A metà luglio, come di consueto, sono stati presentati i dati dell’Indagine annuale sul Risparmio e le scelte finanziarie degli italiani, iniziativa promossa dal Centro Einaudi di Torino e Intesa Sanpaolo. Anche per questa edizione, intitolata "L’Italia che progetta: le sfide dell’economia, il reddito e le decisioni di investimento", Doxa ha supportato la ricerca somministrando un questionario a 1.032 persone responsabili delle scelte finanziarie di famiglie residenti Italia. La survey è stata condotta su famiglie in possesso almeno di un conto corrente bancario o postale e il campione riflette la composizione dell’universo delle famiglie bancarizzate, suddiviso per classi di età, professione e distribuzione territoriale.
Reddito e investimenti
Il primo dato da mettere in evidenza è che si conferma la tendenza dei due anni precedenti sul fronte dei bilanci. Le famiglie stanno riacquistando parte della prosperità perduta durante la lunga crisi: il saldo tra coloro che ritengono sufficiente o insufficiente il reddito per sostenere il tenore di vita corrente sale nel 2019 al 69% degli intervistati, massimo storico del decennio.
Il saldo tra pessimisti e ottimisti sul reddito cresce per il terzo anno consecutivo al 68,5% del campione e torna ai livelli del 2002. La percentuale di reddito risparmiato è ai massimi storici (12,6% vs. il 12% nel 2018 e 9% nel 2011) e i risparmiatori (52%) – la quota di risparmiatori è massima nel Nord-Est (63,8%), seguito dal centro Italia (54,2%) – superano di nuovo i non risparmiatori (48%) dopo aver toccato il minimo storico del 39% nel 2013.
Il risparmio gestito raggiunge il 15,3% degli intervistati. Oltre l’80% si dichiara molto o abbastanza soddisfatto dell’investimento. Va segnalato però che il 53,8% degli intervistati non è interessato all’informazione finanziaria, di questi: il 56% ha difficoltà nel capire il rischio degli investimenti; il 44,5% nello scegliere il momento; il 33% non dedica tempo a informarsi sui suoi investimenti; il 52,4% dedica ad informarsi meno di un’ora alla settimana.
Sul fronte degli investimenti in welfare integrativo, l’entità delle spese dipende dal risparmio e dalle zone geografiche (figura 1). Le aspettative pensionistiche tornano a crescere e aumenta il numero delle assicurazioni per i rischi della salute e della longevità.
Figura 1. Gli investimenti su futuro e benessere
Fonte: Indagine Centro Einaudi, Intesa Sanpaolo, Doxa
«Ottimisti» e «progettisti di futuro»
Al campionamento principale dell’Indagine è stato associato un sovra-campionamento di 667 persone le quali hanno determinato la formazione di un campione di 1073 soggetti “ottimisti”, ossia persone in fascia di età compresa tra i 23 e i 65 anni che nel decennio successivo alla crisi del 2009 hanno portato a termine progetti come l’acquisto e/o la ristrutturazione di una casa o un altro immobile; la fondazione, l’acquisto o l’espansione di un’attività economica o professionale; l’investimento in un corso di istruzione, specializzazione o formazione; la creazione o l’allargamento di una famiglia (figura 2).
Al primo posto nelle scelte di questo target si rilevano gli investimenti nel mattone: il 57% ha ristrutturato la casa o un altro immobile.
L’investimento in capitale umano, in particolare corsi di formazione, specializzazione e post-laurea, hanno dato ottimi risultati per trovare o migliorare il lavoro. Il 37% ha visto aumentare la propria retribuzione, anche se si conferma un gap tra donne e uomini. In media gli “ottimisti” guadagnano 283 euro in più rispetto al campione principale.
Figura 2. Le scelte dei soggetti “ottimisti”
Fonte: Indagine Centro Einaudi, Intesa Sanpaolo, Doxa
Riferimenti
Indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2019