Quest’anno Torino ha ospitato la prestigiosa tre giorni della European Social Innovation Academy, un concorso europeo dedicato all’innovazione sociale. La competizione va avanti da 7 anni ed è finanziata dalla Commissione europea in tutti gli Stati membri dell’UE e nei paesi associati a Horizon 2020. Su 534 candidati in tutta Europa, la Commissione ha selezionato 30 semifinalisti (puoi vedere i progetti qui).
La Academy si è svolta dal 16 al 18 luglio presso Unicredit nella struttura UniManagement mentre il prossimo ottobre i tre vincitori verranno premiati a Bruxelles ricevendo ognuno una somma di 50.000 euro. Per il 2019 la sfida lanciata alle start up riguarda la riduzione dello spreco della plastica. La volontà è quella di cambiare e migliorare i processi esistenti o introdurre nuovi prodotti e iniziative. Queste innovazioni dovranno ridurre la quantità di rifiuti creati o incoraggiare un maggiore riutilizzo dei rifiuti plastici. Le soluzioni dovranno essere replicabili, scalabili, sostenibili nonché mirare ad un cambiamento a livello sistemico.
Il 17 luglio i 30 semifinalisti hanno avuto modo di presentarsi e conoscersi fra di loro. In occasione di questo evento teatro Le Musichall ha ospitato un dibattito per riflettere sul futuro dell’innovazione sociale, tema attuale anche alla luce del recente cambio politico al Parlamento europeo e vista la nuova programmazione alle porte. Diversi sono stati i relatori che hanno preso parte alla giornata.
Social innovation: Torino un esempio virtuoso che sostiene l’innovazione sociale
Non è un caso che Torino sia stata scelta come sede per lo svolgimento della competizione. Negli ultimi anni il capoluogo piemontese ha investito su questi temi cercando di attirare capitali di investimento sulla città e anche la Commissione europea se n’è accorta. Grazie al crescente investimento nel settore, Torino è diventata la sede europea della Fondazione Nesta che nel 2017 ha dato vita alla sezione italiana e che ha promosso proprio il dibattito sul futuro dell’innovazione sociale.
Marco Zappalorto, Executive Director di Nesta Italia, è stato il moderatore di questa prima parte del pomeriggio e ha invitato ad unirsi al panel Paola Pisano, Assessora all’innovazione, Smart city e sistemi ICT della citta di Torino, Alberto Anfossi, Segretario Generale della Compagnia di San Paolo, Matteo Pessione, Chief Operating Officer di Fondazione CRT e OGR, e Andrea Silvestri, Direttore Generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.
L’Assessora Pisano ha voluto dare risalto all’ecosistema torinese, forte e con una storia alle spalle valida e riconoscibile. Policy maker, fondazioni bancarie, acceleratori, incubatori, aziende, enti del Terzo Settore tutti lavorano all’unisono per rafforzare la rete e migliorare il benessere della città. Ma la credibilità, in tema di social innovation, la città di Torino se l’è costruita anche grazie alle cifre. Secondo Pisano, città di Torino ha investito 7 milioni di euro in due anni per supportare start up – circa un centinaio – sul tema dell’innovazione sociale. L’Assessora infine ha evidenziato come Torino sia una città attenta al riuso e allo spreco della plastica, favorendo l’utilizzo di prodotti “plastic free”.
Zappalorto ha poi stimolato l’intervento di Alberto Anfossi sul tema di Torino Social Impact considerata dal Segretario Generale un’infrastruttura fondamentale per la città, in grado di connettere i vari attori sul territorio. Secondo Anfossi l’innovazione sociale è un investimento imprescindibile, fondamentale per promuovere un futuro migliore per le persone cosi come lo è il tema della plastica e della circular economy sulla quale Compagnia di San Paolo sta progettando specifiche call per i prossimi anni.
Pessione è poi intervenuto facendo un quadro generale della situazione in Italia sul tema dell’innovazione sociale e lamentando una carenza di acceleratori privati di start up rispetto ai numeri di altri stati europei. Anche per questo motivo è nato OGR Tech a fine giungo, un hub per la ricerca scientifica, tecnologica, industriale. In conclusone Pessione, tornando sul tema della European Social Innovation Accademy, ha rimarcato l’importanza di coinvolgere l’intera comunità riportando alcuni esempi virtuosi supportati da OGR.
