Da almeno dieci anni, con sempre maggiore convergenza via via che si dispiegavano gli effetti globali della crisi finanziaria, i Paesi più sviluppati e le istituzioni internazionali hanno posto in agenda il passaggio dal «welfare state» alla «welfare society» come snodo fondamentale per assicurare risposte ai bisogni sociali emergenti in un contesto di risorse pubbliche stagnanti, quando non decisamente calanti.
Il tema, dunque, è implementare un sistema di welfare society dove tutti i soggetti che hanno a cuore il bene comune, siano essi pubblici o privati, possano concorrere a politiche di utilità sociale, ovviamente con obiettivi parametrati alla loro natura e capacità.
In questo contesto si può parlare di filantropia privata, fenomeno che – secondo un recente studio di Oonagh Breen, professore di diritto alla Ucd Sutherland School of Law di Dublino, commissionato da Dafne (Donors and Foundations Networks in Europe), associazione cui partecipano per l’Italia Acri e Assifero – nell’ambito europeo muove 60 miliardi di euro all’anno in settori di interesse collettivo, dall’educazione alla salute, dalla ricerca scientifica all’ambiente e all’inclusione sociale.
Filantropia alleata del nuovo welfare
Elio Silva, Il Sole 24 Ore, 12 febbraio 2018