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Si è parlato molto nei giorni scorsi del raggiungimento da parte di ABI e sindacati dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL del settore bancario (si veda la rassegna stampa in fondo all’articolo). Il testo – arrivato dopo lunghe e complesse trattative che hanno visto nelle scorse settimane momenti di stallo, mobilitazioni e persino il rischio di disapplicazione del contratto, inizialmente prevista per il 31 marzo 2015 e ora prorogata al 15 giugno – attende ora l’approvazione delle assemblee dei lavoratori del settore e dell’esecutivo Abi.

Accanto a novità importanti – come la definizione del trattamento economico per il prossimo triennio 2016-2018, la riduzione del gap retributivo per i nuovi assunti e il blocco alla revisione degli inquadramenti chiesta da Abi – in due sezioni dell’accordo emerge la volontà delle parti di avviare una “riflessione comune sul ruolo che le imprese di credito e il sistema bancario nel suo insieme possono assumere in riferimento al sostegno all’economia, nonché sull’innovazione dei processi e dei prodotti e sulla valorizzazione del personale e della sua professionalità”, come si legge in apertura al testo. Si tratta del punto 2, che prevede disposizioni di carattere sociale e a tutela dell’occupazione, e della sezione 7, interamente dedicata al tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Le novità principali

Il nuovo contratto, che una volta siglato da ABI con Dircredito-FD, Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Sinfub, Ugl Credito, Uilca e Unisin scadrà il 31 dicembre 2018, prevede:
• un aumento di 85 euro lordi mensili suddiviso in tre tranches;
• la riduzione dell’imponibile per il calcolo del TFR;
• l’istituzione di un “Cantiere di lavoro” per la definizione di un nuovo sistema di classificazione del personale in vista del successivo rinnovo contrattuale;
• la possibilità per l’azienda o la capogruppo di procedere alla definizione di intese in materia di inquadramento del personale per rispondere a specifiche esigenze organizzative dell’impresa;
• l’introduzione nelle aziende di misure per favorire il rispetto dei valori etici fondamentali già definiti dal Protocollo sullo sviluppo sostenibile e compatibile del sistema bancario del 16 giugno 2004 e la promozione di comportamenti coerenti attraverso attività di formazione e sensibilizzazione.

La valenza sociale

Nonostante la difficile congiuntura economica richiamata nella premessa all’accordo – la fragilità dell’economia nazionale e del mercato del lavoro da un lato, e le richieste e i vincoli all’attività delle imprese bancarie posti dal livello europeo – “le Parti hanno inteso definire un contratto connotato da una forte valenza sociale, introducendo e rafforzando strumenti utili per fronteggiare efficacemente l’attuale fase e, al tempo stesso, in grado di cogliere i segnali della ripresa”. La frase fa riferimento alle disposizioni di carattere sociale e a tutela dell’occupazione descritte nel punto 2 dell’accordo, che prevedono da un lato l’incremento del livello retributivo di inserimento professionale e dall’altro la proroga e l’ampliamento degli obiettivi del Fondo per l’Occupazione. Il primo dei due ambiti consiste di un aumento dell’8% del salario di ingresso per i futuri assunti, riducendo il differenziale di salario dei neoassunti dal 18% al 10%, in linea con la volontà ribadita nel testo dell’accordo di “intervenire efficacemente in favore delle nuove generazioni”.

Il Foc, Fondo nazionale per l’occupazione del credito istituito dall’ultimo CCNL del 2012, sarà mantenuto operativo fino alla prossima scadenza del 31 dicembre 2018 e il suo utilizzo non sarà più limitato alla creazione di nuova occupazione ma esteso al finanziamento di progetti di rioccupazione di lavoratori licenziati per motivi economici, progetti di solidarietà espansiva, riqualificazione professionale, agevolazione all’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e integrazione al salario. Alla luce degli ottimi risultati raggiunti dal Foc lo scorso anno – a giugno 2014 risultavano già finanziate 3870 assunzioni/stabilizzazioni a livello nazionale, nel 53% dei casi di lavoratrici donne, per una spesa di circa 31 milioni di euro (dati Fiba nazionale) – un Gruppo paritetico appositamente costituito definirà, entro tre mesi dall’entrata in vigore dell’accordo, il nuovo ambito di operatività e la rimodulazione degli aspetti organizzativi, e supervisionerà la creazione di una piattaforma informatica collegata a ENBICREDITO – Ente Bilaterale Nazionale per il Settore del Credito per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nel settore bancario.

