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Lo scorso 14 luglio Confindustria e le segreterie nazionali di CGIL, CISL e UIL hanno sottoscritto l’accordo per favorire la diffusione degli strumenti previsti dalla Legge di Stabilità 2016 in tema di welfare e produttività. L’obiettivo dell’intesa è di agevolare la contrattazione di secondo livello come veicolo di definizione dei premi di risultato e della loro possibile conversione in servizi di welfare, anche tra le piccole e medie imprese. Come ci ha spiegato il Segretario confederale Cisl Gigi Petteni a margine dell’accordo, dopo lo sforzo per “strappare” al Governo soluzioni efficaci per incentivare produttività e contrattazione aziendale, ora si può lavorare per costituire una “infrastruttura” che ne consenta l’effettivo utilizzo.

L’intesa – firmata dai segretari nazionali Franco Martini (Cgil), Gigi Petteni (Cisl) e Tiziana Bocchi (Uil) e dal direttore dell’Area Lavoro e Welfare di Confindustria Pierangelo Albini – ha due finalità principali: facilitare alle PMI la fruizione dei benefici fiscali derivanti alla nuova disciplina del premio, e agire da “propulsore” per il livello territoriale nella diffusione della contrattazione di secondo livello. L’accordo non definisce forme retributive in ambito territoriale ma si limita a creare le condizioni più favorevoli per l’introduzione di forme di salario variabile legate ai risultati a livello aziendale, interaziendale e territoriale, confermando dunque il modello di contrattazione basato su due livelli ribadito dal Testo unico sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014.

L’intesa tra le parti risulta non solo nella predisposizione dell’accordo quadro territoriale – da declinarsi a livello locale e cedevole rispetto ad intese aziendali o pluriaziendali – ma sancisce anche l’impegno a livello nazionale per fornire adeguata informazione a lavoratori e imprese, nonché ad effettuare in futuro una valutazione circa l’applicazione dello strumento condiviso. L’accordo, valido per 24 mesi e rinnovato tacitamente alla scadenza, prevede due modalità di azione per le imprese prive di RSU al proprio interno. La prima opzione consiste nella possibilità di stipulare accordi aziendali con le organizzazioni di categoria di CGIL, CISL, UIL e con l’assistenza delle associazioni datoriali locali. La seconda prevede invece l’applicazione diretta dell’agevolazione fiscale prevista dal Decreto 25 marzo 2016 sulla base delle disposizioni previste dall’accordo siglato a livello territoriale, che esplica i propri effetti nei confronti di tutti i dipendenti dell’impresa anche se occupati presso sedi o stabilimenti situati al di fuori della città/provincia/regione che costituisce l’ambito territoriale dell’accordo.

Rimangono fermi i punti cardine della nuova disciplina relativa al premio di produttività. Gli importi saranno assoggettati al trattamento fiscale agevolato solo qualora le imprese adottino gli indicatori per la misurazione degli incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione disciplinati dal decreto attuativo della Legge di Stabilità 2016, con particolare attenzione al rispetto della condizione di incrementalità degli obiettivi. La defiscalizzazione è condizionata all’effettivo raggiungimento di un miglioramento aziendale, calcolato e dimostrabile, in termini di performance.

Per rendere efficace ed effettivo il “circolo virtuoso” della produttività, le aziende dovranno inviare una comunicazione scritta ai lavoratori dichiarando l’istituzione del premio di risultato, il periodo di riferimento, gli indicatori adottati, la stima del valore annuo e le modalità di corresponsione, particolarmente con riferimento alla possibilità per il lavoratore di richiedere la conversione del premio in servizi di welfare aziendale. In virtù dell’opportunità prevista dalla normativa di aumentare il limite di importo per le somme fiscalmente agevolate da 2.000 a 2.500 euro nel caso in cui l’azienda abbia introdotto strumenti di partecipazione dei lavoratori all’organizzazione aziendale, l’accordo territoriale introduce la facoltà delle parti firmatarie di attivare iniziative sul territorio volte ad accrescere la cultura del coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro.

Il documento dispone anche che le parti firmatarie procedano all’istituzione di un comitato paritetico responsabile della valutazione – entro 10 giorni dall’invio al comitato da parte dell’azienda della comunicazione inviata ai lavoratori – della conformità delle modalità di introduzione dei premi, e del monitoraggio dell’attuazione dell’accordo territoriale.

In aggiunta ai contenuti innovativi, l’accordo costituisce un importante momento “politico” nei rapporti tra sindacati e imprese. Esso segna, come si legge nella dichiarazione unitaria delle tre sigle sindacali, “una positiva ripresa, anche formale, delle relazioni industriali con Confindustria su un tema considerato da CGIL CISL e UIL di grande potenzialità per un ampliamento quantitativo e qualitativo della contrattazione di secondo livello orientata allo sviluppo della produttività e competitività delle imprese attraverso la valorizzazione del lavoro e della partecipazione”. Il premio di risultato e il delicato tema della performance reale tornano sul tavolo delle parti, con modalità e strumenti nuovi, raccogliendo la sfida lanciata dal Governo con l’ultima legge di stabilità. Il legame tra welfare e produttività è sempre più stretto, ma andrà declinato con una strategia win-win.

Riferimenti

Accordo Confindustria-sindacati sui premi di risultati anche nelle Pmi, il Sole24Ore, 16 luglio 2016

Detassazione 2° livello. Accordo sindacati – Confindustria: "Un ulteriore passo avanti nelle relazioni industriali", Cisl


Accordo Cgil, Cisl, Uil e Confindustria sulla detassazione del salario di produttività, Cgil