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Il contesto: il sistema sanitario italiano

 

Il quarto capitolo del Secondo Rapporto sul Secondo Welfare parte da un’analisi dell’attuale contesto nazionale in cui il Servizio Sanitario Nazionale non riesce da solo a dare una risposta alle crescenti esigenze di una società in trasformazione che vede una domanda di prestazioni sanitarie in continuo aumento a causa di recenti cambiamenti socio-culturali ed economici (tra cui l’allungamento della vita media, la diffusione di nuove patologie croniche, l’aumento di persone in stato di non autosufficienza, la trasformazione dei nuclei familiari) uniti a una maggiore consapevolezza della necessità di preservare la propria salute. Ad aggravare ulteriormente la situazione si aggiunge il perdurare della crisi economica, che ha contribuito all’impoverimento delle famiglie e all’aumento della “fascia grigia” di popolazione che non dispone di reddito sufficiente per poter accedere alla sanità privata. In questo scenario, è oltremodo necessario avviare una proficua collaborazione tra soggetti pubblici e privati (associazionismo, terzo settore, enti for profit…) nell’elaborazione e nella realizzazione di proposte di assistenza sanitaria integrativa tese a soddisfare i nuovi bisogni dei cittadini. Tra questi attori, di particolare importanza sono le società di mutuo soccorso (SMS) che ricoprono un ruolo fondamentale nella costruzione del welfare sussidiario per il forte legame con il territorio e per la volontà di creare reti e collaborazioni a livello locale.


Una breve panoramica sulla mutualità sanitaria

Obiettivo del capitolo è quello di fornire una breve panoramica sulla mutualità sanitaria, inserendola nel contesto del sistema sanitario nazionale, fornendone un inquadramento storico e normativo, con particolare riferimento alle maggiori evoluzioni legislative, nonché una presentazione dei principi, dei valori e delle principali linee d’azione delle SMS. Il capitolo prosegue con una sezione tematica dedicata ad alcuni argomenti di grande attualità e di interesse per le SMS quali:
 

il contesto europeo, in vista dello Statuto della Mutualità Europea, promosso dal Parlamento Europeo in un parere d’iniziativa del 14 marzo 2013;
la mutualità mediata, prevista dalla nuova legislazione del 2012, con l’obiettivo di mantenere in vita le piccole società mediante la creazione di reti e collaborazioni con SMS di più grandi dimensioni;
la collaborazione con il mondo della cooperazione sociale, attraverso la creazione di fondi dedicati, progetti comuni e convenzioni con i centri medici e poliambulatori sociali;
l’integrazione tra Mutuo Soccorso e Credito Cooperativo e la nascita di modelli in cui Banche di Credito Cooperativo realizzano progetti di sanità integrativa in collaborazione con le SMS;
• i progetti di mutualità territoriale dedicata svolti in collaborazione con Fondazioni non profit, con particolare attenzione alla recente iniziativa promossa dalla Fondazione Welfare Ambrosiano;
• il rapporto con le Istituzioni ed Enti pubblici regionali, in vista di un’offerta sanitaria davvero integrativa al SSN che possa garantire le prestazioni extra-LEA.


Un approfondimento sulle società di piccole dimensioni

Nel corso del capitolo uno spazio – che abbiamo intenzione di approfondire maggiormente nel corso delle prossime ricerche – è dedicato alle mutue di piccole dimensioni che sviluppano servizi di assistenza socio-sanitaria a livello locale. Le loro iniziative sono ritenute di fondamentale importanza per rispondere ai bisogni delle piccole comunità, dove si concentrano rilevanti fasce di popolazione anziana, particolarmente a rischio di essere escluse dai servizi sanitari, data la lontananza dai presidi ospedalieri ad alta intensità di cura e dalle strutture convenzionate. 


La mutualità mediata o indiretta

Uno strumento di grande utilità per le piccole SMS può essere rappresentato dalla mutualità mediata o indiretta. Questa misura – introdotta dall’articolo 23 del D.L. 179 del 18/10/2012 (“Ulteriori misure per la crescita del Paese”), poi convertito in legge il 13 dicembre 2012 – vuole essere di aiuto alle piccole SMS che non dispongono di condizioni finanziarie, patrimoniali e organizzative tali da garantire ed erogare le prestazioni attraverso una gestione diretta. Queste società, pur rimanendo autonome, possono avvalersi di una gestione mediata (parziale o totale) delle proprie attività. Infatti: “La gestione mediata si fonda sull’instaurazione di un rapporto associativo tra la società ricevente (società associata) e un’altra società di mutuo soccorso più patrimonializzata e strutturata (società associante): in virtù del rapporto associativo tra le due società, i soci della società associata sono beneficiari delle prestazioni rese dalla società associante” (Fimiv 2015).

Nella pratica, abbiamo rilevato fruttuosi esempi di mutualità mediata in Liguria (tra Cesare Pozzo e Mutua Ligure), in Piemonte (dove la società Mutua Pinerolese collabora con le SMS di Vinovo e Bricherasio e con la Mutua Solidea) e in Lombardia (dove Insieme Salute collabora con la Mutua di Mannate e dell’Insubria).