Ancora attenzione al work-life balance

Può sorprendere l’inserimento – all’interno di un’ipotesi di accordo così “combattuta” e raggiunta in un contesto economico particolarmente critico – di un esplicito riferimento all’opportunità di favorire la diffusione di strumenti di conciliazione vita-lavoro. E non si tratta di un semplice richiamo, ma della presenza nel testo di una sezione dedicata al futuro sviluppo di modalità innovative per supportare la genitorialità.

Il punto 7 richiama infatti la Legge delega del Jobs Act n. 183/2014 in vigore dallo scorso 16 dicembre e contenente le deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell’attività ispettiva, e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro, e stabilisce un incontro tra le parti entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto delegato – la “famosa” e attesissima quinta delega del Jobs Act “in materia di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro” – al fine di valutare insieme i criteri applicativi presso le aziende “con particolare riguardo a possibili modalità innovative che favoriscano l’equilibrio di genere e all’attuazione della normativa sui congedi parentali ad ore”. Il paragrafo cita inoltre il Verbale di accordo in tema di conciliazione dei tempi di vita e lavoro, pari opportunità e responsabilità sociale d’impresa firmato il 19 aprile 2013, in cui le parti definivano le attività della Commissione Nazionale sulle Pari Opportunità e dell’Osservatorio nazionale paritetico sulla Responsabilità Sociale d’Impresa, istituiti rispettivamente dal ccnl del gennaio 2012 e dal Protocollo del 16 giugno 2004 sullo Sviluppo Sostenibile e compatibile del sistema bancario ed entrambi chiamati a favorire la diffusione dell’utilizzo degli istituti contrattuali ai fini della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e di promuovere l’utilizzo dei congedi parentali su base oraria. In linea con gli auspici espressi dalle parti nel verbale del 2013, il punto 7 dell’ipotesi di accordo prevede anche che le aziende consentano la fruizione ad ore dei permessi per l’assistenza ai figli affetti da patologie legate all’apprendimento, per un massimo di cinque giorni all’anno e con un preavviso minimo di dieci giorni.

Nonostante la complessità del percorso che ha condotto le parti alla formulazione di un’ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del credito attraverso momenti di scontro e intensa negoziazione sfociati in soluzioni di compromesso – specialmente rispetto alle questioni legate a inquadramento professionale e scelte retributive – il testo del contratto oggi sul tavolo delle trattative ribadisce la volontà del settore bancario di assumere un ruolo “sociale” attraverso l’elaborazione di nuovi strumenti a tutela e promozione dell’occupazione, con un occhio di riguardo per la condizione dei giovani. Altrettanto significativo è l’impegno comune di parte datoriale e sindacali di dare stimolo e continuità alla diffusione delle politiche di conciliazione vita-lavoro recentemente introdotte dal Governo e ormai da tempo oggetto di riflessione congiunta delle parti sociali. Se il Jobs Act sembra infatti “affacciarsi” attraverso la quinta delega alla tutela della genitorialità sul posto di lavoro, le parti sociali affrontano da anni il tema del work-life balance all’interno dell’organizzazione aziendale, come dimostrano nel caso del settore bancario le azioni a livello nazionale previste dal Verbale dell’aprile 2013 e, ancora prima, l’inserimento di work-life balance e pari opportunità tra le tematiche di interesse elencate dal Protocollo del 2004.
 

Riferimenti

Il testo dell’ipotesi di accordo di rinnovo del ccnl del 19 gennaio 2012

Il testo della Legge n.183 del 10 dicembre 2014

Il verbale di accordo in tema di conciliazione dei tempi di vita e lavoro, pari opportunità e responsabilità sociale d’impresa del 19 aprile 2013

Il CASL di Abi che ha guidato le trattative

Il FOC – Fondo nazionale per l’occupazione del credito

Rassegna Stampa

Contratto bancari disapplicato da aprile, restano 3 mesi per un accordo, Il Sole 24 Ore, 18 dicembre 2014

Contratto bancari, rotte le trattative tra Abi e sindacato, la Repubblica, 23 marzo 2015

Le banche stringono sul contratto, Il Sole 24 Ore, 31 marzo 2015

Banche, accordo Abi-sindacati: il contratto in punti, Corriere della Sera, 1 aprile 2015

Dalle banche una "spinta" per giovani e disoccupati, ilsussidiario.net, 6 aprile 2015


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