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Nel corso della sesta edizione della Fiera della Contrattazione organizzata dalla Cisl Lombardia per valorizzare – nonostante la crisi – la vivacità della contrattazione di secondo livello, nell’ambito della presentazione degli accordi più innovativi ovvero “modelli da replicare” o dai quali prendere spunto, un importante accordo del Gruppo UBI del 2015 è stato selezionato e riconosciuto tra i 7 migliori dell’anno.

L’accordo tra UBI Banca e i sindacati: un modo differente di rispondere alla crisi

L’architettura dell’accordo a cui si fa riferimento risale al 2012: a fronte della prima grande riorganizzazione del Gruppo, che aveva l’obiettivo di ridurre il costo del lavoro per 115 milioni di euro attraverso i prepensionamenti, le giornate di solidarietà obbligatorie, le deroghe al CCNL e alla contrattazione aziendale e i licenziamenti (L. 223/91), il tavolo sindacale è riuscito a ribaltare l’originaria impostazione aziendale, favorendo comunque il raggiungimento dell’obiettivo, contenendolo.

L’esito di quel primo negoziato fu positivo: prepensionamenti incentivati e volontari (951 lavoratori), contratti di solidarietà volontari, limitate deroghe al CCNL (godimento delle ferie e delle ex festività nell’anno di maturazione, taglio del lavoro straordinario), tagli alle consulenze aziendali e ai costi della governance, garanzie su tutta la contrattazione di secondo livello, in tutte le aziende per 18 mesi, percorso “facilitato” per l’accoglimento delle domande di part time, 283 assuzioni.

La necessità di contenere il costo del lavoro ha origine nella minore redditività determinata in particolare dalla diminuzione del margine di intermediazione, che rappresenta una parte significativa dei ricavi e che risente pesantemente dell’andamento regressivo dei tassi, dalla rettifiche sui crediti e dall’impatto che le nuove tecnologie hanno sull’organizzazione del lavoro e sui comportamenti della clientela.

La sfida consisteva nel gestire una riorganizzazione volta alla riduzione significativa dei costi, con strumenti diversi da quelli proposti, ricercando l’ attivazione volontaria di tali strumenti da parte dei singoli lavoratori, nell’incertezza del risultato che si sarebbe raggiunto e a fronte di un’organizzazione del lavoro aziendale poco flessibile e verticale.

Il risultato ha superato le aspettative, le giornate di solidarietà (Social Day) richieste e parzialmente retribuite (40%) hanno ampiamente raggiunto, e superato, l’obiettivo iniziale sia nel 2012, che negli anni successivi, comportando alcuni disagi nella fase iniziale ma imponendo alla banca un cambio di filosofia e favorendo una minore rigidità nei processi produttivi e negli orari di lavoro.


La "filosofia sociale" insita nell’accordo

Le principali novità introdotte a fine 2015 prevedono la possibilità di accedere con priorità al "Fondo di accompagnamento all’esodo" per tutti quei lavoratori con gravi problemi di salute destinatari della legge 104/92 per se stessi, nonché portatori di invalidità almeno al 67% che maturino il requisito pensionistico entro il 1 settembre 2020 e l’erogazione di una somma pari al 20% della retribuzione, in aggiunta a quanto previsto dall’INPS per tutte le giornate di congedo parentale che verranno utilizzate nel corso dell’anno.

La “filosofia sociale” che ha guidato la trattativa ha permesso di trasformare i problemi in opportunità, creando “valore sociale”, favorendo la conciliazione vita-lavoro e cercando di dare risposte alle situazioni personali di maggiore gravità.

I dati ci hanno dato ragione, il personale si è ridotto dal 2012, ad oggi, passando da 19.114 lavoratori a 17.638, mentre il numero dei lavoratori a part time è cresciuto, da 1.651 a 2.140 unità; gli spazi di manovra sono ancora significativi, a fronte di un mercato del lavoro che, mediamente, supera l’attuale percentuale di addetti a tempo parziale nel nostro Gruppo (12%). Il numero delle giornate di congedo parentale richieste è incrementato, mensilizzando il dato, del 39% rispetto all’anno precedente, dimostrando come un intervento di sostegno economico da parte dell’azienda ne favorisca l’utilizzo e venga apprezzato, consentendo comunque un risparmio sul costo del personale e la conciliazione vita-lavoro-famiglia per chi ne beneficia. La corsia preferenziale nell’accesso al Fondo esuberi per chi ha gravi problemi di salute ha visto l’accoglimento di tutte e 17 le domande presentate, sugli ultimi 70 prepensionamenti realizzati.

L’evidenza empirica dimostra che la buona contrattazione favorisce le ristrutturazioni mettendo in discussione l’attuale organizzazione del lavoro, rigida e verticale, per cercare di renderla più moderna, flessibile ed orizzontale, garantendo al contempo il raggiungimento di buoni risultati per tutti: azienda e lavoratori. La scelta aziendale di raccogliere la sfida lanciata dalle organizzazioni sindacali si è dimostrata vincente, auspichiamo che UBI voglia continuare a valorizzare l’attuale modello di relazioni industriali, in particolare in un momento di grande cambiamento come quello che stiamo vivendo. Noi faremo, come sempre, la nostra parte.

Questo articolo è stato pubbicato anche sul sito della First Cisl