 

Altri esempi di reti e collaborazioni tra piccole mutue

La mutualità indiretta pone però alcune problematiche, tra cui la più sentita è legata al timore delle società di piccole dimensioni di perdere la propria autonomia e il proprio potere decisionale. Dunque, allo strumento della mutualità mediata, alcune mutue di piccole dimensioni hanno preferito organizzarsi in proprio e ci offrono interessanti esempi di collaborazione e di lavoro in rete. In Piemonte, ad esempio, è attivo, a livello regionale, il Coordinamento delle società di mutuo soccorso piemontesi, che si dirama, a livello territoriale, in 11 consulte. Scopo del coordinamento, che ha origini negli anni ’80, è quello di riunire le società di mutuo soccorso della regione poiché possano conoscersi, interagire e condividere buone pratiche. Sono ricche e numerose le esperienze delle piccole mutue piemontesi, anche nel campo dell’assistenza sanitaria integrativa: dalla prevenzione (oftalmica, cardiovascolare…) a cura delle unità mobili attive a turnazione sui vari territori, agli ambulatori destinati a visite specialistiche, all’assistenza domiciliare.

A titolo esemplificativo possiamo citare il progetto “Prevenzione e Salute a Km. Zero” che, ad Alessandria, mette a disposizione dei soci delle SMS la professionalità di medici esperti che effettuano gratuitamente visite cardiologiche con elettrocardiogramma, visite urologiche, visite dermatologiche, spirometria, visite diabetologi che con misurazione della glicemia, muovendosi sul territorio grazie ad unità mobile. Vi è poi il progetto C.A.S.A. (Cura Assistenza Solidarietà e Aiuto), in cui un’infermiera volontaria offre gratuitamente al domicilio dei soci, servizi quali magneto terapia, aerosol terapia, misurazione pressione arteriosa e frequenza cardiaca, controllo glicemico, saturimetria.

Questi servizi sono frutto di una rete virtuosa in cui le società di mutuo soccorso collaborano con il volontariato locale e dove l’antico spirito solidaristico è più che mai attuale poiché è chiaro a tutta la comunità locale che i servizi sono resi possibili grazie al contributo di tutti i soci e che chi ne approfittasse (intentando un azzardo morale) sarebbe responsabile di aver spezzato il patto mutualistico, a danno degli altri soci.


Analisi e riflessioni sulle piccole società piemontesi

Le attività e lo spirito dei sodalizi piemontesi sono sostenuti dalla Fondazione Centro per lo studio e la documentazione delle Società di mutuo soccorso, nata per volontà della Regione Piemonte, che contribuisce a mantenere vivi e a diffondere gli ideali di solidarietà e attenzione alla persona che avevano all’origine ispirato le società di mutuo soccorso, pur agendo ora in contesti profondamente mutati.

Nel 2014 la Fondazione ha predisposto uno studio, in collaborazione con il Coordinamento, in cui si sono raccolti dati qualitativi e quantitativi sulle SMS piemontesi. Dall’analisi è emerso come le SMS siano perlopiù di piccole e piccolissime dimensioni (l’80% delle Società ha 175 soci mentre il 17% non supera i 50 soci) ma ciò nonostante abbiano un grande impatto sul territorio, dove sviluppano preziose forme di mutualità rivolte ai soci e li coinvolgono nell’individuazione di bisogni e soluzioni. A detta del dott. Ermanno Sacchetto, Presidente del Coordinamento: “Nelle società storiche il socio non è solo un utente utilizzatore dei servizi ma anche volontario nel sostenere l’attività. Volontario inteso non nel termine ormai usuale, di persona inquadrata in associazioni di volontariato, tipo quelle per anziani, per disabili, e in generale per persone in difficoltà, ma volontario nel sostenere le attività a favore della comunità dei soci.”.

Dallo studio sulle Società di Mutuo Soccorso emerge un altro dato interessante che riguarda il capitale sociale in termini monetari che mette in evidenza la ricchezza, seppur frammentata, delle 100 SMS che hanno risposto al questionario, che ammonta a circa 340.000 euro in quote. Sempre secondo Sacchetto: “Questo dato porta a riflettere poiché questa somma non indifferente potrebbe essere utilizzata per un progetto che coinvolga, in rete, complessivamente le società anziché lasciare che sia disperso per attuare piccole iniziative singole”, considerazione che mette in luce l’innegabile bisogno di lavoro di rete tra le mutue e il territorio.


Si ringrazia per la collaborazione il dott. Ermanno Sacchetto, Presidente del Coordinamento regionale delle società di mutuo soccorso piemontesi e della Società di Mutuo Soccorso di Pinerolo, e il dott. Stefano Minerdo, responsabile della Fondazione Centro per lo studio e la documentazione delle Società di mutuo soccorso di Torino