Silvestri ha portato uno sguardo diverso, quella della piccola città. Secondo il Direttore, l’innovazione sociale non deve essere relegata solamente ad una questione economica o di utilizzo di strumenti. Più che mai è importante la creatività, l’idea. Soprattutto nelle aree interne, dove il fenomeno dello spopolamento è un trend costante, una giusta intuizione potrebbe fare la differenza (disruptive innovation). Come nel caso di Humus, una rete territoriale d’imprese che mette in condivisione manodopera, mezzi e idee, oppure, come nel caso di Salva il tappo, un progetto che raccogliere i tappi di sughero usati nella provincia di Cuneo, li macina, e poi li trasforma in nuova materia per pannelli isolanti.
Il futuro dell’innovazione sociale in Europa: scalabilità, crescita e sostenibilità
Geoff Mulgan, Chief Executive di Nesta è stato invece il moderatore della seconda parte della giornata. Sul palco lo hanno raggiunto Laura Penna, Vicepresidente della Social Impact Bank di Unicredit, Mark Nicklas, Capo dell’Unità Innovazione e Investimento per lo Sviluppo della Commissione Europea, Nora van der Linden, Direttrice e consulente sull’innovazione sociale a Kennisland e Mario Calderini, Professore della scuola di Management dell’Università degli Studi di Milano.
Penna ha incentrato il proprio intervento sull’importanza del ruolo delle banche, fondamentale nel creare ponti fra le parti e stimolarne partnership, al fine di condividere conoscenze e accrescere competenze. Infine, la finanza ad impatto, secondo la Vicepresidente, può aiutare ad identificare e accrescere i risultati per i beneficiari, nonché stimolare proposte d’innovazione dal basso.
Anche Mark Nicklas, prendendo spunto dall’intervento di Anfossi, ha sottolineato l’importanza della social innovation nella prospettiva di generare un miglioramento delle politiche sociali e di conseguenza della vita delle persone. In più, nella sua visione, il concetto di social impact non dovrebbe essere dominio esclusivo dell’innovazione sociale ma dovrebbe essere un concetto esteso ad altri settori di mercato in un un’ottica di responsabilità etica allargata. Infine, stimolato dal pubblico, ha fatto cenno a quale sarà il funzionamento dei fondi UE nella prossima programmazione (ne abbiamo parlato recentemente qui).
Invece Nora van der Linden, che ha supervisionato e seguito tutte le edizioni dell’Academy, ha fatto notare come negli ultimi anni le domande di partecipazione al concorso siano esponenzialmente cresciute, soprattutto quelle da parte di team appartenenti al Centro-Est Europa. Dall’inizio ad oggi è cresciuta anche la competizione all’interno dell’accademia europea e i temi trattati sono in continuo cambiamento.
Calderini ha poi chiuso il panel, dando valore al concetto d’innovazione sociale attraverso una serie di aneddoti e raccontando la nascita di Torino Social Impact. Ma lo spunto più interessante l’ha dato in risposta ad una domanda proveniente dal pubblico, affermando che, ad oggi, l’innovazione sociale è un motore avviato e l’obiettivo per il futuro, per tutti gli operatori del settore, non è più quello di divulgare le pratiche, bensì quello di preservarne i principi, per evitare una forte virata di investimenti verso il profit privato.
Atene come simbolo di innovazione sociale e rinascita
Ad Amalia Zepou, Vicepresidente per l’Innovazione e la Società Civile della città di Atene, sono stati affidati i saluti finali. Non è difficile immaginare perché sia stata scelta un’esponente dell’establishment politico di Atene a chiudere la giornata. La recente crisi greca ha completamente messo al collasso le strutture, e non solo, del paese e come confermato dalla Vicepresidente, grazie anche ad investimenti di social innovation, Atene e la Grecia stanno cominciando a risollevarsi. Proprio l’anno scorso Atene ha vinto il premio come Capitale dell’Innovazione sociale finanziata dal programma di ricerca e innovazione dell’UE Horizon 2020. Zepou, dopo aver raccontato alcune iniziative che Atene ha portato avanti sul lato dell’innovazione in questi ultimi anni, ha voluto sottolineare come i progetti innovativi siano stati in grado di dare voce alle persone e a quello che fanno.
Ma come si fa a fare innovazione sociale? Qual è stata la carta vincente per Atene? “Fare di più con meno. Bisogna pensare: cosa faremmo se non avessimo soldi?”. Così la crisi ha permesso alla città di ripensarsi, ingegnarsi, trovando soluzioni innovative e funzionali e Atene può essere un punto di riferimento per tante altre realtà.