Poco prima dell’estate si è assistito a un botta e risposta sui costi per lo Stato dell’esenzione da reddito del lavoro previste per i beni, i servizi e le prestazioni di welfare (qui un approfondimento sul tema curato dai nostri ricercatori, Federico Razetti e Valentino Santoni).
Eppure, scrive Emmanuele Massagli (Presidente di AIWA) su "Il Sussidiario", i numeri del welfare aziendale – oltre 100.000 imprese coinvolte, quasi 2.500.000 lavoratori di aziende private beneficiari e piani di valore medio attorno ai 700 euro – sono eccessivi per essere giustificati soltanto da opportunismo fiscale. Inoltre i benefici di questa dinamica sembrano essere ormai visibili non solo per le imprese e le persone coinvolte nei piani, ma anche per Stato "che vede rimborsato con gli interessi l’investimento fatto prevedendo l’esenzione dalla tassazione: il welfare aziendale, infatti, attiva un indotto che genera maggiore lavoro, più Iva e minori spese per servizi pubblici".
Per questo il nuovo Governo, sostene Massagli, "dovrà decidere se procedere nella direzione dell’ampliamento di queste misure, capaci di “leggere” i moderni rapporti di lavoro, o arrestare un processo di innovazione che ha destato addirittura l’interesse della Germania, che sta studiando le politiche di welfare aziendale vigenti in Francia e, appunto, in Italia per colmare uno spread normativo che, almeno questa volta, vede loro più indietro di noi".
Il risparmio per lo Stato che il nuovo Governo non deve sprecare
Emmanuele Massagli, Il Sussidiario, 30 agosto 2019