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Il valore di legame è oggi una vera sfida intellettuale e sociale poiché la relazione delle persone è di per sé un bene che, in quanto tale, genera valore.

Donare significa per definizione consegnare un bene nelle mani di un altro senza ricevere nulla in cambio. Bastano queste poche parole per distinguere il «donare» dal «dare», perché nel dare c’è la vendita, lo scambio, il prestito. Nel donare c’è un soggetto, il donatore, che nella libertà, non costretto, e per generosità, per amore, fa un dono all’altro, indipendentemente dalla risposta di questo.
E ogni persona ha in sè una grande ricchezza che può donare, condividere e scambiare liberamente con tutti gli altri: il proprio tempo.

Secondo la psicologa Cassie Mogilner della Wharton School of the University of Pennsylvania, donare il proprio tempo aumenta il coinvolgimento delle persone in nuovi impegni, anche se sono molto indaffarate. Con quattro diversi esperimenti, la ricercatrice e i suoi collaboratori hanno infatti scoperto che, in modo apparentemente paradossale, è proprio la possibilità di concentrarsi sui sentimenti e bisogni altrui, invece che su se stessi, ad avere questo effetto benefico sul tempo percepito. Sembra che questo sia dovuto al fatto che il volontariato aumenta il senso di competenza personale e di efficienza. E questo, a sua volta, espande la dimensione temporale avvertita nelle nostre menti: il tempo lineare altro non è che una proiezione di come percepiamo il cambiamento.

Inoltre, molte analisi dimostrano come un’esperienza di volontariato non sia soltanto qualcosa che riguarda la sfera personale, ma qualcosa che fa crescere competenze ed acquisire anche professionalità nuove.

E in Italia le persone sembra averlo capito bene. Secondo una prima indagine portata avanti nel 2013 sulla rilevazione del lavoro volontario, frutto della convenzione stipulata tra Istat, CSVnet (rete dei Centri di Servizio per il Volontariato) e Fondazione Volontariato e Partecipazione, circa un italiano su otto svolge attività gratuite a beneficio di altri o della comunità. In Italia il numero di volontari è stimato in 6,63 milioni di persone, (tasso di volontariato totale pari al 12,6%). Sono 4,14 milioni i cittadini che svolgono la loro attività in un gruppo o in un’organizzazione (tasso di volontariato organizzato pari al 7,9%) e tre milioni si impegnano in maniera non organizzata (tasso di volontariato individuale pari al 5,8%).

Secondo Stefano Zamagni, la scienza economica ha preso in considerazione oltre al valore d’uso e al valore di scambio una terza categoria, quella del valore di legame. Il valore di legame è oggi una vera sfida intellettuale e sociale poiché la relazione delle persone è di per sé un bene che, in quanto tale, genera valore. Ed è proprio per questa ragione che Meridonare, start up che offre servizi di crowdfunding a chi vuole sviluppare progetti con finalità sociale nel Mezzogiorno, ora permette di donare, oltre al denaro, anche il tempo. Meridonare, infatti, crede nelle reti che contribuiscono a creare comunità in cui il valore della relazione genera sicurezza e benessere nei luoghi di vita. 

Per queste ragioni ora sulla piattaforma, oltre al tasto “dona”, è presente anche il tasto “dona tempo’, che offre la possibilità alle persone di scambiarsi reciprocamente attività, servizi e saperi, usando il tempo al posto del denaro. Chi approda sul sito www.meridonare.it può, una volta conosciuti i progetti attivi in piattaforma, decidere se, oltre a contribuire con donazioni in denaro, donare parte del proprio tempo personale, professionale e relazionale, in termini di volontariato.
 
La caratteristica distintiva di Dona tempo vuole essere proprio lo scambio come reciprocità. Nella rete degli scambi, la partecipazione è aperta a tutti e favorisce sentimenti di appartenenza, d’identità, di autostima e di fiducia, indispensabili alla costruzione di una comunità sociale e culturale fatta di valori condivisi e partecipati. Certo, a volte sposare la “mission” di una associazione può risultare troppo impegnativo rispetto all’eventualità di sostenerne un singolo progetto, ove convogliare per un tempo definito e limitato le proprie competenze e capacità. È per questo che la sfida è tutta nelle mani degli enti, che debbono progettare, rimodulare, coinvolgere, comunicare e organizzare se stesse e la loro attività anche in funzione di queste nuove possibilità.

Dinamismo
quindi, tanto positivo dinamismo e nuove opportunità da parte dei dei proponenti, ma soprattutto dalla “crowd”: “ho una disponibilità di tempo e voglio donarla”, “mi piace un progetto e ne sposo la “mission”, “vado volentieri, mi dà tanto!”. L’identità propria dell’azione volontaria è nel dono che genera reciprocità. Da un’idea a un progetto; da un progetto a un processo sulla propria persona.

 
La misura di una vita ben spesa non sta in quanto è durata ma in quanto si è donato 
(Peter Marshall)