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Terzo Settore

Sfruttare la tecnologia per favorire l'autonomia e l'inclusione: l'obiettivo di NeMOLab

Il progetto, promosso dai Centri Clinici NeMO e dal Gruppo CGM, è il primo polo italiano di innovazione tecnologica per le malattie neuromuscolari e neurodegenerative

Lo scorso 21 aprile è stato inaugurato NeMOLab, il primo polo tecnologico italiano per la ricerca e lo sviluppo di soluzioni altamente innovative finalizzate a rispondere ai bisogni di chi vive una patologia neurodegenerativa e neuromuscolare. Il progetto vuole introdurre un nuovo modo di fare ricerca in questo campo grazie alla partnership tra i Centri Clinici NeMO (Neuromuscular Omnicentre), che da anni sono specializzati nella presa in carico multidisciplinare, e il Consorzio Gino Mattarelli (Gruppo CGM).

Sviluppato su 1.500 mq al piano superiore del Centro Clinico NeMO di Milano, presso l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, NeMOLab si compone di 9 laboratori, ciascuno dei quali è orientato ad occuparsi di un aspetto funzionale dei pazienti. Le attività spazieranno dallo studio di ausili e di dispositivi ortopedici innovativi, allo sviluppo di sistemi robotici, di telemonitoraggio e di analisi dei parametri clinici, ai programmi di riabilitazione, fino ai progetti di realtà aumentata ed immersiva.

In Italia sono oltre 40.000 le persone che convivono con una patologia neurodegenerativa o neuromuscolare, come la SLA, la SMA e le distrofie muscolari: malattie altamente invalidanti, ad alto impatto assistenziale, che causano un progressivo indebolimento della muscolatura volontaria e che, in termini funzionali, portano ad una riduzione nel tempo dell’autonomia personale, fino a minare, in alcune situazioni, la capacità di svolgere anche i più piccoli gesti quotidiani.

Per questo NeMOLab vuole essere un acceleratore di ricerca che sviluppi strumenti a garanzia di una piena integrazione e inclusione. Le attività si concentreranno in quattro aree: attività di ricerca e sviluppo nel campo delle tecnologie innovative; registrazione e gestione di brevetti di ricerca in partnership con Università ed Istituti di Ricerca; trasferimento di know-how in ambito sanitario, assistenziale e sociale attraverso la co-progettazione di piattaforme tecnologiche (es. Sistemi robotici, sensori, materiali) per ambiti diagnostici, clinici e riabilitativi.

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