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Il 22 maggio 2014 – a seguito del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 febbraio 2014 contenente le modalità di attuazione delle misure sperimentali per l’incremento della produttività del lavoro nel periodo 1° gennaio – 31 dicembre 2014  – AGCI, Confcooperative e Legacoop hanno firmato con Cgil, Cisl e Uil l’accordo quadro nazionale per mantenere l’applicazione dell’agevolazione fiscale sulle prestazioni lavorative effettuate nel 2014 così come già prevista dal precedente accordo del 14 maggio 2013. In attuazione del DPCM che ha confermato le agevolazioni per il settore privato e i titolari di reddito da lavoro dipendente, le parti hanno inoltre definito una bozza di accordo territoriale per agevolare la stipula di accordi aziendali all’interno delle imprese aderenti ad AGCI, Confcooperative e Legacoop prive di rappresentanze sindacali operanti in azienda, attraverso intese territoriali che definiscano l’applicazione delle agevolazioni fiscali. La bozza di intesa richiama esplicitamente “la volontà delle parti di favorire lo sviluppo e la diffusione della contrattazione collettiva di secondo livello quale strumento per perseguire la crescita della competitività e della produttività nelle imprese”.

Lo scorso 30 giugno in Lombardia, le sedi lombarde di AGCI, Confcooperative, Legacoop, Cgil, Cisl e Uil hanno firmato l’intesa territoriale, cui è stato aggiunto – rispetto alla bozza fornita dal livello nazionale – un ultimo punto relativo al riconoscimento dell’opportunità di promuovere “interventi che favoriscano politiche di conciliazione vita-lavoro e family friendly attraverso lo strumento della fiscalità agevolata”.

Cerchiamo di capire – con l’aiuto di Paola Gilardoni, Segretario regionale della Cisl Lombardia – la portata e le potenzialità dell’intesa territoriale lombarda.

Più nel dettaglio, cosa prevede l’intesa con Confcooperative, Legacoop e AGCI?

Riprendendo quanto definito nell’intesa nazionale, l’accordo consente ai lavoratori e alle lavoratrici che operano nelle imprese aderenti al sistema di rappresentanza delle 3 centrali cooperative, e che nel 2013 non abbiano superato i 40.000 euro di reddito da lavoro dipendente, una tassazione agevolata al 10% sugli importi di produttività percepiti nel 2014 fino ad un massimo di 3.000 euro.

In base poi a quanto era già previsto nel precedente decreto del gennaio 2013 – conseguente all’accordo confederale sulla produttività del 16 novembre 2012 tra Governo, CISL,UIL e Associazioni Imprenditoriali – sono oggetto di detassazione gli aumenti contrattati tra le parti, legati a indicatori di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione come ad esempio i premi di salario variabile.

In alternativa si può applicare l’agevolazione fiscale agli aumenti derivanti da accordi che attivano una misura in almeno 3 delle aree di intervento tra cui l’introduzione di orari flessibili, la distribuzione flessibile delle ferie, l’adozione di misure volte a rendere compatibile l’introduzione di nuove tecnologie con la tutela dei diritti dei lavoratori e l’attivazione di interventi in materia di fungibilità delle mansioni e di integrazione delle competenze.

Quali sono le novità rispetto all’anno scorso?

Con le centrali cooperative lombarde – nel confermare la struttura dell’accordo dello scorso anno – abbiamo voluto riconoscere nell’ambito del confronto aziendale o territoriale per l’incremento della produttività che si realizza attraverso misure di flessibilità oraria o organizzativa l’opportunità di favorire politiche di conciliazione e di sostegno alla famiglia.

In questo caso abbiamo condiviso congiuntamente la scelta di integrare il testo dell’intesa nazionale proprio con l’attenzione alla relazione tra le misure di sostegno alla produttività e la promozione delle politiche di conciliazione per la lavoratrici e lavoratori del settore.

Quali sono le potenzialità di questo percorso?

Si tratta di confronti interessanti, soprattutto in settori e comparti in cui risulta significativa l’incidenza dell’occupazione femminile e in cui la contrattazione aziendale e territoriale ha saputo già proporre soluzioni innovative di tutela e protezione. Questi percorsi negoziali in Lombardia avrebbero inoltre la possibilità di essere valorizzati nell’ambito dello sviluppo delle Reti di conciliazione, utilizzando gli strumenti offerti dai Piani di Azione territoriali.

Si possono inoltre riconoscere tra gli elementi di flessibilità organizzativa e oraria anche le nuove forme di lavoro “agile”, come lo smart working. Un fenomeno che consiste nella possibilità per i dipendenti di lavorare in modo innovativo e flessibile – in particolare in riferimento agli orari e alla sede – attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e telematici. Anche queste nuove modalità di organizzazione del lavoro possono rappresentare un’occasione per favorire misure di conciliazione tra gli impegni professionali e di cura della propria famiglia. Ci sono già esperienze negoziali in questo campo, che testimoniano l’interesse a seguire i cambiamenti che attraversano i processi di lavoro nella logica di saperne cogliere le potenzialità, ma anche di correggerne i limiti, per un rafforzamento delle professionalità dei lavoratori e a garanzia della loro tutela.

Quale è dunque la via da seguire per il futuro?

La CISL riconferma il proprio impegno a rafforzare e sostenere attraverso la contrattazione aziendale e territoriale percorsi in grado di coniugare le esigenze di qualificazione dei processi e produzione – per il miglioramento della competitività delle imprese – con la tutela e la promozione delle persone che lavorano e delle famiglie, quali presupposti per favorire lo sviluppo economico e sociale nel territorio.

 

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