La casa editrice ESTE ha intercettato la necessità di proseguire un progetto editoriale che ha l’obiettivo di sottolineare come le aziende non possano più prescindere dal prendersi cura delle proprie persone se vogliono raggiungere i loro obiettivi di business. Proprio per questo, ESTE promuove per il 21 novembre 2018 il convengo "WellFeel: benessere organizzativo e welfare aziendale". L’incontro si terrà a Bologna.
Tra i relatori della giornata ci saranno: Marco Bentivogli, segretario generale nazionale Fim Cisl; Stefano Zamagni, docente di economia politica presso l’Università di Bologna e la Johns Hopkins University; Paolo Venturi di Aiccon; e il ricercatore del nostro Laboratorio Valentino Santoni.
Negli ultimi anni le imprese si sono orientate verso pratiche che contribuiscono a migliorare le condizioni di lavoro dei propri collaboratori, ispirate innanzitutto dalla comprovata relazione causale tra benessere organizzativo, maggiore produttività e migliori performance dei collaboratori.
Lo scenario socio-economico e in particolare la crisi dello stato sociale tradizionale, insieme con i recenti incentivi fiscali introdotti dalla Legge di Stabilità 2016, hanno offerto impulso alle pratiche di welfare aziendale in particolare, e l’erogazione di benefit e servizi da parte delle imprese rappresenta oggi un leva decisiva per un nuovo modello di retribuzione.
Eppure c’è ancora margine per innovare e i territori da esplorare in ambito di benessere organizzativo sono ancora sterminati: la digitalizzazione ha messo a disposizione nuovi strumenti a supporto del lavoro, che oggi più che mai risulta svincolato da limiti di tempo e luogo. Il lavoro non è più un posto e non ha più un orario, è potenzialmente sempre e ovunque, a patto di poter contare su device tecnologici che ci connettono con persone e rendono accessibili informazioni.
L’avvento del Social Business ha ispirato inoltre un nuovo modo di fare impresa, orientato a produrre vantaggio sociale anziché limitarsi alla massimizzazione dei profitti. L’impresa è chiamata a rispondere delle proprie scelte gestionali di fronte ai propri stakeholder, in primis a quelli interni. La governance diventa antropocentrica e, in perfetto stile olivettiano, si fa prima garante del benessere psico-fisico dei propri collaboratori, promuovendo attività e servizi dedicati alla cura delle persone, allo ‘stare bene’ tout-court, dentro e fuori l’impresa. La nuova frontiera del benessere abbatte le novecentesche distinzioni tra tempo di vita e tempo di lavoro e, paradossalmente, tra vita e lavoro stesso, all’insegna di una società liquida che non è impresa e non è famiglia, ma è comunità.