La spesa sanitaria privata out of pocket (cioè quella che i cittadini sostengono di "tasca propria") continua a crescere in Italia, come certificato dal sistema dei conti pubblici nazionali. L’Istat stima che la spesa privata a giugno 2019 sia passata da 33 miliardi e 930 milioni del 2016 (pari al 22,7 per cento della spesa sanitaria corrente e al 2 per cento del Pil) a 35 miliardi di euro. L’andamento degli ultimi anni risulta costantemente in crescita, con tassi del 4,5 per cento tra 2014 e 2015 e dello 0,4 per cento tra 2015 e 2016.
Secondo alcuni studi, il ricorso al privato ha spesso a che fare con i tempi di accesso alle prestazioni e i relativi costi. I tempi di attesa nelle strutture pubbliche e private convenzionate risultano infatti notevolmente più lunghi, in alcuni casi anche dieci volte superiori, rispetto a quelli delle strutture private e rispetto a quelli delle prestazioni fornite nel pubblico in regime di intramoenia. Mentre i differenziali in termini di spesa tra ticket e costo della prestazione nel privato o in intramoenia sono molto meno accentuati (si tratta nella maggior parte dei casi di un rapporto di uno a due o di uno a tre).
Un interessanti articolo uscito all’interno del portale LaVoce.info approfondisce questa tematica, riportando alcuni dati riguardanti il nostro Paese.
Quando per la salute si paga di tasca propria
Carla Collicelli, LaVoce.Info, 11 febbraio 2020