portatori di interesse e dei cittadini beneficiari. Inoltre, si darà "centralità e impulso alla valutazione di impatto, ossia alla valutazione del se, in quale misura ed eventualmente per quali soggetti, le azioni adottate abbiano effettivamente effetti per la qualità di vita delle persone e/o le opportunità delle imprese".
7. Forte presidio nazionale
La settima innovazione di metodo fa riferimento a un presidio nazionale rafforzato che preveda: (a) di consolidare la natura non-contrattabile di questi indirizzi generali, che dovranno essere applicati nell’Accordo di partenariato e in ogni Programma operativo; (b) di prevedere la possibilità che il centro lanci, in determinati territori, azioni di co-progettazione strategica territoriale, che partano da analisi e ipotesi elaborate dagli enti territoriali, ritenute utili ma inadeguate, e che si rafforzino con l’apertura ai contributi di soggetti privati e pubblici nazionali o internazionali; (c) di trasformare il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica in una Agenzia, per coordinare e affiancare l’azione delle Amministrazioni nell’attuazione di programmi e interventi con le necessarie competenze tecniche e flessibilità organizzativa.
Quattro missioni/obiettivi
Metodi e obiettivi per un uso efficace dei Fondi comunitari 2014-2020 individua quattro missioni/obiettivi che traducono la mission europea di uno sviluppo sostenibile, inclusivo e intelligente previsto dalla Strategia Europa 2020: (a) Lavoro, competitività dei sistemi produttivi e innovazione; (b) Valorizzazione, gestione e tutela dell’ambiente; (c) Qualità della vita e inclusione sociale; (d) Istruzione, formazione e competenze.
Nel documento, a ciascuna di queste missioni/obiettivi sono abbinati alcuni degli undici thematic objectives da realizzare, individuati dall’Unione europea (nel testo si sottolinea come il conseguimento delle missioni/obiettivi passi sempre dalla realizzazione di più obiettivi tematici).
Per Lavoro, competitività dei sistemi produttivi e innovazione sono individuati i seguenti thematic objectives:
- Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione
- Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nonché l’impiego e la qualità delle medesime
- Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo e il settore della pesca e dell’acquacoltura
- Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori
- Promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, prevenzione e la gestione dei rischi
- Tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse
- Promuovere sistemi di trasporto sostenibili e eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete
- Promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori
- Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà
- Investire nelle competenze, nell’istruzione e nell’apprendimento permanente.
Per Valorizzazione, gestione e tutela dell’ambiente sono individuati i seguenti cinque obiettivi tematici:
- Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché l’impiego e la qualità delle medesime
- Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori
- Promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, prevenzione e la gestione dei rischi
- Tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse
- Promuovere sistemi di trasporto sostenibili e eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete.
Per Qualità della vita e inclusione sociale sono individuati sei thematic objectives:
- Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché l’impiego e la qualità delle medesime
- Tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse
- Promuovere sistemi di trasporto sostenibili e eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete
- Promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori
- Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà
- Investire nelle competenze, nell’istruzione e nell’apprendimento permanente.
Per Istruzione, formazione e competenze sono individuati quattro thematic objectives:
- Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione
- Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché l’impiego e la qualità delle medesime
- Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà
- Investire nelle competenze, nell’istruzione e nell’apprendimento permanente.
Tre opzioni strategiche
Pur trattandosi di un documento metodologico e non proponendo quindi una strategia generale sull’uso dei Fondi comunitari, Metodi e obiettivi per un uso efficace dei Fondi comunitari 2014-2020 identifica tre opzioni strategiche suggerite dal dibattito europeo e nazionale. Tali opzioni sono relative a Mezzogiorno, Città, Aree interne.
Mezzogiorno
Per le cinque Regioni “in ritardo di sviluppo” (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia) il documento suggerisce di “muovere dai due deficit che caratterizzano l’area in modo diffuso, anche se con intensità differenziata al proprio interno”:
– “un deficit di cittadinanza” (sicurezza personale, legalità, giustizia, istruzione, qualità dell’aria e dell’acqua, trasporto pubblico, cura di infanzia e anziani, rete digitale);
– “un deficit di attività produttiva privata, in primo luogo manifatturiera, ma anche agricola, commerciale e di servizi del welfare – diciamo “industriale”, a indicare non il settore ma il metodo di produzione organizzato e a forte contenuto innovativo, che può dare risposte alla necessità di aumento dell’occupazione”.
Città
Il testo indica quattro requisiti da soddisfare per dare un più forte ruolo alle città nell’impiego dei Fondi comunitari 2014-2020:
– considerare le città come “città funzionali”;
– distinguere tra grandi città/aree metropolitane, città medie e sistemi di piccoli comuni;
– puntare sulla “rete delle grandi città metropolitane” per rafforzare la competitività dell’Europa;
– rafforzare la cooperazione e co-decisione tra diversi livelli di governo.
Inoltre, indica tre opzioni su cui costruire la strategia:
1. ridisegnare e modernizzare i servizi urbani per i residenti e gli utilizzatori delle città;
2. sviluppare pratiche e progettazione per l’inclusione sociale per i segmenti di popolazione più fragili e per aree e quartieri disagiati;
3. rafforzare la capacità delle città di potenziare segmenti locali pregiati di filiere produttive globali.
La governance di questo impianto, infine, dovrà assegnare un ruolo di maggiore responsabilità alle città stesse.
Aree interne
Il documento propone di valutare l’opportunità, nella programmazione 2014-2020, di declinare una particolare strategia di intervento per le aree interne e indica per questa strategia tre possibili obiettivi:
1. Tutelare il territorio e la sicurezza degli abitanti affidandogliene la cura;
2. Promuovere la diversità naturale e culturale e il policentrismo aprendo all’esterno;
3. Rilanciare lo sviluppo e il lavoro attraverso l’uso di risorse potenziali male utilizzate (tra l’altro, si legge che "un disegno efficiente delle piattaforme dello stato sociale – prima di tutto della salute e dell’istruzione – è necessario per consentire a un tempo migliori servizi per tutti (e quindi attrattività dei luoghi) e minori costi".
Una versione sintetica di questo articolo è apparsa il 3 gennaio 2013 sul blog http://marcocau.blogspot.it/
Riferimenti
Metodi e obiettivi per un uso efficace dei Fondi comunitari 2014-2020