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Terzo Settore

Il Senato congela la tassa sulla bontà: l'Ires per le organizzazioni non profit resta al 12%

L'aula di Palazzo Madama ha approvato all'unanimità l'emendamento del Decreto Semplificazioni che blocca quanto previsto dalla Legge di Bilancio. Ma resta il rischio di un futuro aumento.
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Il Senato della Repubblica ha congelato la cosiddetta "tassa sulla bontà", il discusso provvedimento inserito nella Legge di Bilancio 2019 che avrebbe dovuto raddoppiare l’aliquota Ires per le organizzazioni non profit dal 12% al 24%. L’emendamento 1.34 al Decreto Semplificazioni nei fatti non cancella quanto previsto dalla Manovra finanziaria, ma stabilisce che eventuali modificazioni al regime fiscale vigente andranno approvati attraverso successivi provvedimenti legislativi. Si blocca dunque l’aumento immediato, ma la formulazione dell’ementamento, come ben spiegava Marco Iasevoli su Avvenire alcuni giorni fa, lascia aperto il rischio di un futuro incremento.  

I maggiori oneri
previsti per il 2019 (118,4 milioni €) e il 2020 (157,9 milioni €) saranno coperti attraverso prelevi dal Fondo per interventi strutturali di politica economica, dal Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili e dal Fondo per le nuove poltiiche di bilancio previsto dalla Legge di Bilancio 2019 (art. 1 comma 748). Non è chiaro invece, e qui sta gran parte del rischio che l’aumento sia solo rimandato, come saranno coperte le risorse che il Governo contava di incassare dal 2021 attraverso la tassa.

Il via libera all’emendamento, presentato dal Capogruppo del Partito Democratido Andra Marcucci e sottoscritto dai senatori di tutti gli schieramenti, già approvato dalle Commissioni Bilancio e Lavori Pubblici nei giorni scorsi, ha ottenuto la quasi unanimità dell’assemblea: 256 si e 1 solo no, probabilmente espresso per errore.